correzione di borsa
Questa correzione di Borsa ricorda quella del 1987
Lo sfondo macroeconomico e i fondamentali di mercato suggeriscono un parallelo tra la correzione di Borsa attuale e quella del 1987.
16 Febbraio 2018 09:37
Potrebbe essere la correzione di Borsa del 1987 la più comparabile con l’attuale arretramento degli indici azionari? Secondo alcuni analisti la risposta potrebbe essere affermativa: insomma questa correzione condivide alcune somiglianze con quella del 1987. Se così fosse, l'attuale turbolenza del mercato potrebbe continuare ancora per un certo periodo senza tuttavia segnare nessuna inversione di tendenza e l'inizio di un bear market (mercato ribassista).
APPROFONDIMENTO
Borse, importante valutare le occasioni generate dalla volatilità inattesa
Ma scopriamo insieme quali siano le somiglianze tra questa correzione e quella verificatasi nel 1987. Questo drastico calo dei listini sembra essere stato scaturito da un driver specifico e da un fattore tecnico. Il driver è stato l’aumento inatteso della retribuzione dei lavoratori americani a gennaio del 2,9% su base annua, l’incremento più alto degli ultimi anni, che ha spinto all’insù le aspettative di inflazione e, a cascata, il rendimento dei mercati obbligazionari (mentre i prezzi delle obbligazioni che si muovono in direzione opposta ai tassi sono calati). In parallelo, sono stati rivisti i premi al rischio del mercato azionario alla luce del rialzo dei tassi obbligazionari con un drastico taglio delle quotazioni (e, quindi, degli indici di Borsa).
L’aspetto tecnico, invece, è stato l’improvviso balzo della volatilità (indice VIX di Wall Street) che da un valore di 13 è balzata oltre i 37 punti: a quel punto, molti gestori che avevano implementato strategie ribassiste sulla volatilità hanno dovuto rapidamente chiudere le posizioni per evitare perdite ancora maggiori esacerbando la tendenza rialzista del VIX.
Anche il calo di Borsa del 1987 si verificò dopo un periodo di rendimenti e tassi più elevati, un incremento dell’inflazione e un indebolimento del dollaro USD. Inoltre, nel famoso lunedì nero di Wall Street (19 ottobre 1987, quando l’indice azionario USA perse il 22% in una sola seduta di Borsa), tutti gli investitori si precipitarono a vendere contemporaneamente mandando in tilt il sistema che, allora, non prevedeva nessun blocco automatico per eccesso di ribasso.
APPROFONDIMENTO
Perché i mercati sono diventati più vulnerabili alle cattive sorprese
Fin qui le analogie. Emergono però anche alcune sostanziali differenze tra questa e quella correzione. In primis, spiccano una serie di fattori attenuanti che sembrerebbero suggerire che l’attuale correzione possa rivelarsi meno severa di quella sperimentata nel 1987 (in occasione della quale l’indice S&P500 di Wall Street lasciò sul parterre complessivamente circa un terzo del suo valore). Ad esempio, il rally delle azioni nel corso del 2017 è stato accompagnato da solide tendenze in fatto di utili per azione (EPS) e non ha visto invece (come accadde nel 1987) un ampliamento del rapporto prezzo / utili (p/e).
Anche le valutazioni relative sono oggi molto più attraenti rispetto al 1987: allora, i rendimenti delle obbligazioni a 10 anni raggiunsero il 10% negli Stati Uniti e il 7% in Germania mentre attualmente siamo, rispettivamente, al 3% e al di sotto del punto percentuale. Un aspetto quest’ultimo importante, dal momento che, dopo la correzione, il rendimento dei dividendi (dividend yield) dell’indice MSCI Europe si è attestato ad un attraente 3,8 per cento.
APPROFONDIMENTO
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L’aspetto tecnico, invece, è stato l’improvviso balzo della volatilità (indice VIX di Wall Street) che da un valore di 13 è balzata oltre i 37 punti: a quel punto, molti gestori che avevano implementato strategie ribassiste sulla volatilità hanno dovuto rapidamente chiudere le posizioni per evitare perdite ancora maggiori esacerbando la tendenza rialzista del VIX.
Anche il calo di Borsa del 1987 si verificò dopo un periodo di rendimenti e tassi più elevati, un incremento dell’inflazione e un indebolimento del dollaro USD. Inoltre, nel famoso lunedì nero di Wall Street (19 ottobre 1987, quando l’indice azionario USA perse il 22% in una sola seduta di Borsa), tutti gli investitori si precipitarono a vendere contemporaneamente mandando in tilt il sistema che, allora, non prevedeva nessun blocco automatico per eccesso di ribasso.
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