Carlo Benetti

USA: l’obiettivo è frenare la rincorsa cinese al primato, anche tecnologico

Per il governo cinese l’obiettivo del “Made in China 2025” significa arrivare a quella data con il 70% di autosufficienza nelle principali produzioni strategiche.

12 Maggio 2018 08:00

financialounge -  Carlo Benetti cina dazi GAM USA
Nell’Alpha e il Beta del 7 maggio 2018 Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, parte dalla guerra dei dazi tra gli stati Uniti e la Cina per spiegare quale sia la vera posta in gioco: la competizione a tutto campo tra Washington e Pechino.

DA AMERICA FIRST A AMERICA ALONE


“Il motto ‘America First’ rischia di trasformarsi in ‘America alone’ perché nel mondo globalizzato non è quasi mai vero che ‘chi fa da sé …’ con quel che segue. L’idea di negoziare accordi bilaterali tra un partner forte (gli Stati Uniti) e tanti partner deboli si sta rivelando fiacca, anacronistica in un mondo sempre più piccolo. Al contrario la cooperazione costituisce lo strumento che avvicina al successo” puntualizza Carlo Benetti che poi passa all’’altro piano sul quale si gioca la competizione tra Stati Uniti e Cina: quello relativo alla leadership tecnologica.

LO SGUARDO A LUNGO TERMINE DELLA CINA


Una sfida che vede la Cina in grado di vantare un importante vantaggio iniziale: a differenza dell’Occidente che non riesce a guardare oltre un orizzonte di sei mesi, la leadership cinese ha definito e, soprattutto, avviato, i programmi politici ed economici per i prossimi trent’anni.  Un percorso che unisce due importanti ricorrenze, quella del 2021, centesimo anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese, e quella del 2049, anno nel quale saranno celebrati i primi 100 anni della Repubblica Popolare.

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L’OBIETTIVO DEL 2021 E QUELLO DEL 2049


“L’obiettivo del 2021, è quello di costruire una società moderatamente prospera sotto tutti i punti di vista”, che significa spostare l’attenzione da obiettivi quantitativi a obiettivi qualitativi, non importa crescere molto, sarà importante crescere bene. L’obiettivo di più lungo termine, il 2049, è realizzare ‘un paese socialista moderno che sia agiato, forte, democratico, culturalmente evoluto e armonioso’” specifica Carlo Benetti ricordando poi come, tra il 2021 e il 2049, ci sia anche la data strategica del 2025.

MADE IN CHINA 2025


Un anno di rilevanza estrema dal momento che l’obiettivo del “Made in China 2025” comporta tagliare il traguardo del 70% di autosufficienza in produzioni strategiche come l’Information Technology, la robotica, la produzione di auto a guida autonoma, la costruzione di aerei e di navi con sistemi di navigazione avanzati. In base ai dati del World Intellectual Property Organization, Pechino è già al secondo posto, davanti a Tokyo, nella classifica di titolarità di nuovi brevetti e si stima che, nel giro di pochi anni, potrà ambire al primato assoluto degli Stati Uniti.

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UN TEMIBILE CONCORRENTE PER GLI USA


“In virtù dei risultati raggiunti la Cina può permettersi di scalare la marcia e puntare sulla qualità e non sulla quantità. La combinazione di crescita dimensionale e progresso tecnologico rende la Cina un temibile concorrente” precisa Carlo Benetti che segnala come il vero confronto che si cela dietro la guerra per le tariffe riguarda in realtà la lotta sulla proprietà intellettuale o il divieto alle società americane di fare affari con società cinesi leader nei semiconduttori sono il tentativo americano di frenare la rincorsa cinese al primato, anche tecnologico. A questo proposito, come ha stigmatizzato Peter Navarro, membro dell’amministrazione americana, Pechino è coinvolta da anni nel furto delle proprietà intellettuali statunitensi.

LA POSTA IN GIOCO TRA PECHINO E WASHINGTON


Alle richieste americane di maggiore reciprocità, i cinesi rispondono che la loro economia è ancora emergente e che, di conseguenza, necessita ancora di tutele speciali. Una competizione che molto probabilmente segnerà i prossimi anni ma che dovrà quanto prima trasformarsi in cooperazione. Anche perché la posta in gioco è troppo alta, alla luce delle importanti implicazioni del cambiamento climatico che vede Washington e Pechino su posizioni contrapposte non soltanto tra loro ma anche rispetto al resto del mondo Occidentale.

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