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I titoli di stato USA a 2 anni sono diventati attraenti

Con una quota superiore al 2%, al momento i titoli di stato USA rendono di più rispetto ai dividendi dell’S&P500: un fattore che aumenta il loro appeal.

9 Febbraio 2018 09:17

financialounge -  ETF Hartwig Kos SYZ Asset Management titoli di stato treasury
Chi avesse investito negli ultimi 12 mesi nei titoli di stato USA avrebbe accusato perdite tra l’11% e il 13% a seconda della  scadenza media dei titoli in portafoglio (duration) scelta. Per esempio investendo in un ETF US Treasury 10 anni plus (che riflette l’andamento dei titoli di stato USA con durata residua superiore ai 10 anni) avrebbe accusato una perdita del capitale investito in euro del 12% mentre se avesse puntato su un ETF US Treasury USA 1-3 anni (che invece replica l’andamento dei titoli stato USA con vita residua compresa tra uno e tre anni) la perdita sarebbe ammontata al -11,75%.

In pratica, a incidere sulla performance in euro per l’investitore italiano, sarebbe stata la svalutazione del dollaro che, rispetto alla moneta unica europea, ha lasciato sul terreno circa 13 punti percentuali tra il 7 febbraio 2017 e il 7 febbraio scorso. Ma adesso, con i titoli di Stato USA che si attestano oltre il due per cento di rendimento (2,12% quello della chiusura di ieri), diversi analisti reputano i Treasury a breve termine americani interessanti: il rendimento è infatti superiore a quello offerto attualmente dal BTP 1.11.2027 (1,91%) mentre il pericolo di una ulteriore forte svalutazione del dollaro sembra ridimensionato.

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Tra i sostenitori dei titoli di stato USA in questa fase figura Hartwig Kos, Vice CIO Co-Head of Multi-Asset di SYZ Asset Management, che ha infatti modificato la propria valutazione sui bond italiani legati all’inflazione, sui bund tedeschi e sui titoli di stato australiani alla luce della loro  solida performance registrata a novembre e a inizio dicembre 2017. Di fatto, i titoli di stato USA sono gli unici, all’interno del mercato sviluppato dei titoli di Stato, ai quali SYZ Asset Management ha assegnato una “preferenza”: tutti gli altri spaziano da “lieve avversione” ad “avversione”. La ragione è semplice: i titoli del tesoro statunitensi offrono infatti un carry (un flusso cedolare) soddisfacente rispetto agli altri mercati obbligazionari.

“Nel segmento a due anni, in particolare, i titoli di stato USA hanno registrato, negli scorsi sei mesi, un persistente rialzo dei rendimenti che attualmente sono arrivati oltre la soglia del 2%, valore superiore al rendimento da dividendi dell’indice S&P 500. Si tratta di un aspetto che determina un profondo cambiamento dal momento che gli investitori statunitensi possono ora contare su un’alternativa generatrice di reddito alle azioni USA e che, in futuro, potrebbe causare reazioni a catena” fa presente Hartwig Kos.

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