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Idee di investimento – Obbligazioni – 08 gennaio 2018

8 Gennaio 2018 10:01

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rong>performance dei fondi registrate nel 2017 forniscono preziose indicazioni anche per l’anno appena iniziato. In primis, come si legge nell’articolo “Fondi comuni, cosa possiamo imparare dalle performance del 2017”, i fondi monetari euro continueranno ad essere penalizzati (almeno fino a settembre 2018) da una politica monetaria da parte della BCE che terrà i tassi di mercato in territorio negativo: parcheggiare quindi liquidità su questa tipologia di fondi determinerà con ogni probabilità rendimenti negativi anche nel corso di quest’anno. Una possibile opzione alternativa ai fondi monetari euro è rappresentata dai fondi obbligazionari che, tuttavia, presentano alcune importanti controindicazioni. La prima è che i tassi di interesse sono ancora sui minimi storici (se non addirittura in territorio negativo). La seconda è che i tassi tenderanno gradualmente a salire con implicazioni sui prezzi delle obbligazioni (che si muovono in direzione opposta ai rendimenti). Inoltre se l’inflazione dovesse accelerare, farebbe sentire i suoi effetti negativi sul rendimento reale dei titoli (cioè il rendimento al netto dei prezzi al consumo). Sarà pertanto indispensabile puntare, in modo selettivo affidandosi a gestori esperti, ai segmenti del mercato obbligazionario che ancora offrono cedole generose (quali per esempio l’high yield europeo, il debito subordinato bancario di istituti primari e il debito emergente).

A proposito di debito emergente, uno dei modi per scegliere su quali emissioni puntare per il 2018 è quello di individuate i paesi che rischiano di più a causa di un rialzo dei tassi a livello globale. Nell’articolo “Emergenti, il rialzo dei tassi globali non spaventa India, Russia e Cina” gli esperti di Pictet Asset Management, utilizzando un modello proprietario che tiene conto di 12 fattori di rischio, arrivano alla conclusione che i principali paesi emergenti (India, Russia e Cina) sono tra i meno vulnerabili. Anche il Brasile, l’ultimo Paese membro dei BRIC, si colloca nel secondo quartile. “Tuttavia, in coda alla graduatoria possiamo notare la presenza di un gruppo di Mercati emergenti ragionevolmente grandi in termini di PIL: Cile, Argentina, Turchia e Sud Africa, i cosiddetti ‘CATS’ (acronimo delle iniziali dei nomi dei quattro paesi, ndr)” fanno sapere i professionisti di Pictet AM. “In termini di esposizione del nostro Emerging Markets Equity Team ai Paesi ‘CATS’ stiamo attualmente sottopesando Sud Africa, Argentina e Cile. Nel frattempo, manteniamo una posizione neutrale in Turchia con un’esposizione limitata a specifici titoli del settore bancario” puntualizza Kiran Nandra, Senior Product Specialist di Pictet AM, secondo il quale, sebbene da una prospettiva top-down (ovvero macroeconomica) la crescita della Turchia sembri soddisfacente, è opportuno stare attenti al deficit delle partite correnti e a un possibile peggioramento della situazione fiscale.

Un altro segmento dove è possibile ancora trovare valore è quello dei bond bancari subordinati. E anche qui è indispensabile saper selezionare gli emittenti e anche i singoli titoli in quanto i crediti deteriorati (NPL) restano il punto debole delle banche italiane. Come spiegato nell’articolo “Recupero crediti deteriorati, perché l’Italia può diventare un esempio per l’Europa” le cartolarizzazioni su NPL senza garanzia possono arrivare ad offrire un rendimento tra il 4% e il 5%, livello comparabile con gli high yield euro e con il debito emergente. Il rendimento delle cartolarizzazioni degli NPL con garanzia GACS (la Garanzia cartolarizzazione sofferenze concessa dal Tesoro italiano per agevolare lo smaltimento delle sofferenze bancarie è invece solo marginalmente superiore a quello di un titolo di stato, ma il vantaggio è notevole per la banca che lo emette e può essere usato come parcheggio della liquidità. L’ABS del credito deteriorato con garanzia GACS è un titolo a cedola variabile che paga uno spread di 50 centesimi sopra l’Euribor (che oggi si attesta a -0,30%): il rendimento positivo (0,20%) è conveniente rispetto ad un CCT con vita media 5 anni che esprime attualmente un rendimento dello 0,06%. Dal punto di vista della banca, invece, la convenienza a utilizzare la garanzia GACS sembra evidente. Le prime quattro cartolarizzazioni con garanzia GACS finora attivate si sono viste riconoscere un prezzo di vendita delle sofferenze bancarie tra il 27,2% e il 33,9% a dimostrazione di come aumenti sensibilmente il vantaggio per le banche cedenti, visto che di solito gli NPL ceduti senza garanzia GACS non riescono a spuntare pagamenti superiori al 20%.

Resta il fatto che l’investitore che predilige gli investimenti obbligazionari sarà esposto alle stesse problematiche sperimentate nel 2017 con un ulteriore fattore negativo (il rialzo dei tassi del mercato obbligazionario) e una variabile imprevedibile (l’inflazione). “A differenza delle strategie passive, un approccio basato sul rendimento assoluto garantisce un’esposizione attiva e dinamica sui mercati globali a reddito fisso attraverso un insieme diversificato di asset” sostiene, nell’articolo “Obbligazioni, strategie senza vincoli per non dipendere dal mercato”, Tim Haywood, investment director per le strategie obbligazionarie absolute return di GAM, secondo il quale, tuttavia, per riuscire a conseguire rendimenti assoluti, l’approccio deve essere flessibile e adattabile, attingendo all’esperienza dei lead-manager e del loro team. Infatti, i fondi a rendimento assoluto che prediligono il reddito fisso hanno il duplice obiettivo di preservare il capitale e di garantire rendimenti positivi in modo (possibilmente) costante e, soprattutto, che sia indipendente dalle condizioni di mercato. “La capacità di acquisire esposizione in diversi settori, sia su base short (puntando cioè sul ribasso) che long (ovvero al rialzo), e in momenti diversi, permette di sfruttare la gamma di opportunità nel modo più ampio possibile, attraverso l’accesso a flussi di rendimento diversi e divergenti” puntualizza Tim Haywood.

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