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Compagnie assicurative, meno occasioni d’investimento, più bisogno di protezione

L’indagine annuale a livello globale sulle compagnie assicurative condotta da Goldman Sachs Asset Management (GSAM) è giunta alla settima edizione.

2 Maggio 2018 10:38

financialounge -  big data compagnie assicurative criptovalute ESG inflazione tecnologia volatilità
"Foggier as We Climb". E’ questo il titolo della settima indagine annuale sul settore assicurativo globale condotta da Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”) che ha coinvolto 300 CIO e CFO di compagnie assicurative mondiali, a cui fanno capo più di 10 mila miliardi di dollari di attività patrimoniali e più di un terzo delle attività globali del settore. Un’indagine unica nel suo genere e come di consueto ricca di preziose indicazioni.

MINORI OPPORTUNITÁ DI INVESTIMENTO


A cominciare, per esempio dal fatto che, in base alle risposte, il 50% degli assicuratori ritiene che le opportunità d’investimento stiano peggiorando, rispetto al 36% rilevato nell’indagine dello scorso anno. Un altro aspetto di rilievo è poi quello relativo all’incremento (dal 10% al 17%) degli intervistati che ha segnalato l’esigenza di ricercare soluzioni finalizzate a ridurre il rischio dei propri portafogli.

IL RITORNO DELLA VOLATILITÁ


"Mentre i rendimenti obbligazionari ai minimi storici hanno rappresentato la maggiore preoccupazione nel settore assicurativo per diverso tempo negli ultimi anni, il contesto economico mutevole sta portando a concentrarsi maggiormente sulla protezione dei portafogli in caso di recessione", ha dichiarato Michael Siegel, Global Head of Insurance Asset Management di GSAM, che ha poi aggiunto: “Il 2018 ha segnato il ritorno della volatilità di mercato per la prima volta in quasi un decennio, circostanza che ha destato preoccupazione sui mercati e ha portato gli assicuratori a mettere in discussione l’attuale contesto di investimento".

INFLAZIONE, LA PRINCIPALE PREOCCUPAZIONE


Un contesto nel quale la stragrande maggioranza degli assicuratori (85%) indica nell’inflazione la principale preoccupazione per i prossimi cinque anni: sulla scia di questo timore, si inserisce la previsione (effettuata dal 65% dei partecipanti all’indagine) che il rendimento dei titoli di stato USA (Treasury) a 10 anni supererà il 3% entro la fine del 2018. Restando in tema di timori, mentre gli eventi politici e il potenziale impatto sul settore degli investimenti di un eventuale rallentamento dell’economia cinese sembrano ora creare minori preoccupazioni tra gli assicuratori, il maggior fattore di pericolo per quest'anno è considerato la probabilità di un rallentamento economico o di una recessione negli Stati Uniti, seguiti dalla volatilità dei titoli azionari e del debito societario.

APPROFONDIMENTO
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In ogni caso, gli assicuratori restano positivi sui mercati azionari, nonostante l'incertezza economica: il 77% ritiene che quest'anno i rendimenti dell'indice S&P500 saranno positivi. Inoltre, ricercano valore e reddito in classi di attivo “alternative” e meno liquide quali, in particolare, il private equity, il debito a supporto di progetti infrastrutturali, i mutui commerciali e i prestiti delle società a media capitalizzazione: tra le asset class ritenute più attrattive anche le attività a tassi variabili, che potrebbero registrare un andamento interessante in un contesto di tassi di interesse crescenti.

FATTORI ESG E BIG DATA


L’indagine ha permesso inoltre di rilevare alcuni dati sia sui fattori ESG (ambientali, sociali e di governo societario) che sulle nuove tecnologie. Per quanto riguarda i fattori ESG, emerge un incremento (dal 32% al 40%) degli assicuratori che dichiara di tenerli in considerazione quando effettua investimenti. Relativamente invece ai Big Data e all’intelligenza artificiale, il 15% degli assicuratori globali afferma di utilizzarli correntemente nell’ambito dei propri portafogli e un ulteriore 40% ne sta considerando l’implementazione in futuro. Poco interesse, invece, per le criptovalute: un terzo delle società ritiene infatti che sia troppo presto per determinare un eventuale ruolo futuro di questa particolare tipologia di asset class.

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