Blue Chips
Le blue chips di Piazza Affari? Sono trainate dai PUFFI
Come il Nasdaq che ha beneficiato dei FAANG, Piazza Affari deve gran parte della performance 2018 a un pugno di blue chips: Poste, Unicredit, FCA, Ferrari e Intesa Sanpaolo
13 Marzo 2018 09:44
Nonostante abbia accusato la correzione come tutti i principali listini internazionali scattata nel mese di febbraio, Piazza Affari mantiene ancora una performance positiva da inizio anno (indice delle 40 blue chips Ftse Mib +4,17%), e, soprattutto, resta in vantaggio sia rispetto a Wall Street (indice S&P500 +4,09%) e sia nei confronti delle altre borse europee (indice Dax di Francoforte -3,8% e Cac di Parigi -0,6%).
Ma attenzione, perché un’analisi più attenta degli andamenti dei singoli titoli quotati mette in evidenza un aspetto già emerso negli Stati Uniti nel 2017 con i FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google – Alphabet) del Nasdaq. E cioè che la performance dell’indice sia concentrata in un pugno di società ad alta capitalizzazione che, in virtù del loro peso specifico più alto, determinano l’entità della performance dell’indice.
Nel caso di Piazza Affari si tratta di cinque blue chips, i cosiddetti PUFFI (Poste italiane, Unicredit, FCA, Ferrari e Intesa Sanpaolo) che, dal primo gennaio a ieri, possono vantare performance nettamente superiori all’indice. Poste Italiane (9,5 miliardi di euro di capitalizzazione di Borsa) mostra un +17,55% da inizio a anno, Unicredit (37,9 miliardi) evidenzia un rialzo del +8,02% mentre FCA (26,4 miliardi) esprime un guadagno del +14,38% e Ferrari (19,5 miliardi) un +14,45%: chiude l’elenco Intesa Sanpaolo (48,1 miliardi) che mostra un apprezzamento del +10% da inizio 2018.
Non sappiamo se questo trend proseguirà nei prossimi mesi (come è accaduto nel corso del 2017 per i titoli FAANG del Nasdaq) anche perché si tratta di blue chips non omogenee (due sono bancari, uno, Poste Italiane, è un finanziario unico nel suo genere, e due sono società automobilistiche, una delle quali peraltro rientrante nel segmento lusso) con previsioni da parte degli analisti che seguono i titoli molto divergenti.
APPROFONDIMENTO
Ma Piazza Affari è sopravvalutata oppure no?
Nel caso di FCA, per esempio, il consenso degli analisti fissa a 21,06 il prezzo obiettivo nei prossimi 12 mesi per il titolo (cioè il 22,4% in più rispetto all’ultima quotazione di venerdi scorso di 17,2 euro) mentre nel caso di Ferrari il consenso punta a un target price a 12 mesi di 114,6 euro (il 13% circa al di sopra dell’attuale quotazione). Per Intesa il prezzo obiettivo a 12 mesi degli analisti di settore si posiziona a 3,44 euro per azione (il 13% circa sopra i prezzi odierni) mentre per Unicredit non va oltre i 17,8 euro per azione (cinque punti percentuali al di sopra del valore attuale di Borsa). Infine, nel caso di Poste Italiane gli analisti stimano un target price a 12 mesi di 7,44 euro per azione (non molto distante dagli attuali 7,42 euro). Resta il fatto che le performance da inizio anno dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari sono trainate da queste cinque blue chips: blu come i PUFFI.
I PUFFI COME I FAANG
Ma attenzione, perché un’analisi più attenta degli andamenti dei singoli titoli quotati mette in evidenza un aspetto già emerso negli Stati Uniti nel 2017 con i FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google – Alphabet) del Nasdaq. E cioè che la performance dell’indice sia concentrata in un pugno di società ad alta capitalizzazione che, in virtù del loro peso specifico più alto, determinano l’entità della performance dell’indice.
PERFORMANCE TRA L’8% E IL 17,5%
Nel caso di Piazza Affari si tratta di cinque blue chips, i cosiddetti PUFFI (Poste italiane, Unicredit, FCA, Ferrari e Intesa Sanpaolo) che, dal primo gennaio a ieri, possono vantare performance nettamente superiori all’indice. Poste Italiane (9,5 miliardi di euro di capitalizzazione di Borsa) mostra un +17,55% da inizio a anno, Unicredit (37,9 miliardi) evidenzia un rialzo del +8,02% mentre FCA (26,4 miliardi) esprime un guadagno del +14,38% e Ferrari (19,5 miliardi) un +14,45%: chiude l’elenco Intesa Sanpaolo (48,1 miliardi) che mostra un apprezzamento del +10% da inizio 2018.
PANIERE DI TITOLI DISOMOGENEO
Non sappiamo se questo trend proseguirà nei prossimi mesi (come è accaduto nel corso del 2017 per i titoli FAANG del Nasdaq) anche perché si tratta di blue chips non omogenee (due sono bancari, uno, Poste Italiane, è un finanziario unico nel suo genere, e due sono società automobilistiche, una delle quali peraltro rientrante nel segmento lusso) con previsioni da parte degli analisti che seguono i titoli molto divergenti.
APPROFONDIMENTO
Ma Piazza Affari è sopravvalutata oppure no?
LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI
Nel caso di FCA, per esempio, il consenso degli analisti fissa a 21,06 il prezzo obiettivo nei prossimi 12 mesi per il titolo (cioè il 22,4% in più rispetto all’ultima quotazione di venerdi scorso di 17,2 euro) mentre nel caso di Ferrari il consenso punta a un target price a 12 mesi di 114,6 euro (il 13% circa al di sopra dell’attuale quotazione). Per Intesa il prezzo obiettivo a 12 mesi degli analisti di settore si posiziona a 3,44 euro per azione (il 13% circa sopra i prezzi odierni) mentre per Unicredit non va oltre i 17,8 euro per azione (cinque punti percentuali al di sopra del valore attuale di Borsa). Infine, nel caso di Poste Italiane gli analisti stimano un target price a 12 mesi di 7,44 euro per azione (non molto distante dagli attuali 7,42 euro). Resta il fatto che le performance da inizio anno dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari sono trainate da queste cinque blue chips: blu come i PUFFI.
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