Aviva Investors
Investimenti 2018, ricette più elaborate per far fronte alle sfide del mercato
Le fonti di reddito tradizionali, che hanno funzionato bene negli ultimi anni, non saranno più sufficienti a garantire un buon rendimento per gli investimenti, viste le nuove insidie in arrivo.
28 Marzo 2018 10:23
“Ci sono tutte le condizioni affinché anche questo sia un anno caratterizzato da una crescita economica robusta e da rendimenti ragionevoli degli asset rischiosi come le azioni. Tuttavia, riteniamo che i tradizionali portafogli con obiettivo di reddito dovranno affrontare alcune problematiche fondamentali. È pertanto importante avere la flessibilità in grado di garantire fonti di reddito diversificate, disponendo al contempo di strumenti in grado di proteggere i portafogli da potenziali fattori sfavorevoli” dichiara Gavin Counsell, Portfolio Manager Multi-asset Funds and Aims Target Income Fund di Aviva Investors, a proposito dell’approccio agli investimenti per l’anno in corso.
Le conclusioni a cui giunge il manager sono il prodotto della sua analisi dell’attuale situazione sia in ambito macroeconomico che finanziario. Come sottolinea Counsell, la crescita economica 2018 è diffusa a livello globale e dovrebbe attestarsi in prossimità del quattro per cento, il livello più alto 2011, in linea con una costante riduzione dell'eccesso di capacità globale e maggiori pressioni inflazionistiche.
“Le incoraggianti prospettive di crescita globale sembrerebbero indicare che il sentiment degli investitori sia destinato a rimanere positivo. Ma un eventuale shock per la crescita, anche di lieve entità, potrebbe dimostrarsi problematico per i mercati finanziari, date le valutazioni così elevate” avverte però Gavin Counsell che snocciola poi i diversi fattori negativi che si presenteranno sui mercati. In primis l’abbandono da parte delle banche centrali dei programmi di acquisto di obbligazioni che hanno iniettato migliaia di miliardi di dollari nei mercati mondiali a partire dal 2008.
Non solo questo farà mancare un supporto sostanziale alle quotazioni dei bond ma, in parallelo, sembra adesso prevalere l’intenzione di aumentare, anziché tagliare, i tassi d'interesse. Insomma, il contesto di investimento si è fatto più complicato rispetto al 2017. Per esempio, gli investitori obbligazionari devono sapere che il calo degli spread creditizi europei investment grade (cioè l’extra rendimento offerto dai bond societari rispetto ai titoli di stato) al di sotto di 100 punti base, li espone al rischio di azzeramento dei guadagni anche con un allargamento dei rendimenti dell'indice di soli 20 punti base (+0,2%).
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Peccato che gli investitori sembrano ignorare le diverse minacce per i mercati finanziari, tra le quali il perdurante accumulo del debito globale, salito al nuovo massimo storico di 230mila miliardi di dollari USA nel terzo trimestre del 2017 in base ai dati dell’Institute of International Finance (IFF). Sempre secondo gli analisti dell’istituto dovrebbe essere stata toccata la percentuale del 25% di società in Brasile, India, Turchia e Cina, definibili ‘stressed’, ovvero non in grado di coprire gli oneri per interessi: secondo i calcoli dell'IFF, entro la fine dell’anno andranno in scadenza circa USD 1.700 miliardi di dollari di prestiti sindacati e obbligazioni dei mercati emergenti. Non solo. Il problema non è affatto circoscritto ai mercati emergenti, ma riguarda anche diversi mercati maturi, tra cui Canada, Germania, Francia e Stati Uniti.
Per tutte queste ragioni, Gavin Counsell sconsiglia di limitare gli investimenti 2018 al mantenimento di una generale esposizione ad azioni e obbligazioni. “Per esempio, per la prima volta nella storia, il mercato azionario statunitense (Indice S&P 500) è riuscito a generare un rendimento positivo in ogni singolo mese del 2017. L'Indice S&P500 ha registrato oltre 280 giorni di negoziazione in ciascuno dei quali il prezzo non è sceso più del 3%, un altro record. Entrambi gli exploit evidenziano il contesto di basso rischio in cui abbiamo vissuto” puntualizza il manager che, al fine di generare un flusso di reddito affidabile e costante, raccomanda un portafoglio composto da differenti fonti di reddito comprendenti, da un lato, quelle tradizionali (dividendi azionari, cedole obbligazionarie, reddito da canoni di locazione) e, dall’altro, quelle non tradizionali (opzioni valutarie e azionarie).
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Il tutto senza trascurare né le opportunità specifiche (come, per fare un esempio, i titoli della Russia che, attualmente, sotto il profilo delle valutazioni, offrono rendimenti interessanti) né posizioni che possano beneficiare del contesto di aumento dei rendimenti: un esempio potrebbe essere la focalizzazione sulle curve dei rendimenti USA, britannici e giapponesi. “Negli Stati Uniti, il mercato sconta attualmente poco più di un ulteriore rialzo dei tassi nel 2019, mentre ce ne attendiamo due-tre nel 2018 ed esiste il rischio che ve ne siano altri” rivela Gavin Counsell che poi conclude accennando alle opportunità nel mercato giapponese: “Riteniamo che la Bank of Japan possa rivedere la propria politica di controllo della curva dei rendimenti, qualora l'inflazione core (senza energia e alimentari, ndr) salga oltre l’1%. Di conseguenza, un portafoglio dovrebbe incorporare strategie che generano rendimenti positivi per attenuare tale scenario e che proteggono la generazione di reddito”.
