Charles Hamieh
Nuova Via della Seta, un assist di lungo termine per i titoli infrastrutturali
L’accelerazione del progetto Nuova Via della Seta (One Belt One Road) alimenta le opportunità d’investimento nei titoli infrastrutturali cinesi e dei paesi attraversati dal percorso.
6 Luglio 2018 11:47
Dopo un biennio 2015-2016 in cui sembrava essersi raffreddato, il progetto del governo cinese Nuova Via della Seta (One Belt One Road) è in fase di accelerazione grazie anche al supporto finanziario dell’AIIB (Asian Infrastructure Investment Bank) e di altri istituti di credito.
“Si tratta di un’importante strategia economica e commerciale” spiega Charles Hamieh, Portfolio Manager di RARE Infrastructure, l’affiliata del gruppo Legg Mason specializzata nei titoli infrastrutturali. “Una strategia – aggiunge - che punta a far rinascere lo storico percorso della Via della Seta tra Cina ed Europa. I progetti legati all’iniziativa includono reti ferroviarie, strade, porti e infrastrutture energetiche”.
Analizzando nel dettaglio la portata dell’investimento, l’esperto ritiene che non soltanto la Cina, ma anche (e soprattutto) altri paesi, come quelli del Sud Est asiatico in via di sviluppo, potrebbero trarne i maggiori benefici economici. Secondo Charles Hamieh occorre distinguere poi tra gli obiettivi di medio-lungo termine dell’iniziativa e quelli che potrebbe scaturire a breve termine.
“Riteniamo che l’obiettivo economico chiave nel medio-lungo termine sia la diversificazione delle esportazioni cinesi” afferma l’esperto per il quale un beneficio collaterale di rilievo a breve termine potrebbe essere la possibilità di assorbire qualsiasi sovraccapacità nel settore delle materie prime, in particolare l’acciaio e il cemento. “Inoltre, i settori dell’ingegneria e delle costruzioni – ad esempio i produttori di attrezzature e macchinari ferroviari – potrebbero incrementare in modo importante i profitti sulla scia dei nuovi ordini dall’estero” puntualizza Charles Hamieh.
Sempre restando nell’ambito delle ricadute positive a breve termine, ma al di fuori della Cina, i porti che si trovano lungo il percorso della Nuova Via della Seta marittima, ad esempio quelli del Sud Est asiatico (come il Myanmar), dell’Asia meridionale e dell’Africa Orientale, sono candidati a ricavare significativi benefici dal progetto ‘One Belt One Road’. Il manager di RARE fa poi presente che, pur ammettendo che nel medio termine il progetto Nuova Via della Seta possa esercitare un impatto limitato sulle società infrastrutturali globali, è comunque possibile individuare diverse opportunità di investimento di lungo termine nell’ambito dell’area dei mercati emergenti.
Una convinzione, la sua, che si basa sulla semplice constatazione che gli asset infrastrutturali dovrebbero risultare tra i maggiori beneficiari dei trend di lungo termine che sostengono i mercati emergenti. “Le infrastrutture permettono infatti di accedere direttamente alla domanda e ai fattori di crescita domestici di questi paesi, garantendo allo stesso tempo dei ritorni più difensivi grazie alle loro peculiarità in termini di contratti e regolamentazione e al fatto di essere esplicitamente legati all’inflazione” conclude Charles Hamieh.
UNA IMPORTANTE STRATEGIA ECONOMICA E COMMERCIALE
“Si tratta di un’importante strategia economica e commerciale” spiega Charles Hamieh, Portfolio Manager di RARE Infrastructure, l’affiliata del gruppo Legg Mason specializzata nei titoli infrastrutturali. “Una strategia – aggiunge - che punta a far rinascere lo storico percorso della Via della Seta tra Cina ed Europa. I progetti legati all’iniziativa includono reti ferroviarie, strade, porti e infrastrutture energetiche”.
BENEFICI ANCHE PER I PAESI DEL SUD EST ASIATICO
Analizzando nel dettaglio la portata dell’investimento, l’esperto ritiene che non soltanto la Cina, ma anche (e soprattutto) altri paesi, come quelli del Sud Est asiatico in via di sviluppo, potrebbero trarne i maggiori benefici economici. Secondo Charles Hamieh occorre distinguere poi tra gli obiettivi di medio-lungo termine dell’iniziativa e quelli che potrebbe scaturire a breve termine.
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DIVERSIFICARE LE ESPORTAZIONI
“Riteniamo che l’obiettivo economico chiave nel medio-lungo termine sia la diversificazione delle esportazioni cinesi” afferma l’esperto per il quale un beneficio collaterale di rilievo a breve termine potrebbe essere la possibilità di assorbire qualsiasi sovraccapacità nel settore delle materie prime, in particolare l’acciaio e il cemento. “Inoltre, i settori dell’ingegneria e delle costruzioni – ad esempio i produttori di attrezzature e macchinari ferroviari – potrebbero incrementare in modo importante i profitti sulla scia dei nuovi ordini dall’estero” puntualizza Charles Hamieh.
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LE RICADUTE POSITIVE A BREVE TERMINE
Sempre restando nell’ambito delle ricadute positive a breve termine, ma al di fuori della Cina, i porti che si trovano lungo il percorso della Nuova Via della Seta marittima, ad esempio quelli del Sud Est asiatico (come il Myanmar), dell’Asia meridionale e dell’Africa Orientale, sono candidati a ricavare significativi benefici dal progetto ‘One Belt One Road’. Il manager di RARE fa poi presente che, pur ammettendo che nel medio termine il progetto Nuova Via della Seta possa esercitare un impatto limitato sulle società infrastrutturali globali, è comunque possibile individuare diverse opportunità di investimento di lungo termine nell’ambito dell’area dei mercati emergenti.
LE INFRASTRUTTURE SPINGONO I MERCATI EMERGENTI
Una convinzione, la sua, che si basa sulla semplice constatazione che gli asset infrastrutturali dovrebbero risultare tra i maggiori beneficiari dei trend di lungo termine che sostengono i mercati emergenti. “Le infrastrutture permettono infatti di accedere direttamente alla domanda e ai fattori di crescita domestici di questi paesi, garantendo allo stesso tempo dei ritorni più difensivi grazie alle loro peculiarità in termini di contratti e regolamentazione e al fatto di essere esplicitamente legati all’inflazione” conclude Charles Hamieh.
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