ciclo economico

Mercati emergenti, un 2018 da protagonisti

L'accelerazione del ciclo di investimento globale si sostituirà ai consumi per trainare la crescita e i mercati emergenti ne trarranno i maggior benefici.

28 Dicembre 2017 09:38

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Numeri alla mano, non sembrerebbero esserci i margini per registrare un’ulteriore espansione economica globale trainata dalla spesa al consumo.

Questo perché nel 2017 la crescita dei consumi globali ha evidenziato un significativo rimbalzo dopo 5 anni di tendenza rialzista mentre il sentiment dei consumatori si attesta sui massimi degli ultimi 25 anni.

“Tuttavia, se il ciclo dei consumi è prossimo al picco, quello degli investimenti è ancora in fase iniziale. Dopo aver toccato i minimi nei primi tre mesi del 2016, ha iniziato a risalire nel terzo trimestre, e, a metà 2017, avanzava del 3,3% annuo. Inoltre, i dati emersi dai sondaggi indicano un’ulteriore accelerazione degli investimenti, poiché la capacità esistente viene assorbita e la redditività aziendale aumenta” puntualizza Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management ricordando come la crescita degli investimenti viaggi di pari passo con quella delle esportazioni.

“Negli ultimi sei anni l'aumento delle esportazioni reali è rimasto al di sotto della media a lungo termine. Tuttavia, dopo aver raggiunto i minimi a ottobre 2016, le esportazioni sono di nuovo in fase di miglioramento. Tale sviluppo è dovuto anche al fatto che gli investimenti favoriscono il commercio; i macchinari costosi infatti vengono solitamente reperiti sul mercato internazionale” fa presente Patrick Zweifel secondo il quale, l’attuale ciclo assomiglia a quelli del 1993, del 1999 e del 2002.

E, se tali cicli rappresentano un precedente, allora il commercio globale probabilmente migliorerà nei prossimi cinque trimestri, raggiungendo un tasso di crescita annuale massimo dell'11% circa rispetto al livello attuale, appena superiore al 4%.

Il commercio, a sua volta, tende a sostenere l'attività economica globale: una situazione particolarmente favorevole ai mercati emergenti, dal momento che questi ultimi risultano più sensibili al commercio rispetto a quelli avanzati.

“Secondo i nostri modelli, un incremento dell'1% nei flussi internazionali fa aumentare la produzione nei Paesi emergenti dello 0,26% e solo dello 0,14% nei Paesi sviluppati” specifica Patrick Zweifel che, indica la prima conseguenza di questo scenario: le divise emergenti dovrebbero continuare a rafforzarsi rispetto al dollaro USA.

In secondo luogo, sempre secondo il manager, il rapporto prezzi/valori di libro (p/bv) dell’azionario emergente dovrebbero aumentare rispetto a quelli dei titoli delle piazze avanzate. Infine, i titoli value dei Paesi in via sviluppo dovrebbero superare i titoli growth emergenti, dopo aver accusato una performance inferiore dal 2011.

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