Aneta Wynimko
Consumi globali, ecco come sfruttare un trend in continua crescita
Le opportunità di investimento in un settore in crescita a livello globale, ma attraversato anche da grandi cambiamenti, soprattutto nei mercati emergenti.
22 Marzo 2018 10:45
Era un po’ l’elemento mancante della ripresa economica dei paesi sviluppati dopo la grande crisi finanziaria, ma la spesa per consumi ha ripreso a crescere a buon ritmo negli Stati Uniti e nell’ultimo periodo sembra rafforzarsi anche nel Vecchio Continente.
Ma è nei paesi emergenti che i consumi crescono a ritmi decisamente più elevati, basti pensare che tra il 2000 e il 2015 la spesa delle famiglie è quadruplicata in Cina, mentre negli USA è aumentata solo di 1,8 volte. Secondo una ricerca della società di consulenza McKinsey, saranno proprio i mercati emergenti ad alimentare la crescita globale nei prossimi 20 anni. Entro il 2025, si prevede che il consumo globale complessivo sarà pari al doppio del livello del 2013 e metà di questo aumento arriverà dal mondo emergente. Nel 2010, la "classe consumatrice" - persone con un reddito disponibile maggiore di 10 dollari al giorno – rappresentava poco più di un terzo della popolazione mondiale, entro il 2025, aumenterà a più della metà; tenendo conto della crescita della popolazione, ci saranno 1,8 miliardi di consumatori in più, la maggior parte dei quali vive in paesi emergenti.
APPROFONDIMENTO
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“I consumi globali dovrebbero continuare a crescere più velocemente del PIL nominale grazie ai consumatori di fascia alta, che continuano a beneficiare del quadro macroeconomico favorevole, e alle crescenti classi medie dei mercati emergenti”, conferma Aneta Wynimko, gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0114721508"]FF Global Consumer Industries Fund[/tooltip-fondi]. “Fra le società nel settore dei beni di consumo ve ne sono di ben posizionate per costruire marchi dotandoli di un pricing power che genera tassi di rendimento strutturalmente elevati. Le società più grandi, in un contesto sempre più complesso, dispongono inoltre di prodotti innovativi, attraggono i migliori talenti e beneficiano quindi del circolo virtuoso di crescita dei loro marchi su scala globale. I marchi più ambiti dovrebbero essere i principali beneficiari di questa dinamica”.
APPROFONDIMENTO
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La manager di Fidelity sottolinea anche i cambiamenti in atto nel settore dei consumi: la migrazione dai negozi fisici all'e-commerce, con la relativa crescita del commercio da dispositivi mobili, una maggiore attenzione alla salute da parte dei consumatori, la generazione dei millennial sempre più oculata nella selezione dei brand, mentre la "sharing economy" sta mettendo in crisi le nozioni tradizionali sui clienti. “Queste dinamiche stanno determinando cambiamenti radicali a livello aziendale, che si manifestano in una vivace attività di M&A (fusioni e acquisizioni). Anche l'ascesa dei nuovi media crea opportunità d'investimento, con le grandi imprese di Internet che cercano di posizionarsi in questo settore. Le forze destabilizzanti creano quindi ottime opportunità per i gestori attivi”, prosegue Wynimko che nella selezione dei titoli da inserire nel portafoglio del suo fondo adopera un particolare indicatore, il coefficiente di investimento, che è la combinazione di tre elementi: “A&P” (pubblicità e promozione, prediligendo la prima alla seconda), R&D (ricerca e sviluppo) e CapEx (investimenti fissi). “Combino questi tre parametri e confronto società con diversi modelli di business, privilegiando quelle con coefficienti d’investimento elevati, ma soltanto se ho fiducia nell’azienda e nei suoi piani d’investimento” ha concluso Wynimko.
LA FORZA DEGLI EMERGENTI
Ma è nei paesi emergenti che i consumi crescono a ritmi decisamente più elevati, basti pensare che tra il 2000 e il 2015 la spesa delle famiglie è quadruplicata in Cina, mentre negli USA è aumentata solo di 1,8 volte. Secondo una ricerca della società di consulenza McKinsey, saranno proprio i mercati emergenti ad alimentare la crescita globale nei prossimi 20 anni. Entro il 2025, si prevede che il consumo globale complessivo sarà pari al doppio del livello del 2013 e metà di questo aumento arriverà dal mondo emergente. Nel 2010, la "classe consumatrice" - persone con un reddito disponibile maggiore di 10 dollari al giorno – rappresentava poco più di un terzo della popolazione mondiale, entro il 2025, aumenterà a più della metà; tenendo conto della crescita della popolazione, ci saranno 1,8 miliardi di consumatori in più, la maggior parte dei quali vive in paesi emergenti.
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AZIENDE AVVANTAGGIATE
“I consumi globali dovrebbero continuare a crescere più velocemente del PIL nominale grazie ai consumatori di fascia alta, che continuano a beneficiare del quadro macroeconomico favorevole, e alle crescenti classi medie dei mercati emergenti”, conferma Aneta Wynimko, gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0114721508"]FF Global Consumer Industries Fund[/tooltip-fondi]. “Fra le società nel settore dei beni di consumo ve ne sono di ben posizionate per costruire marchi dotandoli di un pricing power che genera tassi di rendimento strutturalmente elevati. Le società più grandi, in un contesto sempre più complesso, dispongono inoltre di prodotti innovativi, attraggono i migliori talenti e beneficiano quindi del circolo virtuoso di crescita dei loro marchi su scala globale. I marchi più ambiti dovrebbero essere i principali beneficiari di questa dinamica”.
APPROFONDIMENTO
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NUOVI E VECCHI CONSUMI
La manager di Fidelity sottolinea anche i cambiamenti in atto nel settore dei consumi: la migrazione dai negozi fisici all'e-commerce, con la relativa crescita del commercio da dispositivi mobili, una maggiore attenzione alla salute da parte dei consumatori, la generazione dei millennial sempre più oculata nella selezione dei brand, mentre la "sharing economy" sta mettendo in crisi le nozioni tradizionali sui clienti. “Queste dinamiche stanno determinando cambiamenti radicali a livello aziendale, che si manifestano in una vivace attività di M&A (fusioni e acquisizioni). Anche l'ascesa dei nuovi media crea opportunità d'investimento, con le grandi imprese di Internet che cercano di posizionarsi in questo settore. Le forze destabilizzanti creano quindi ottime opportunità per i gestori attivi”, prosegue Wynimko che nella selezione dei titoli da inserire nel portafoglio del suo fondo adopera un particolare indicatore, il coefficiente di investimento, che è la combinazione di tre elementi: “A&P” (pubblicità e promozione, prediligendo la prima alla seconda), R&D (ricerca e sviluppo) e CapEx (investimenti fissi). “Combino questi tre parametri e confronto società con diversi modelli di business, privilegiando quelle con coefficienti d’investimento elevati, ma soltanto se ho fiducia nell’azienda e nei suoi piani d’investimento” ha concluso Wynimko.