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Trump frenato dal Congresso. Ma non sulle politiche commerciali

Dazi su alluminio e acciaio, possibile revisione da accordi in corso: il presidente USA nel 2018 potrebbe incidere nel settore commerciale senza attendere il via libera del Congresso.

19 Gennaio 2018 07:45

financialounge -  commercio globale donald Trump Libby Cantrill PIMCO USA
Un aspetto chiave per gli investitori nell’anno appena iniziato è conoscere il momento in cui il Congresso statunitense darà slancio alle politiche a favore della crescita oppure quello in cui si constaterà che Washington sta ritornando al suo status di paralisi costante. Esaminando le varie ipotesi, secondo Libby Cantrill, Responsabile public policy di PIMCO, l'azione più significativa a Washington nel 2018 potrebbe aver luogo al di fuori dalle mura del Congresso.

“Mentre la retorica della campagna elettorale del presidente Trump sulla questione del commercio internazionale non ha finora portato cambiamenti significativi (con l'eccezione del ritiro degli Stati Uniti dal Trans-Pacific Partnership , partenariato transpacifico), ci aspettiamo che il presidente americano intraprenda d’ora in avanti azioni più incisive sugli scambi commerciali” sostiene la manager sulla base del fatto che si tratta di un'area in cui Trump può effettuare cambiamenti senza il Congresso e che, peraltro, coincide con la sua linea politica.

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Tra le possibili mosse di politica commerciale, Libby Cantrill indica i dazi sull’alluminio e sull’acciaio in virtù della sicurezza nazionale, i dazi di ritorsione sui beni cinesi risultanti dalla cosiddetta indagine della Sezione 301 sull'uso della proprietà intellettuale americana da parte della Cina e un potenziale ritiro dal North American Free Trade Agreement, soprattutto se il sesto round dei negoziati NAFTA a gennaio non sarà costruttivo. L’esperta di PIMCO è invece piuttosto scettica sulle possibili mosse sugli altri temi di politica USA per il 2018, sui quali è invece necessaria una maggioranza del Congresso. Per quanto riguarda le infrastrutture, tema chiave della campagna elettorale nel 2016, Libby Cantrill non prevede significative spinte nel 2018 in quanto i Democratici sono scarsamente incentivati al raggiungimento di un compromesso.

Stesso discorso sul tema della riforma del Welfare in quanto il sistema di riconciliazione (che richiede solo 50 voti al Senato invece dei canonici 60), sarà difficile da realizzare vista la situazione politica intorno al welfare e alla riforma dei diritti sociali. Relativamente al finanziamento del governo e al massimale del debito, diverse scadenze fiscali potrebbero invece costringere a scendere a compromessi: fra queste la scadenza imminente (venerdì 19 gennaio), per il finanziamento del governo. Sembrano esserci i margini, secondo Libby Cantrill, affinché entrambi i partiti decidano di alzare il tetto del debito, decisione che probabilmente dovrà essere presa entro marzo.

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