Arabia Saudita

Il principe e il delfino sulla polveriera del mondo

Si intensificano gli incontri tra il principe saudita Mohammed e il genero di Trump Jared Kushner, sempre più personaggi chiave degli sviluppi nell’area più calda del globo: il Golfo Persico.

22 Marzo 2018 09:50

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Di Jared Kushner, genero, consigliere e forse delfino di Donald Trump si parla molto sui media per il Russiagate e meno per il ruolo che ha negli sviluppi politici nell’area che tutti considerano la potenziale polveriera del mondo, l’area del Golfo.

AMICO AMERICANO


Jared è l’amico americano, anche per motivi anagrafici, del trentenne principe Mohammed bin Salman, figlio ed erede designato del Re saudita Salman. Si conoscevano da tempo, ma il loro primo incontro ‘di stato’ risale a un anno fa alla Casa Bianca, subito dopo l’insediamento di The Donald. Lo scorso autunno il Delfino aveva ricambiato andando a trovare il Principe Reale a casa sua, a Riyadh. Un anno e poco più dopo si sono incontrati di nuovo, sempre negli Stati Uniti, in occasione di un nuovo giro americano del Principe Reale saudita. Al telefono si sentono spesso, informalmente, per scambiarsi consigli e pareri.

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PULIZIA SAUDITA


Tra gli incarichi ufficiali hanno in comune quello di capi negoziatori dei rispettivi paesi per la pace tra israeliani e palestinesi. Un dossier scottante e potenzialmente esplosivo, che si inserisce nel contesto più ampio tra americani, israeliani e sauditi da un lato e Iran, Hamas, Hezbollah e sullo sfondo Russia e Turchia dall’altro. Tra le due visite in America, il principe Mohammed ha letteralmente ribaltato l’assetto politico-economico in Arabia, facendo fuori decine di principi e petrolieri miliardari parte dell’establishment saudita, con il plauso aperto di Trump.  Tra le "vittime" l’investitore miliardario Alwaleed bin Talal, che aveva attaccato The Donald durante la compagna presidenziale definendo una "disgrazia" una sua eventuale vittoria. La crescita di Kushner come diplomatico di primo piano sembra sia stata tra le ragioni del licenziamento del Segretario di Stato Tillerson, insofferente alle scorribande di Jared sul suo territorio di competenza.

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ARMI E FOCOLAI


Intanto gli americani aiutano i sauditi ad armarsi fino ai denti, con forniture per 110 miliardi di dollari e altri investimenti in sistemi e strutture di difesa. La tesi del principe Mohammed è che il principale ostacolo alla pace tra israeliani e palestinesi, così come la causa di tutte le turbolenze mediorientali, siano gli Ayatollah che stanno a Teheran. Il che fa temere molti in giro per il mondo che il confronto tra le due potenze vicine e rivali, per ora confinato (si fa per dire) a Yemen, Siria, Gaza e i focolai ancora non del tutto spenti dello Stato Islamico, possa deflagrare in un colossale falò con esiti devastanti anche sulle forniture globali di petrolio. Se questo fosse il non augurabile caso, le prove generali si stanno facendo in Siria, come nella Spagna della Guerra Civile degli anni '30, laboratorio dei nuovi sistemi di armamento e delle nuove tattiche belliche che sarebbero poi stati impiegati su scala mondiale.

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