Adrien Pichoud

“Crescita, non è un rallentamento ma una stabilizzazione”

L’analisi di SYZ Asset Management sul quadro economico tiene conto dei timori dovuti a dazi e dati deludenti, ma rimane comunque abbastanza favorevole per il 2018.

17 Maggio 2018 12:43

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L’arrivo di dati meno positivi rispetto alla attese, unito all’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente e alla lenta escalation dei dazi commerciali, impone una domanda agli analisti: l’indebolimento attuale è un segnale del rallentamento futuro oppure una semplice stabilizzazione dopo il rally del 2017? Adrien Pichoud, Chief Economist Portfolio Manager di SYZ Asset Management, propende per la seconda ipotesi e continua a prevedere un “contesto economico favorevole per il resto dell’anno” con i prossimi mesi fondamentali per comprendere il significato della stasi attuale.

POLITICHE MONETARIE


Secondo l’analisi di Pichoud, a contribuire alla “crescente apprensione tra gli investitori” è anche il trend sincronizzato verso condizioni più stringenti da parte delle banche centrali “in un momento di condizioni più incerte sulla crescita”. Pur con tempistiche diverse, infatti, Fed, BCE e Bank of England hanno imboccato la strada della normalizzazione.

CRESCITA E INFLAZIONE


Lo stesso Pichoud fa notare che, pur senza accelerare e alla luce dei dai deludenti in Europa, “tutte le grandi economie continuano a crescere”. Allo stesso modo “l’inflazione sta aumentando lentamente ma inesorabilmente” sostenuta dai prezzi del petrolio ai massimi degli ultimi tre anni.

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MINACCE DA DAZI E GEOPOLITICA


Anche secondo Fabrizio Quirighetti, CIO Co-Head of Multi-Asset di SYZ Asset Management, nel complesso il contesto economico resta favorevole “sebbene i livelli di interferenza siano aumentati in maniera significativa”. I timori non mancano: dazi doganali, guerre commerciali, tensioni geopolitiche e appiattimento della curva dei rendimenti USA. Fattori che hanno oscurato l’impatto positivo dei tagli fiscali che, sottolinea Quirighetti, “nei prossimi trimestri dovrebbero farsi sentire sulla crescita degli utili”.

IL MERCATO USA È CAMBIATO


Lo stesso esperto di SYZ AM mette in evidenza il ruolo leggermente diverso, rispetto al passato, del mercato USA: “Generalmente considerato difensivo, il mercato USA ha aumentato il contributo al rischio rispetto agli altri mercati”. Ma non è possibile utilizzare la curva dei rendimenti dei Treasury come indicatore puntuale, visto che a metà 2005 “la differenza tra i Treasury USA a 10 e a 2 anni era vicina al livello attuale di circa 50 punti base, registrando persino un’inversione di tendenza temporanea nel primo trimestre 2006”.

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MEGLIO I SETTORI CICLICI


“La preferenza per i settori ciclici rispetto a quelli difensivi resta al momento inalterata – spiega Hartwig Kos, vice CIO Co Head of Multi Asset di SYZ Asset Management – sebbene la recente volatilità del mercato abbia determinato alcuni cambiamenti nelle dinamiche dei mercati azionari. Manteniamo una certa propensione al rischio e non abbiamo declassato la duration, dal momento che ha riacquistato alcune caratteristiche di decorrelazione”. Tra le revisioni al ribasso nell’asset allocation di maggio figurano: le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, i titoli di stato dell’Australia e quelli indicizzati del Canada.

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