Amundi
Sanzioni Russia, adesso c’è il rischio di una ripetizione del 2014
Mentre ci si interroga fino a che punto si spingeranno le sanzioni occidentali, i mercati registrano le prime vendite.
19 Aprile 2018 09:40
Nel 2014, in soli sei mesi, tra il 20 giugno e il 20 dicembre, l’indice della Borsa di Mosca lasciò sul terreno il 50% circa del proprio valore. Adesso c’è chi teme che un tale evento possa ripetersi dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato una nuova serie di sanzioni che hanno l’obiettivo di penalizzare in modo specifico le imprese vicine al presidente russo Putin. E il mercato, infatti, ha reagito in modo brusco a questi annunci con la Borsa di Mosca che ha lasciato sul parterre circa 10 punti percentuali, mentre il rublo si è indebolito del 10%, gli spread dei titolo di Stato russi si sono ampliati e gli spread delle società russe sono saliti del 18%.
“Se confrontate con quelle del 2014, queste sanzioni appaiono ancora più dure” fanno sapere gli esperti di AMUNDI, il cui riferimento è al fatto che si tratta di penalizzazioni indirizzate non soltanto contro le nuove emissioni del debito delle società prese di mira, ma anche contro tutte le transazioni con gli USA in dollari USA, compresi i pagamenti.
APPROFONDIMENTO
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Ma c’è di più. Le disposizioni adottate dall’amministrazione Trump hanno efficacia ‘extraterritoriale’: in altre parole, Washington può adottare sanzioni su tutto ciò che non sia americano che ‘facilita transazioni importanti con le entità sanzionate’: nell’elenco rientrano pure tutte le filiali russe detenute al 50% o più dalle entità sanzionate o controllate dalle capogruppo. Infine, come se non bastasse già tutto questo, il Dipartimento del Commercio USA starebbe valutando il divieto di qualsiasi vendita di beni, tecnologia e software alle entità sanzionate.
APPROFONDIMENTO
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Certo mentre il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow ha detto che l'amministrazione Trump sta considerando ulteriori sanzioni contro la Russia, l'ambasciatore degli Stati Uniti all'ONU Nikki Haley ha frenato un po’ sottolineando come le
sanzioni già decise siano in fase di esame. “Resta il fatto che le ripercussioni delle sanzioni si potrebbe estendere ben al di là delle singole aziende o della Russia. Non a caso, l’impatto sui mercati assomiglia molto a quello del 2014, quando il timore di nuove sanzioni spinse gli investitori a vendere in generale le attività russe per via delle attese di altre sanzioni” puntualizzano i professionisti di AMUNDI. Sullo sfondo, il timore maggiore è che ci possa essere una escalation sulla scia di un intensificarsi della guerra in Siria. Con gi investitori che si interrogano su quali potrebbero essere i prossimi bersagli delle sanzioni di Washington: dal petrolio al settore finanziario, fino ai titoli di Stato.
SANZIONI PIU’ DURE DI QUELLE DEL 2014
“Se confrontate con quelle del 2014, queste sanzioni appaiono ancora più dure” fanno sapere gli esperti di AMUNDI, il cui riferimento è al fatto che si tratta di penalizzazioni indirizzate non soltanto contro le nuove emissioni del debito delle società prese di mira, ma anche contro tutte le transazioni con gli USA in dollari USA, compresi i pagamenti.
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EFFICACIA EXTRATERRITORIALE
Ma c’è di più. Le disposizioni adottate dall’amministrazione Trump hanno efficacia ‘extraterritoriale’: in altre parole, Washington può adottare sanzioni su tutto ciò che non sia americano che ‘facilita transazioni importanti con le entità sanzionate’: nell’elenco rientrano pure tutte le filiali russe detenute al 50% o più dalle entità sanzionate o controllate dalle capogruppo. Infine, come se non bastasse già tutto questo, il Dipartimento del Commercio USA starebbe valutando il divieto di qualsiasi vendita di beni, tecnologia e software alle entità sanzionate.
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I POSSIBILI NUOVI BERSAGLI DELLE SANZIONI
Certo mentre il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow ha detto che l'amministrazione Trump sta considerando ulteriori sanzioni contro la Russia, l'ambasciatore degli Stati Uniti all'ONU Nikki Haley ha frenato un po’ sottolineando come le
sanzioni già decise siano in fase di esame. “Resta il fatto che le ripercussioni delle sanzioni si potrebbe estendere ben al di là delle singole aziende o della Russia. Non a caso, l’impatto sui mercati assomiglia molto a quello del 2014, quando il timore di nuove sanzioni spinse gli investitori a vendere in generale le attività russe per via delle attese di altre sanzioni” puntualizzano i professionisti di AMUNDI. Sullo sfondo, il timore maggiore è che ci possa essere una escalation sulla scia di un intensificarsi della guerra in Siria. Con gi investitori che si interrogano su quali potrebbero essere i prossimi bersagli delle sanzioni di Washington: dal petrolio al settore finanziario, fino ai titoli di Stato.