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Fed, titoli di stato USA a breve termine meno incerti nella “nuova era” Powell

Dopo il rialzo dei tassi di un quarto di punto da parte della Fed, i titoli di stato USA a breve termine sembrano meno esposti ai futuri movimenti di mercato.

22 Marzo 2018 14:55

financialounge -  BlackRock Federal Reserve Jerome Powell Rick Rieder tassi di interesse
Come previsto il FOMC (il comitato che in seno alla Federal Reserve decide sui tassi di interesse americani, ndr) ha alzato i tassi dello 0,25% che passano dall’1,50% all’1,75% ed ha sottolineato la sua fiducia nel proseguimento della forza economica degli Stati Uniti, dovuta in parte allo stimolo fiscale attuale e imminente.

TRE AUMENTI DEI TASSI NEL 2019


“Riteniamo che la comunicazione della Fed di ieri abbia confermato che, a questo punto, è estremamente difficile spostare la banca centrale da un percorso di rialzo dei tre tassi per il 2018" sottolinea Rick Rieder, BlackRock’s Chief Investment Officer of Global Fixed Income che, inoltre, ritiene che nel 2019 vedremo qualcosa di più vicino a tre aumenti, e forse un paio di aumenti incrementali nel 2020, a seconda delle condizioni economiche e finanziarie in quel momento, e non come quello che indicano gli attuali prezzi di mercato che stanno incorporando una previsione tra uno e due aumenti nel 2019 e (forse) nemmeno un aumento nel 2020

L’IMPEGNO DELLA FED TARGATA POWELL


Pertanto, i mercati farebbero bene a considerare quanto detto ieri dalla Fed come un impegno della banca centrale a produrre tutti gli sforzi verso la normalizzazione dei tassi che, a sua volta, sarà fortemente influenzata dai dati macroeconomici nei prossimi mesi. “Dal punto di vista degli operatori di mercato, pensiamo che la Fed targata Powell non sarà eccessivamente focalizzata sulla velocità della normalizzazione, quanto piuttosto porrà l'accento sulla sua durata”, spiega Rieder.

ATTENZIONE AI TITOLI A PIU’ LUNGA SCADENZA


“Pertanto, riteniamo che investire in tassi di interesse a più breve termine fornisca un grado molto più elevato di certezza e una minore volatilità” prosegue ancora Rick Rieder, secondo il quale è necessario gestire con cura le attività obbligazionarie di durata più lunga (più sensibili all’andamento dei tassi d'interesse), in quanto anche piccole variazioni delle percentuali possono presentare ampie variazione in conto capitale, come evidenziato già quest'anno. Il riferimento del manager è al fatto che mentre l'indice Bloomberg Barclays U.S. Aggregate (che rappresenta l’insieme del mercato obbligazionario USA) è sceso del 2,17% da inizio anno, il segmento dei titoli del Tesoro USA con scadenza tra 7 e 10 anni segna un calo di 252 punti base (-2,52%), il segmento con scadenze 1-3 anni solo di 39 punti base (-0,39%) e quello con scadenza superiore a 25 anni evidenzia una correzione di 537 punti base (-5,37%).

UN EQUILIBRIO DELICATO


“Siamo persuasi che il nuovo presidente e il comitato della Fed stiano reagendo in modo adeguato a un'economia in crescita e moderatamente inflazionata, in cui le condizioni finanziarie sono state troppo accomodanti. Ogni tentativo sarà fatto per non stravolgere troppo questo equilibrio (delle condizioni economiche e finanziarie) ma la Fed ha chiarito in modo netto che tale equilibrio è ancora troppo dipendente dalla politica monetaria.
E’ invece arrivato il momento che le gambe di sostegno debbano essere rimpiazzate dalla volontà del mercato in assenza di qualsiasi sostegno (effettivo o percepito) da parte della banca centrale: è questa è davvero una nuova era” sottolinea Rick Rieder consapevole che questo nuovo capitolo è già stato già inaugurato con cautela nel corso del 2017, ma ora costituisce una posizione che sarà portata avanti con un crescente senso di fiducia e convinzione da parte di questo nuovo (e ancora da definire) gruppo di banchieri guidati dal presidente Powell.

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