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Investimenti: nel 2018 serve un approccio più audace, ma senza salti nel buio
La quota di azioni dovrebbe aumentare: ecco come costruire ugualmente un portafoglio equilibrato e proteggere i propri investimenti anche quest’anno.
7 Marzo 2018 09:48
La tattica giusta per conseguire gli obiettivi di rendimento 2018 negli investimenti potrebbe essere molto diversa da quella adottata nel 2017. È quello che emerge dopo i primi due mesi in cui si è assistito ad un sensibile incremento della volatilità con ripercussioni evidenti sui mercati, sia quelli obbligazionari e sia, soprattutto, quelli azionari. L’anno scorso la tattica giusta prevedeva una quota minima di azioni e una quota ampiamente maggioritaria di obbligazioni per conseguire un rendimento sufficientemente al di sopra del target di inflazione (due per cento). Utilizzando gli indici dei fondi comuni, nel 2017 quelli azionari hanno reso il +10,02% mentre quelli obbligazionari hanno guadagnato lo 0,93%.
LE TATTICHE DEL 2017
Utilizzando una tattica prudente di portafoglio con una quota di fondi azionari del 20% e il restante 80% in fondi obbligazionari si sarebbe potuto ricavare un +2,7% (performance superiore al +2,4% dell’indice di fondi bilanciati). Assumendo una tattica leggermente più aggressiva , portando al 25% la quota in fondi azionari (con contestuale calo al 75% di quella obbligazionaria) il rendimento annuo sarebbe salito al +3,2% (superiore alla performance dei fondi flessibili che hanno chiuso il 2017 a +3,06%). Una tattica di questo tipo potrebbe rivelarsi probabilmente non sufficiente quest’anno per ricavare rendimenti superiori al 2% visto che i mercati azionari sembrano molto meno stabili mentre le obbligazioni potrebbero accusare addirittura performance negative sulla scia del rialzo dei rendimenti (che si muovono in direzione opposta ai prezzi).
APPROFONDIMENTO
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MEGLIO NON PUNTARE TUTTO SULL’ATTACCO
In pratica, potrebbe essere necessario assumere una tattica molto più audace sull’azionario per conseguire gli stessi risultati del 2017, con conseguente aumento del profilo di rischio del portafoglio. Che fare? In questo contesto di valutazioni elevate e posizioni affollate gli esperti di PIMCO suggeriscono una strategia che non punti tutto sull'attacco. Al contrario, secondo i professionisti di PIMCO, vanno ricercate fonti di rendimento molteplici tramite opportunità relative value macro o micro su specifici paesi e settori: in pratica, sarà indispensabile saper valutare le nicchie di sottovalutazione relativa che ancora ci sono nei mercati in modo da conseguire, insieme ad una difesa robusta, una somma (auspicabilmente) di tante piccole vittorie. Per implementare questa tattica, gli esperti di PIMCO all’interno dell’azionario (che dovrebbe registrare performance superiori rispetto agli altri attivi rischiosi), prediligono i mercati emergenti mentre nell’obbligazionario prediligono le obbligazioni indicizzate all'inflazione rispetto ai titoli nominali.
APPROFONDIMENTO
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STRATEGIE TRADIZIONALI E ALTERNATIVE INSIEME
“Tuttavia, siamo fermamente convinti che per ottenere una solida performance nel 2018 sia necessario combinare opportunamente strategie tradizionali con strategie che puntano a generare un alfa (extra rendimento) strutturale e che si prefiggono di identificare fonti di extra-rendimento consolidate nel tempo, dette anche alternative risk premia, ovvero strategie value (orientate al valore), carry (che beneficiano di flussi cedolari generosi) e di momentum (legate ai maggiori flussi di acquisto sul mercato)” specificano i professionisti di PIMCO. Non solo. Il portafoglio deve essere costruito in modo adeguatamente diversificato e attento ai rischi di ribasso. È vero che lo scenario di riferimento di PIMCO prevede che l’attuale fase di crescita globale prosegua, ma le valutazioni dei mercati (molto tirate) e un rallentamento inatteso potrebbero avere ripercussioni pesanti.
