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Mercati obbligazionari, l’inflazione sta per accelerare il passo

È possibile che l’inflazione stia accelerando e che il mercato sottovaluti la probabilità di aumenti dei tassi da parte delle banche centrali.

20 Dicembre 2017 09:37

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Per il prossimo anno può valere ancora la pena puntare sulle obbligazioni subordinate delle banche europee e sugli high yield globali ma tenendo sotto controllo l’evoluzione dell’inflazione che mostra alcuni potenziali segnali di accelerazione. È quanto emerge nell’ultimo Bond Bulletin di J.P. Morgan Asset Management, a cura del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management.

“Le Banche Centrali hanno continuato a fornire un importante supporto tecnico ai mercati finanziari. E, anche se la Federal Reserve americana ha iniziato a ridimensionare il suo bilancio, la Banca Centrale Europea (BCE) e la Banca del Giappone (BoJ) hanno proseguito i programmi di acquisti di attivi, sebbene a ritmo più lento” fa sapere il team che, però, per il 2018 prevede un cambiamento di tali dinamiche.

“Nel momento in cui la BCE inizierà a tagliare del 50% gli acquisti mensili e la Banca del Giappone continuerà a concentrarsi sul controllo della curva dei rendimenti riducendo il programma di acquisti, i bilanci delle banche centrali dovrebbero passare dall’espansione alla contrazione verso il terzo trimestre del prossimo anno, sollevando il problema di prevedere gli impatti del minor supporto delle Banche Centrali sui prezzi degli attivi” specifica il team sollevando una giusta domanda: è possibile una inversione di tendenza nei prezzi degli attivi finanziari alla luce del fatto che i flussi patrimoniali netti positivi delle banche centrali tenderanno a ridursi drasticamente?

“Riteniamo inoltre che l’inflazione stia per accelerare il passo e il mercato sottovaluti la probabilità di aumenti dei tassi da parte delle Banche Centrali, che quest’anno hanno dimostrato la capacità di comunicare chiaramente le proprie intenzioni di politica monetaria ai mercati per prepararli, contribuendo così alla loro stabilità” aggiunge il team che, sebbene si aspetti che le banche centrali continuino a comunicare in modo chiaro con il mercato anche nel 2018, ammette che si tratta di un difficile esercizio di equilibrismo ed è possibile che il progressivo ritiro delle misure monetarie ultra-espansive porti a un aumento della volatilità.

“Precisato questo, continuiamo a privilegiare gli attivi di rischio, in particolare i settori che dovrebbero beneficiare della costante sete di rendimenti, tra cui i titoli di capitale subordinati delle banche europee e le obbligazioni High Yield globali” conclude il team.

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