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Azioni, meno Wall Street e più emergenti per affrontare la primavera

Dopo un primo trimestre difficile, si può alleggerire il peso delle azioni su Wall Street e aumentare quello nei mercati emergenti, in Europa e in Giappone.

16 Aprile 2018 15:12

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Come riordinare il portafoglio azionario dopo un primo trimestre 2018 che ha registrato un aumento della volatilità e, in generale, perdite per i possessori di azioni? Duncan Lamont, Head of Research and Analytics di Schroders, suggerisce di alleggerire l’esposizione a Wall Street a favore dei mercati emergenti, del Giappone e dell’Europa. Se poi si punta a una buona generazione di reddito, possono rivelarsi una opzione aggiuntiva gli acquisti selettivi nel Regno Unito.

PERCHÈ UN’ESPOSIZIONE DIVERSIFICATA


“Tuttavia, nessuna di queste mosse è priva di rischi. In queste circostanze, mantenere un’esposizione diversificata dovrebbe permettervi di dormire sonni più tranquilli” tiene a precisare Duncan Lamont ricordando che le valutazioni possono essere uno strumento poco utile quando si cerca di predire i movimenti di mercato a breve termine, ma per gli investimenti di medio-lungo periodo costituiscono parte essenziale della cassetta degli attrezzi. L’analisi valutativa di Duncan Lamont parte da Wall Street che, a suo modo di vedere, risulta ancora sopravvalutata per lo meno in alcuni aspetti.

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Il manager intravede nella combinazione di slancio economico positivo e di stimolo fiscale il driver che supporta (almeno per il momento) le quotazioni azionarie americane, sebbene siano care. Al contrario in Europa le valutazioni risultano abbastanza eque, a parte l’attuale CAPE (cyclically adusted price earnings ratio, cioè il rapporto prezzo/utili aggiustato per tutto il ciclo economico), che tuttavia è in linea con la sua media ventennale.

L’EUROPA HA UNA CERTA ATTRATTIVITA’


“Se analizzato nel contesto di robusta crescita economica, il mercato europeo preserva ancora una certa attrattività” specifica Duncan Lamont, che è meno positivo sul Regno Unito. “Il listino di Londra è sempre stato attraente per i dividendi distribuiti. E un dividend yield superiore al 4% ha certamente il proprio fascino in un mondo di rendimenti bassi come quello attuale” precisa Duncan Lamont che però ricorda anche come gli analisti finanziari abbiano delineato prospettive meno rosee per i dividendi del Regno Unito nei prossimi due o tre anni. Come dire che la selezione nella piazza finanziaria di Londra è d’obbligo.

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I MERCATI EMERGENTI RESTANO INTERESSANTI


Infine, se i mercati emergenti restano interessanti nonostante “la loro forte performance abbia spinto i prezzi al rialzo indebolendo gli argomenti a loro favore” per il Giappone è bene fare alcune riflessioni. Da un lato, quello delle valutazioni, la Borsa di Tokyo rappresenta una buona scelta d’acquisto. Dall’altro, quello delle implicazioni derivanti dai dazi commerciali, è invece piuttosto vulnerabile dal momento che molte delle imprese giapponesi quotate risultano sbilanciate in favore delle esportazioni e, pertanto, più a rischio revisione al ribasso degli utili in caso di una esclation delle guerre commerciali.

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