AUTORITÀ MONETARIE CON POCHE MUNIZIONI
“Nel caso in cui si materializzasse un rallentamento inatteso, le autorità potrebbero non avere più a disposizione molti strumenti per intervenire sul fronte monetario o fiscale. La politica monetaria sta ancora operando su livelli pari o prossimi allo zero in molti paesi e i disavanzi di bilancio crescono. Inoltre, la cooperazione globale sembra diminuire, mentre il rischio geopolitico aumenta” specificano gli esperti di PIMCO che, alla luce di tali fattori propendono per un posizionamento di portafoglio più prudente che, “pur non prevedendo un rallentamento immediato sostenuto, ci consenta di essere preparati nell'eventualità in cui le autorità non si dimostrino molto efficaci nel contenere la flessione, qualora dovesse materializzarsi”.
LE TATTICHE DEL 2017
Utilizzando una tattica prudente di portafoglio con una quota di fondi azionari del 20% e il restante 80% in fondi obbligazionari si sarebbe potuto ricavare un +2,7% (performance superiore al +2,4% dell’indice di fondi bilanciati). Assumendo una tattica leggermente più aggressiva , portando al 25% la quota in fondi azionari (con contestuale calo al 75% di quella obbligazionaria) il rendimento annuo sarebbe salito al +3,2% (superiore alla performance dei fondi flessibili che hanno chiuso il 2017 a +3,06%). Una tattica di questo tipo potrebbe rivelarsi probabilmente non sufficiente quest’anno per ricavare rendimenti superiori al 2% visto che i mercati azionari sembrano molto meno stabili mentre le obbligazioni potrebbero accusare addirittura performance negative sulla scia del rialzo dei rendimenti (che si muovono in direzione opposta ai prezzi).
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MEGLIO NON PUNTARE TUTTO SULL’ATTACCO
In pratica, potrebbe essere necessario assumere una tattica molto più audace sull’azionario per conseguire gli stessi risultati del 2017, con conseguente aumento del profilo di rischio del portafoglio. Che fare? In questo contesto di valutazioni elevate e posizioni affollate gli esperti di PIMCO suggeriscono una strategia che non punti tutto sull'attacco. Al contrario, secondo i professionisti di PIMCO, vanno ricercate fonti di rendimento molteplici tramite opportunità relative value macro o micro su specifici paesi e settori: in pratica, sarà indispensabile saper valutare le nicchie di sottovalutazione relativa che ancora ci sono nei mercati in modo da conseguire, insieme ad una difesa robusta, una somma (auspicabilmente) di tante piccole vittorie. Per implementare questa tattica, gli esperti di PIMCO all’interno dell’azionario (che dovrebbe registrare performance superiori rispetto agli altri attivi rischiosi), prediligono i mercati emergenti mentre nell’obbligazionario prediligono le obbligazioni indicizzate all'inflazione rispetto ai titoli nominali.
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STRATEGIE TRADIZIONALI E ALTERNATIVE INSIEME
“Tuttavia, siamo fermamente convinti che per ottenere una solida performance nel 2018 sia necessario combinare opportunamente strategie tradizionali con strategie che puntano a generare un alfa (extra rendimento) strutturale e che si prefiggono di identificare fonti di extra-rendimento consolidate nel tempo, dette anche alternative risk premia, ovvero strategie value (orientate al valore), carry (che beneficiano di flussi cedolari generosi) e di momentum (legate ai maggiori flussi di acquisto sul mercato)” specificano i professionisti di PIMCO. Non solo. Il portafoglio deve essere costruito in modo adeguatamente diversificato e attento ai rischi di ribasso. È vero che lo scenario di riferimento di PIMCO prevede che l’attuale fase di crescita globale prosegua, ma le valutazioni dei mercati (molto tirate) e un rallentamento inatteso potrebbero avere ripercussioni pesanti.
AUTORITÀ MONETARIE CON POCHE MUNIZIONI
“Nel caso in cui si materializzasse un rallentamento inatteso, le autorità potrebbero non avere più a disposizione molti strumenti per intervenire sul fronte monetario o fiscale. La politica monetaria sta ancora operando su livelli pari o prossimi allo zero in molti paesi e i disavanzi di bilancio crescono. Inoltre, la cooperazione globale sembra diminuire, mentre il rischio geopolitico aumenta” specificano gli esperti di PIMCO che, alla luce di tali fattori propendono per un posizionamento di portafoglio più prudente che, “pur non prevedendo un rallentamento immediato sostenuto, ci consenta di essere preparati nell'eventualità in cui le autorità non si dimostrino molto efficaci nel contenere la flessione, qualora dovesse materializzarsi”.
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