CRESCITA ECONOMICA DIFFUSA
Le conclusioni a cui giunge il manager sono il prodotto della sua analisi dell’attuale situazione sia in ambito macroeconomico che finanziario. Come sottolinea Counsell, la crescita economica 2018 è diffusa a livello globale e dovrebbe attestarsi in prossimità del quattro per cento, il livello più alto 2011, in linea con una costante riduzione dell'eccesso di capacità globale e maggiori pressioni inflazionistiche.
I FATTORI NEGATIVI SUI MERCATI
“Le incoraggianti prospettive di crescita globale sembrerebbero indicare che il sentiment degli investitori sia destinato a rimanere positivo. Ma un eventuale shock per la crescita, anche di lieve entità, potrebbe dimostrarsi problematico per i mercati finanziari, date le valutazioni così elevate” avverte però Gavin Counsell che snocciola poi i diversi fattori negativi che si presenteranno sui mercati. In primis l’abbandono da parte delle banche centrali dei programmi di acquisto di obbligazioni che hanno iniettato migliaia di miliardi di dollari nei mercati mondiali a partire dal 2008.
LA MANCANZA DEL SUPPORTO DELLE BANCHE CENTRALI
Non solo questo farà mancare un supporto sostanziale alle quotazioni dei bond ma, in parallelo, sembra adesso prevalere l’intenzione di aumentare, anziché tagliare, i tassi d'interesse. Insomma, il contesto di investimento si è fatto più complicato rispetto al 2017. Per esempio, gli investitori obbligazionari devono sapere che il calo degli spread creditizi europei investment grade (cioè l’extra rendimento offerto dai bond societari rispetto ai titoli di stato) al di sotto di 100 punti base, li espone al rischio di azzeramento dei guadagni anche con un allargamento dei rendimenti dell'indice di soli 20 punti base (+0,2%).
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GLI INVESTITORI IGNORANO LE MINACCE
Peccato che gli investitori sembrano ignorare le diverse minacce per i mercati finanziari, tra le quali il perdurante accumulo del debito globale, salito al nuovo massimo storico di 230mila miliardi di dollari USA nel terzo trimestre del 2017 in base ai dati dell’Institute of International Finance (IFF). Sempre secondo gli analisti dell’istituto dovrebbe essere stata toccata la percentuale del 25% di società in Brasile, India, Turchia e Cina, definibili ‘stressed’, ovvero non in grado di coprire gli oneri per interessi: secondo i calcoli dell'IFF, entro la fine dell’anno andranno in scadenza circa USD 1.700 miliardi di dollari di prestiti sindacati e obbligazioni dei mercati emergenti. Non solo. Il problema non è affatto circoscritto ai mercati emergenti, ma riguarda anche diversi mercati maturi, tra cui Canada, Germania, Francia e Stati Uniti.
PORTAFOGLI PIU’ DIVERSIFICATI
Per tutte queste ragioni, Gavin Counsell sconsiglia di limitare gli investimenti 2018 al mantenimento di una generale esposizione ad azioni e obbligazioni. “Per esempio, per la prima volta nella storia, il mercato azionario statunitense (Indice S&P 500) è riuscito a generare un rendimento positivo in ogni singolo mese del 2017. L'Indice S&P500 ha registrato oltre 280 giorni di negoziazione in ciascuno dei quali il prezzo non è sceso più del 3%, un altro record. Entrambi gli exploit evidenziano il contesto di basso rischio in cui abbiamo vissuto” puntualizza il manager che, al fine di generare un flusso di reddito affidabile e costante, raccomanda un portafoglio composto da differenti fonti di reddito comprendenti, da un lato, quelle tradizionali (dividendi azionari, cedole obbligazionarie, reddito da canoni di locazione) e, dall’altro, quelle non tradizionali (opzioni valutarie e azionarie).
APPROFONDIMENTO
Mercato azionario, Europa e mercati emergenti in vetrina
ALLA RICERCA DELLE OPPORTUNITA’ NASCOSTE
Il tutto senza trascurare né le opportunità specifiche (come, per fare un esempio, i titoli della Russia che, attualmente, sotto il profilo delle valutazioni, offrono rendimenti interessanti) né posizioni che possano beneficiare del contesto di aumento dei rendimenti: un esempio potrebbe essere la focalizzazione sulle curve dei rendimenti USA, britannici e giapponesi. “Negli Stati Uniti, il mercato sconta attualmente poco più di un ulteriore rialzo dei tassi nel 2019, mentre ce ne attendiamo due-tre nel 2018 ed esiste il rischio che ve ne siano altri” rivela Gavin Counsell che poi conclude accennando alle opportunità nel mercato giapponese: “Riteniamo che la Bank of Japan possa rivedere la propria politica di controllo della curva dei rendimenti, qualora l'inflazione core (senza energia e alimentari, ndr) salga oltre l’1%. Di conseguenza, un portafoglio dovrebbe incorporare strategie che generano rendimenti positivi per attenuare tale scenario e che proteggono la generazione di reddito”.
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