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L’età del legno non è tramontata, ma la produzione non tiene il passo

I dazi (dello scorso anno) sul legno canadese e la scarsità in Giappone e Germania sono alcuni dei fattori che spingono al rialzo i prezzi.

28 Marzo 2018 09:41

financialounge -  germania giappone legname materie prime Pictet
Anche in un’era dominata dalle tecnologie avanzate la domanda e la produzione di legno, uno dei materiali di base più antichi dell’umanità, proseguono la crescita senza soluzione di continuità. Tuttavia, come fa notare l'Advisory Board del fondo Timber di Pictet Asset Management, se da un lato la terra risulta, nel suo insieme, ancora ricca di legname, una serie di squilibri e di problematiche naturali, politiche e tecniche nell’ambito della fornitura hanno finito per determinare una sensibile ascesa dei prezzi della maggior parte dei legnami e dei prodotti di legno. Una situazione che non risulta modificabile almeno nel breve temine.

PROBLEMI STRUTTURALI


Uno dei principali problemi strutturali del settore è legato al fatto che l’abbondanza del legname è circoscritta alle zone meno popolate del mondo mentre in specifiche aree del pianeta, ad alta crescita, scarseggia. “In Germania, ad esempio, si prevede una scarsità di legname entro il 2020” sottolinea l'Advisory Board ricordando come, restando in Europa, sempre più legname venga impiegato come combustibile. Stesso discorso in Giappone dove, dopo la riconversione della produzione di energia delle centrali atomiche (dopo il disastro di Fukushima) che provvedevano a circa il 30% del fabbisogno nazionale, l’uso del legname per l’energia è cresciuto in maniera esponenziale.

FATTORI LOGISTICI


Esistono poi anche fattori logistici: per esempio le limitazioni sul numero di container che possono essere riempiti di legname e trasportati in tutto il mondo per far fronte alla domanda crescente nel pianeta. “Nel Nord America, invece, mentre l’amministrazione Trump ha imposto pesanti dazi sulle importazioni di legname dal Canada, nella provincia canadese della British Columbia, di gran lunga il principale produttore ed esportatore nazionale di prodotti di legno, una grave infestazione di bostrici ha indotto il Governo a ridurre in misura massiccia il quantitativo di foresta concesso per l'abbattimento, una limitazione che probabilmente rimarrà in vigore per molti anni ancora” puntualizza l'Advisory Board. Una situazione, questa, che pesa in misura ancora più rilevante alla luce del ritrovato dinamismo del mercato immobiliare statunitense è di nuovo in ripresa.

IL MISMATCH CANADA-USA


“Con i produttori canadesi frenati nel rispondere alla domanda, i prezzi del legname e dei prodotti di legno negli Stati Uniti hanno proseguito la corsa al rialzo” precisa l'Advisory Board anche perché con l’aumento del carico di lavoro delle segherie esistenti negli Stati Uniti è molto difficile, data la difficoltà di trovare manodopera specializzata, riuscire a sostituire l'offerta proveniente dal Canada. Infine, ma non certo per importanza, c’è la Cina che, come per tutte le materie prime, svolge un ruolo fondamentale nel mercato del legno.

APPROFONDIMENTO
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IL RUOLO CENTRALE DELLA CINA


Pechino è un importatore netto significativo e la domanda in aumento ha spinto il paese a assumere un ruolo crescente nella produzione di legname: inoltre si rafforza l’attenzione alle questioni ambientali. “Non solo il Governo sta imponendo limitazioni sempre più rigide al taglio del legno nelle foreste nazionali, ma sta anche provvedendo alla ristrutturazione di impianti antiquati ed inquinanti come le cartiere per la produzione di carta e cellulosa e gli stabilimenti di lavorazione del legno” conclude l'Advisory Board.

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