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Azionario emergente, crescita maggiore da Cina e Corea del Sud. I settori più promettenti: IT, materiali ed energia

Secondo Jan Boudewijns, le attuali quotazioni dei titoli dei mercati emergenti rappresentano un’opportunità per gli investitori di lungo periodo.

10 Luglio 2018 12:02

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Da una crescita globale meno sincronizzata - seppur costante - rispetto a quella registrata nel 2017 ai tagli alle imposte statunitensi, dalle sanzioni di Trump nei confronti di Russia e Iran, ai dazi commerciali di Washington alla Cina e agli altri principali partner commerciali. Il quadro che si è delineato nel primo semestre di quest’anno ha determinato un cambio nelle aspettative sia per quanto riguarda il rialzo dei tassi d’interesse americani, sulla volatilità del prezzo del petrolio e, infine, sulla forza del dollaro USA.

OTTIMISMO A MEDIO E A LUNGO TERMINE


“Pur riconoscendo che il nuovo contesto abbia aumentato la volatilità generale sui mercati e che la selezione dei Paesi, dei settori e dei titoli rimarrà importante, diversi fattori supportano il nostro ottimismo relativo sui mercati emergenti nel medio e lungo termine” tiene comunque a precisare Jan Boudewijns, Head of Emerging Equity Management di Candriam Investors Group.

LA DIVERSA FASE DEL CICLO DI CRESCITA


L’esperto è infatti persuaso che le attuali quotazioni dei titoli dei mercati emergenti rappresentino un’opportunità interessante per gli investitori di lungo periodo. Una convinzione basata sulla constatazione delle diversa fase del ciclo in cui si trova la maggior parte dei Paesi sviluppati (che ad oggi sperimentanol’ultima fase del ciclo di crescita) e quelli emergenti (che al contrario percorrono ancora la fase iniziale del ciclo, con una solida crescita economica e degli utili aziendali).

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PER L’FMI IL PIL DEGLI EMERGENTI A QUOTA +5%


Basti pensare che l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) prevede per quest’anno una crescita prossima al 5 per cento per le economie dei mercati emergenti, quasi il doppio del tasso previsto per i mercati sviluppati. Inoltre, altro aspetto distintivo rispetto alla gran parte delle economia sviluppate, il rapporto medio debito/PIL nei mercati emergenti, che è ancora sano e risulta persino in calo in molti Paesi. Il tutto senza dimenticare che le innovazioni tecnologiche tendono a frenare la crescita dei salari limitando il rischio inflazionistico.

PER L’MSCI SORPASSO DEGLI UTILI NEL 2019


Non stupisce quindi che, secondo l’MSCI, la crescita degli utili e dei ricavi delle azioni dei mercati emergenti sia destinata a superare quella dei mercati sviluppati nel corso del 2019. Anche le valutazioni delle azioni dei mercati emergenti sono solide: gli attuali livelli risultano interessanti rispetto alle medie storiche e ai mercati sviluppati (stando al CAPE: il rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo). “Noi prevediamo che la crescita più forte degli utili proverrà dall’Asia (principalmente Cina e Corea del Sud) e dai settori dell’IT, dei materiali e dell’energia” puntualizza Jan Boudewijns.

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SELEZIONE BASATA SUI FONDAMENTALI


L’esperto mette tuttavia in guardia dai facili entusiasmi e raccomanda come fattore determinante per riuscire a registrare una performance positiva di portafoglio la rigorosa selezione dei titoli basata sui fondamentali, mantenendo la flessibilità necessaria per sfruttare le inefficienze del mercato e gestire il rischio.
“Sussistono ancora rischi legati alle politiche monetarie delle banche centrali e quelli di natura geopolitica, come il protezionismo e i dazi doganali. Noi continuiamo a monitorare le tendenze macroeconomiche globali e locali, le riforme normative e gli sviluppi (geo)politici, nonché la selezione dei titoli, in linea con il nostro approccio bottom-up (selezione dei singoli titoli, ndr)” specifica Jan Boudewijns.

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