disoccupazione
Inflazione USA, il dato di aprile non dovrebbe suscitare sorprese
L’indice dell’inflazione USA core (senza energia e alimentari) dovrebbe salire al 2,2% (da 2,1% di marzo): un aumento è già in buona parte incorporato dal mercato.
8 Maggio 2018 09:35
Dopo la pubblicazione dei dati del lavoro USA la scorsa settimana, giovedì sarà la volta dei prezzi al consumo che non dovrebbero riservare particolari sorprese. Ma procediamo con ordine. L’istituto statunitense di statistiche (US Bureau of Labor Statistics) venerdì scorso ha segnalato la creazione di 164 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli nel mese di aprile.
Benché si sia trattato di una cifra al di sotto della aspettative del consenso (che fissava a 195 mila i nuovi posti di lavoro creati), il tasso di disoccupazione è comunque sceso ulteriormente portandosi al 3,9% dal 4,1%: una percentuale anche migliore delle attese che non andavano oltre il 4 per cento. Per quanto riguarda poi le retribuzioni, l’aumento su base mensile si è fermato al +0,1% contro lo +0,2% stimato dal consenso, mentre su base annuale l’incremento è stato del +2,6% (contro il +2,7% delle aspettative di mercato). Il commento degli analisti a questi dati è stato improntato alla prudenza, dal momento che la debolezza della crescita salariale sta alimentando più di una perplessità.
Gli incrementi retributivi, infatti, sembrano inferiori ai requisiti che i banchieri centrali hanno indicato per proseguire sulla strada della normalizzazione dei tassi. Anche perché, una crescita salariale inferiore alle attese spinge ad alimentare anche i timori che possano esserci minori risorse per la spesa per consumi nel 2018, riducendo le tinte rosa del quadro generale sullo stato di salute dell’economia americana.
Dopodomani si avrà un altro dato importante per delineare meglio il complicato puzzle dell’economia statunitense: è infatti prevista la diffusione dell’indice dei prezzi al consumo americano relativo al mese di aprile. “L’inflazione dovrebbe ancora salire con la componente headline (comprensiva di tutte le voci) al 2,5%, complice la forza dei prezzi energetici, e l’indice core (che esclude le variazioni relative all’energia e ai beni di prima necessità) al 2,2% (dal 2,1% di marzo)” spiegano gli esperti di Euromobiliare AM, secondo i quali tale incremento dei prezzi al consumo è già in buona parte incorporato dal mercato.
APPROFONDIMENTO - Guarda il video
Radar del 7 maggio 2018
“Le aspettative di inflazione implicite nei rendimenti governativi nelle ultime settimane si sono infatti portate alla soglia del 2,2%. Riteniamo che nei prossimi mesi l’inflazione possa salire ancora a fronte degli effetti ritardati del dollaro debole e del facile confronto con il 2017, resta da vedere se questo sarà sufficiente per spingere il rendimento del Treasury decennale in modo stabile al di sopra del 3%” concludono i professionisti di Euromobiliare AM.
TASSO DI DISOCCUPAZIONE AL 3,9%
Benché si sia trattato di una cifra al di sotto della aspettative del consenso (che fissava a 195 mila i nuovi posti di lavoro creati), il tasso di disoccupazione è comunque sceso ulteriormente portandosi al 3,9% dal 4,1%: una percentuale anche migliore delle attese che non andavano oltre il 4 per cento. Per quanto riguarda poi le retribuzioni, l’aumento su base mensile si è fermato al +0,1% contro lo +0,2% stimato dal consenso, mentre su base annuale l’incremento è stato del +2,6% (contro il +2,7% delle aspettative di mercato). Il commento degli analisti a questi dati è stato improntato alla prudenza, dal momento che la debolezza della crescita salariale sta alimentando più di una perplessità.
INCREMENTI RETRIBUTIVI INFERIORI ALLE ATTESE
Gli incrementi retributivi, infatti, sembrano inferiori ai requisiti che i banchieri centrali hanno indicato per proseguire sulla strada della normalizzazione dei tassi. Anche perché, una crescita salariale inferiore alle attese spinge ad alimentare anche i timori che possano esserci minori risorse per la spesa per consumi nel 2018, riducendo le tinte rosa del quadro generale sullo stato di salute dell’economia americana.
GIOVEDÌ L’INFLAZIONE USA DI APRILE
Dopodomani si avrà un altro dato importante per delineare meglio il complicato puzzle dell’economia statunitense: è infatti prevista la diffusione dell’indice dei prezzi al consumo americano relativo al mese di aprile. “L’inflazione dovrebbe ancora salire con la componente headline (comprensiva di tutte le voci) al 2,5%, complice la forza dei prezzi energetici, e l’indice core (che esclude le variazioni relative all’energia e ai beni di prima necessità) al 2,2% (dal 2,1% di marzo)” spiegano gli esperti di Euromobiliare AM, secondo i quali tale incremento dei prezzi al consumo è già in buona parte incorporato dal mercato.
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Radar del 7 maggio 2018
LA RELAZIONE CON I TREASURY DECENNALI
“Le aspettative di inflazione implicite nei rendimenti governativi nelle ultime settimane si sono infatti portate alla soglia del 2,2%. Riteniamo che nei prossimi mesi l’inflazione possa salire ancora a fronte degli effetti ritardati del dollaro debole e del facile confronto con il 2017, resta da vedere se questo sarà sufficiente per spingere il rendimento del Treasury decennale in modo stabile al di sopra del 3%” concludono i professionisti di Euromobiliare AM.
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