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Ripresa USA, la California manca all’appello

Mentre l’economia a stelle e strisce entra a pieni giri nel 2018, il motore dello stato più ricco nel 2017 ha perso vistosamente colpi, con lo spettro della recessione.

27 Dicembre 2017 09:11

financialounge -  california Jerry Brown mercato del lavoro recessione USA
L’economia americana si prepara a entrare nel 2018 a pieni giri, ma con una notevole eccezione, che si chiama nientemeno California! Da sempre lo stato più ricco e vitale dell’Unione, il Golden State è diventato il malato d’America, il cilindro che non gira dell’economia a stelle e strisce. E mentre la nazione si avvicina a quella crescita del 3% che non si vedeva da un decennio, la California viaggia invece verso la recessione. La fine del 2017 non si può dire certo fortunata per la California, con gli scandali che hanno sconvolto Hollywood e gli incendi che hanno devastato il Sud dello Stato, da Los Angeles a San Diego.

E ora è lo stesso governatore Jerry Brown a pronunciare la parola proibita: recessione. Già a giugno Brown aveva ammonito i californiani che l’espansione economica non sarebbe potuta durare all’infinito: "Siamo ormai all’ottavo anno consecutivo di crescita, solo due anni in meno della fase più lunga dalla fine della seconda guerra mondiale. A un certo punto una recessione sarà inevitabile”. Ora sembra proprio che quel punto sia arrivato e che Brown dovrà mettere mano a un budget d’emergenza prima che il suo mandato scada nel 2019.

Il segnale più importante di una recessione in arrivo, se non già arrivata, viene dal mercato del lavoro. Da notare che la California vanta un livello fissato per legge di salario minimo più alto di quello federale. Ebbene, nel corso del 2017 la dimensione della forza lavoro californiana sembra aver toccato il picco, secondo i dati più recenti, e iniziato a contrarsi, mentre i lavoratori occupati vedono il livello delle retribuzioni restare stagnante se non in declino.

I numeri del PIL dello Stato raccontano la stessa storia. Nel 2016 l’economia ha viaggiato al 3,3%, una velocità più che doppia rispetto all’Unione e tra le più alte a livello di singoli stati. Nella prima metà del 2017 ha cominciato a inciampare, con un anemico 0,6% nel primo trimestre e un recupero al 2,1% nel secondo, ben sotto l’andamento nazionale, precipitando alla 35esima posizione per crescita. Un rallentamento vistoso che impatta tutti i settori, con il manifatturiero fanalino di coda, mentre nel resto della nazione fa da locomotiva.

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