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I migliori beni rifugio? Né oro, né mattone, né diamanti: sono le azioni

Dal 1900 il rendimento reale medio delle azioni è stato del 5,2%: superiore a quello di beni rifugio per eccellenza come oggetti rari, preziosi e immobili.

1 Marzo 2018 11:14

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Il Global Investment Returns Yearbook, a cura di Credit Suisse in collaborazione con tre professori riconosciuti come autentiche autorità nell’analisi dei rendimenti nel lungo periodo (Elroy Dimson, Paul Marsh e Mike Staunton della London Business School) è stato pubblicato la scorsa settimana. Si tratta di una pubblicazione interessante, in quanto illustra - con cifre, percentuali, rendimenti e dettagli - la storia dei mercati dal 1900 a oggi in 23 paesi e tre macro-aree e comprende la prima analisi di lungo periodo di beni non solo finanziari (come le azioni e le obbligazioni) ma anche di beni non finanziari come immobili, oggetti d’arte, macchine d’epoca, libri e vini rari, gioielli: i cosiddetti beni rifugio.

Una lettura sulla quale si è concentrato Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell'Alpha e il Beta del 26 febbraio 2018. “Scopriamo che gli immobili di tutto il mondo valgono complessivamente 228mila miliardi di dollari, un valore di molto superiore alla somma di azioni e obbligazioni globali, pari nel 2016 a 170mila miliardi di dollari“ rivela Carlo Benetti secondo il quale, però, l’espressione ‘sicuro come una casa’ andrebbe probabilmente rivista e aggiornata alla luce del fatto che negli Stati Uniti, in 118 anni, il rendimento reale medio annualizzato delle case è stato di 0,3%, mentre dalle quotazioni massime registrate a fine 2005 ai minimi del 2012, i prezzi delle case sono scesi in termini reali (al netto cioè dell’inflazione) di oltre il 36%.

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Dal 1900 il potere d’acquisto del valore degli oggetti rari, da collezione, è cresciuto di oltre 30 volte, pari a una crescita annualizzata del 2,9%. Ma qual è stata la migliore performance tra oggetti d’arte, violini, auto d’epoca e libri rari? Il primato spetta alle bottiglie di vino, capaci di registrare una rivalutazione media del 3,7% annuo.

“Un’altra sorpresa nella lettura del Rapporto è scoprire che dal 1900 a oggi l’oro, l’argento e i diamanti non sono stati all’altezza della loro fama di beni rifugio” puntualizza poi Carlo Benetti, ricordando come l’investimento azionario si confermi, invece, il miglior investimento nel lunghissimo periodo: “I movimenti dei listini sono erratici nel breve termine, difficili da interpretare, impossibili da prevedere, eppure nel lungo periodo restano una certezza, il rendimento reale medio delle azioni dal 1900 è del 5,2%” precisa il manager specificando che nel portafoglio di GAM, attualmente, proprio l’esposizione ai mercati azionari sia maggiore rispetto a quella dedicata ai mercati obbligazionari.

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“Le obbligazioni, come è stato spiegato nei commenti dell’Alpha e il Beta delle settimane scorse, sono diventate più vulnerabili” esplicita Carlo Benetti rivelando che la componente obbligazionaria, governativa e societaria, è stata portata a livelli inferiori a quelli ordinari per far posto a strategie non direzionali e a strumenti multi-asset class e liquid-alternative (Alternative Risk Premia, Target Return ecc.) Cioè a quegli strumenti capaci, soprattutto in questa fese, di garantire la stabilità tradizionalmente fornita dalle obbligazioni.

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