Andrea Delitala

Borse, l’ospite indesiderato potrebbe essere l’inflazione

Per la BCE l’inflazione si attesterà nei prossimi due anni intorno all’1,5%, ma alcuni indicatori anticipatori segnalano un possibile rialzo dei prezzi al consumo.

21 Dicembre 2017 09:48

financialounge -  Andrea Delitala banche centrali BCE Federal Reserve inflazione Marco Piersimoni PIL
Nel suo ultimo meeting del 2017, la Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato le stime di crescita della zona euro, sulla scia di quanto comunicato dalla Federal Reserve americana (Fed) relativamente agli Stati Uniti. In particolare, la BCE ha portato le previsioni di aumento del PIL 2017 della zona euro da +2,2% a +2,4%, quelle del prossimo anno dal +1,8% al +2,3% e quelle relative al 2019 dal +1,7% a +1,9%.

Mario Draghi si è invece mostrato più prudente nell’ambito dell’inflazione le cui aspettative sono rimaste invariate per l’anno in corso (1,5%) e per il 2019 (1,5%) e ritoccate leggermente all’insù (dall’1,2% all’1,4%) per il 2018. La BCE ha dovuto ammettere che la crescita della ricchezza della zona euro procede ad un ritmo superiore alle aspettative di inizio anno, come confermato anche dai dati macro di novembre che vedono il PIL tedesco vicino al 3% e gli indici PMI manifatturieri sopra quota 60, ovvero sui massimi da oltre 5 anni.

“Il quadro di riferimento per gli investimenti azionari è sulla carta ancora favorevole anche se la prudenza è raccomandabile date le valutazioni azionarie raggiunte (soprattutto sull’indice S&P500): da un lato crescita globale sincronizzata, inflazione in timida ripresa e profitti societari inducono all’ottimismo, dall’altro lato bisogna fare attenzione al drenaggio di liquidità da parte delle banche centrali” puntualizzano Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, secondo i quali l’ospite indesiderato potrebbe essere l’inflazione: un incremento imprevisto dei prezzi al consumo potrebbe infatti costringere le Banche Centrali ad un atteggiamento più aggressivo nel processo di normalizzazione.

Secondo i dati degli economisti di Pictet Asset Management ci sono diversi indicatori leading sull’inflazione (in anticipo) che segnalano questo evento. “L’effetto dell’approvazione della riforma fiscale al Senato USA non è stato ancora pienamente prezzato, complice il fatto che manca ancora la riconciliazione con la legge approvata alla Camera USA a novembre. Probabile che il processo si concluda entro il primo trimestre del 2018. L’impatto sugli utili aziendali sarà positivo per circa 5%-8%” specificano infine i due manager.

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