Antonio Ruggeri

“Italia, l’incertezza pesa sull’azionario. E attenzione a fare altro deficit”

Sui mercati azionari le incertezze che circondano il futuro governo aumenteranno la volatilità complessiva, anche a breve termine: l’analisi di Ruggeri di SYZ AM.

22 Maggio 2018 15:38

financialounge -  Antonio Ruggeri BTP italia spread
L’aumento di circa 50 punti dello spread tra BTP italiani e Bund tedeschi è un segnale abbastanza chiaro delle preoccupazioni dei mercati nei confronti del nascente nuovo governo targato 5 Stelle-Lega. Ma lo stesso impatto si avrà anche sul mercato azionario del nostro paese? Ecco la lettura di Antonio Ruggeri, Portfolio Manager di SYZ Asset Management, che analizza, inoltre, le misure fiscali contenute nel progetto di programma della nuova coalizione.

Il mercato azionario italiano è sceso un po' in questi giorni a causa dell'incertezza riguardo al nuovo governo e all'accordo sulle misure fiscali. Ci sono al momento più opportunità? Se sì, quali secondo lei? È un buon momento per comprare o è troppo presto?


“La costituzione del nuovo governo italiano ha colpito negativamente il mercato azionario, poiché la somma delle misure fiscali metterebbe a rischio le finanze pubbliche. I settori maggiormente colpiti, finora, sono stati quelli finanziari, in particolare le banche, poiché la loro esposizione al debito italiano metterebbe sotto pressione i margini qualora lo spread tra BTP e Bund tedeschi continuasse ad allargarsi. Nonostante il potenziale stimolo alla crescita di tale piano espansivo, i rischi per il bilancio nazionale hanno prevalso e prevarranno nel prossimo futuro, suggerendo che potrebbe essere troppo presto per trarre profitto dalla recente caduta del mercato italiano. Anche se riteniamo che sia ancora uno dei migliori mercati azionari dell'Eurozona dall’inizio dell’anno, pensiamo che ci sia ancora spazio per una correzione senza una panoramica più approfondita sul piano di budget: cosa che vedremo solo nell'ultimo trimestre, quando il piano sarà presentato all'UE per l'approvazione”.

È preoccupato per le nuove misure fiscali che verranno implementate in Italia? Il nuovo governo può influenzare l'evoluzione del mercato azionario italiano nel prossimo futuro?


“Le misure fiscali contenute nel progetto di programma della nuova coalizione implicano un uso significativo della spesa in deficit e una mancanza di copertura finanziaria che non sia debito aggiuntivo. L'attuazione di tali misure, comunque, è piuttosto limitata a breve termine, sia per ragioni esterne che interne. Esternamente, l'UE sarà fortemente in disaccordo su tale programma e non permetterà mai un uso così massiccio del deficit, mentre i mercati hanno già iniziato ad incidere sui futuri costi di finanziamento. Internamente, posizioni più moderate all'interno della coalizione, la supervisione del presidente Mattarella e, soprattutto, i conti nazionali di scarsa qualità, limiteranno la volontà del nuovo governo di aumentare la spesa. I rischi per le finanze pubbliche sono quindi più elevati a medio termine, poiché l'aumento dei costi di finanziamento e un tasso di crescita strutturalmente timida possono mettere l'Italia a rischio di uno scenario di recessione moderata. Per ciò che riguarda i mercati azionari, comunque, le incertezze che circondano il futuro governo aumenteranno la volatilità complessiva del mercato, anche a breve termine, e la pressione si innalzerà su alcuni settori come quello bancario e delle utility”.

L'Italia sarà un problema per l'Unione europea? Abbiamo visto un piccolo contagio in Spagna, in Grecia o in Portogallo.


“Molto è stato fatto a livello europeo dalla crisi del debito greco nel 2010. La maggior parte degli sforzi si sono concentrati sull'aumento delle procedure di ring-fencing (isolare con un "recinto" i rami di attività di un'istituzione, ndr) per limitare il contagio di questo tipo. MES (Meccanismo Europeo di Stabilità, ndr) e BCE hanno svolto un ruolo cruciale negli ultimi anni, non solo con l'intervento diretto, ma soprattutto perché entrambi hanno fornito all'Eurozona un prestatore di fatto di ultima istanza, intervento completamente mancante quando è iniziata la crisi del debito. Oltre a questo, Spagna e Portogallo hanno fatto molto su riforme e tasso di crescita: la traiettoria economica prevista lascia molto meno spazio al contagio attraverso la cosiddetta periferia. Il mercato potrebbe comunque chiedersi se le dimensioni del debito italiano possono esercitare pressioni sulle procedure dell'UE, ma questo potrebbe essere un problema solo nello scenario, ancora remoto, in cui l'Italia lasciasse l'euro, un'idea che è stata finora esclusa anche dal nuovo programma di governo populista”.

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