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Reddito fisso: tentazione portoghese, ma meglio l'Italia

I titoli di Stato italiani pagano un premio di rischio più alto di Lisbona non giustificato dai fondamentali. E guardando al rendimento più elevato sono da preferire.

17 Aprile 2018 07:50

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“Per il momento preferiamo mantenere un atteggiamento cauto nei confronti del reddito fisso portoghese (sia titoli di Stato, che bond bancari e societari), mentre crediamo possano esserci opportunità nei settori del mercato obbligazionario italiano in cui il premio per il rischio politico è maggiore”. È questa, in estrema sintesi, la view sui due segmenti del mercato a reddito fisso periferici della zona euro espressa da Mark Holman, CEO di TwentyFour Asset Management.

SPREAD DEL PORTOGALLO A 110 PUNTI BASE


Il punto di partenza del manager è la fotografia dell’attuale situazione che vede i governativi di Lisbona scesi a un minimo storico da tre anni all'1,65%, ovvero soltanto 110 punti base (+1,10%) dai bund tedeschi e 15 punti base in meno (-0,15%) rispetto ai BTP italiani. “Basandosi su fondamentali di puro credito, che il tasso del debito pubblico italiano sia maggiore di quello del Portogallo non ha assolutamente senso” puntualizza Mark Holman. Certo il Portogallo, come peraltro tutte le economie periferiche della zona euro, ha beneficiato della diffusione della ripresa economica e anche del sostegno della Banca centrale europea che tramite il robusto programma di acquisto di obbligazioni sul mercato ha sostenuto le quotazioni dei titoli di Stato.

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TROPPO OTTIMISMO SULL’INTEGRAZIONE EUROPEA


Tuttavia, fa presente Mark Holman, uno spread di 110 punti base riflette un certo ottimismo sulla prossima fase dell'integrazione europea che a suo parere è fuori luogo. L'elezione del presidente francese Emmanuel Macron dello scorso anno ha certamente alimentato la speranza che una partnership con la Germania potesse accelerare i piani per un'unione sempre più stretta. Ma è abbastanza chiaro che a Berlino le proposte più ambiziose di Macron, come un bilancio comune della zona Euro, sono state accolte finora con freddezza. Inoltre Macron deve ora affrontare alcune riforme strutturali in patria (in particolare quella del mercato del lavoro) che potrebbero indebolirne la popolarità.

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DEBITO E RIFORME, LE SPINE DELL’ITALIA


Sull’altro versante, quello italiano, il debito pubblico, pari a poco meno del 132% del PIL, e la necessità di riforme economiche, continuano a rappresentare i maggiori freni all’economia del paese. Sebbene, ricorda Mark Holman, la crescita del PIL dell'1,5% dello scorso anno rappresenta comunque un progresso per la terza - e molto più diversificata -  economia della zona Euro rispetto al Portogallo. “Mentre alcuni crediti italiani sono scambiati a basso costo, le obbligazioni portoghesi hanno un prezzo perfetto. I Bund sono gli asset più costosi e ipervenduti a cui possiamo pensare in termini di reddito fisso, quindi siamo estremamente cauti nei confronti degli asset portoghesi, data la loro difficoltà a negoziare con i titoli decennali tedeschi” conclude Mark Holman.

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