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Silicon London: l'hub tecnologico europeo con numeri da Cina
La città britannica è la capitale continentale della rivoluzione digitale, con numeri da California e Cina. I suoi unicorni miliardari rappresentano quasi la metà di tutti quelli europei.
30 Marzo 2018 07:50

C’era una volta la ‘Swinging London’ la rivoluzione della musica e della moda che dettava lo stile di vita al resto del mondo. Cinquant’anni dopo è la volta della ‘Silicon London’, l’hub europeo delle start up ultra tecnologiche che cavalcano la rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale.
Il punto di riferimento sociale della nuova generazione di imprenditori è il quartiere di Hoxton, nell’East End londinese dove - esattamente come 20 anni fa nella costellazione della Baia di San Francisco - tra uffici e pub ribolle l’universo creativo di ingegneri e neo imprenditori proiettati nella costruzione dei propri business online. Il nome simbolo della nuova Silicon London si chiama MOO, la startup leader nel design e nella stampa online di biglietti da visita con clienti in 190 paesi fondata nel 2006 da Richard Moross. Da Londra è anche partito l’italiano Riccardo Zacconi che con la sua King ha creato Candy Crush e l’ha portata a Wall Street con un’IPO miliardaria.
APPROFONDIMENTO
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Nonostante manchino le sequoie e l’oceano, al loro posto ci sono i mattoni rossi e il Tamigi: la Silicon London, secondo alcuni parametri, è diventata l’hub tecnologico più potente del mondo. Almeno in termini di start-up pro-capite, batte Cina e USA. L’anno scorso nella capitale britannica sono stati raccolti fondi per lanciare imprese digitali pari a oltre il doppio di qualunque altra città europea. Tra il 2012 e il 2016 il totale degli investimenti in digitale in Gran Bretagna ha raggiunto i 28 miliardi di sterline, quanto quelli di Francia. Germania e Olanda messi insieme. Una delle ragioni, ha scritto recentemente il FT, è che otto delle prime 20 università europee sono nel Regno Unito, concentrate nel triangolo d’oro Oxford, Cambridge e Londra in un raggio di 60 miglia.
APPROFONDIMENTO
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E il risultato è che il 40% degli Unicorni europei, le startup tecnologiche valutate oltre il miliardo di dollari, è accasato in Gran Bretagna. I nomi non sono ancora famosi come quelli di Uber e AirBnb, si chiamano Deliveroo, Rightmove o Transferwise, ma lo diventeranno presto. Con la Brexit la Gran Bretagna punta a diventare una Singapore sull’Atlantico, pronta ad accogliere capitali in cerca di rifugio da tutto il mondo. Ma anche una nuova Baia digitale in Europa. Chissà cosa ne pensano a Bruxelles e Berlino, alle prese coi dazi di Trump.
TRA PUB E CANDY CRUSH
Il punto di riferimento sociale della nuova generazione di imprenditori è il quartiere di Hoxton, nell’East End londinese dove - esattamente come 20 anni fa nella costellazione della Baia di San Francisco - tra uffici e pub ribolle l’universo creativo di ingegneri e neo imprenditori proiettati nella costruzione dei propri business online. Il nome simbolo della nuova Silicon London si chiama MOO, la startup leader nel design e nella stampa online di biglietti da visita con clienti in 190 paesi fondata nel 2006 da Richard Moross. Da Londra è anche partito l’italiano Riccardo Zacconi che con la sua King ha creato Candy Crush e l’ha portata a Wall Street con un’IPO miliardaria.
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RACCOLTA RECORD
Nonostante manchino le sequoie e l’oceano, al loro posto ci sono i mattoni rossi e il Tamigi: la Silicon London, secondo alcuni parametri, è diventata l’hub tecnologico più potente del mondo. Almeno in termini di start-up pro-capite, batte Cina e USA. L’anno scorso nella capitale britannica sono stati raccolti fondi per lanciare imprese digitali pari a oltre il doppio di qualunque altra città europea. Tra il 2012 e il 2016 il totale degli investimenti in digitale in Gran Bretagna ha raggiunto i 28 miliardi di sterline, quanto quelli di Francia. Germania e Olanda messi insieme. Una delle ragioni, ha scritto recentemente il FT, è che otto delle prime 20 università europee sono nel Regno Unito, concentrate nel triangolo d’oro Oxford, Cambridge e Londra in un raggio di 60 miglia.
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UNICORNI BRITANNICI
E il risultato è che il 40% degli Unicorni europei, le startup tecnologiche valutate oltre il miliardo di dollari, è accasato in Gran Bretagna. I nomi non sono ancora famosi come quelli di Uber e AirBnb, si chiamano Deliveroo, Rightmove o Transferwise, ma lo diventeranno presto. Con la Brexit la Gran Bretagna punta a diventare una Singapore sull’Atlantico, pronta ad accogliere capitali in cerca di rifugio da tutto il mondo. Ma anche una nuova Baia digitale in Europa. Chissà cosa ne pensano a Bruxelles e Berlino, alle prese coi dazi di Trump.
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