azionario europa
Multi asset, euro e debolezza transitoria favoriscono l’azionario Europa
Oltre al sovrappeso nell’azionario Europa (che prosegue dal gennaio 2015) Columbia Threadneedle Investments conferma l’orientamento neutrale sulle obbligazioni societarie.
16 Luglio 2018 17:30
Sono due i segmenti di mercato approfonditi da Toby Nangle, Responsabile asset allocation globale e Responsabile multi-asset, EMEA, e Maya Bhandari, Gestore di portafoglio, Multi-asset di Columbia Threadneedle Investments, nell’aggiornamento mensile multi-asset di luglio: le azioni europee e le obbligazioni societarie (il credito). In entrambi i casi, i due esperti non hanno modificato l’orientamento (favorevole per l’azionario Europa e neutrale per il credito). Scopriamo insieme perché.
L’azionario Europa ha sofferto nel primo semestre (e, più in particolare, nei primi quattro mesi del 2018) il rallentamento dell’economia europea e la forza dell’euro. Tuttavia, per i prossimi mesi, Toby Nangle e Maya Bhandari sono fiduciosi in quanto “la debolezza economica si rivelerà probabilmente transitoria mentre l'euro dovrebbe deprezzarsi”. Secondo i due esperti, se le attuali previsioni economiche in Europa (+2,3% di crescita nel 2018) saranno confermate, l’incremento dei profitti aziendali dovrebbe attestarsi al 10% per quest’anno e all'8% nel 2019.
“La debolezza è spesso limitata a pochi settori, come quelli finanziario e industriale nel caso dell'indice IFO sulla fiducia delle imprese in Germania (i nostri portafogli obbligazionari europei sono generalmente sottopesati su entrambi i settori, anche se stiamo moderatamente rafforzando la ponderazione del secondo)” puntualizzano Toby Nangle e Maya Bhandari.
Resta il fatto che l'Europa risulta fortemente influenzata dai trend ciclici globali e questi restano, almeno per il momento, favorevoli. La revisione delle stime sugli utili sono incoraggianti e le valutazioni sono più convenienti. Per quanto riguarda poi il rischio politico sembra si sia ridimensionato nel breve termine sia in Italia che in Spagna. “Alla luce di tutto ciò, non abbiamo apportato modifiche ai nostri portafogli multi-asset, che continuano a prediligere le azioni europee, una posizione che abbiamo detenuto per buona parte del periodo dal gennaio 2015” fanno sapere i due esperti.
Nell’ambito delle obbligazioni societarie, invece, dei cinque ‘credit trigger’ (o "catalizzatori del credito") che Toby Nangle e Maya Bhandari tengono sotto stretta osservazione, uno espone una bandiera rossa (deterioramento della solidità delle aziende), tre mostrano una bandiera gialla (inasprimento della politica monetaria, valutazioni elevate e una volatilità eccezionalmente bassa seppur in aumento), mentre la sola bandiera verde riguarda la salute macroeconomica.
Quindi, l'unica bandiera rossa è la solidità aziendale. In teoria, il rating creditizio ottimale per una parte considerevole dell'universo societario delle società a capitalizzazione elevata è BBB (in un'ottica di ottimizzazione del costo del capitale) mentre in passato, il merito di credito medio di questo stesso segmento era approssimativamente pari ad A” specificano i due esperti. Che, tuttavia, non appaiono per questo preoccupati. È vero, ammettono, che può essere interpretata come un indice di una maggiore fragilità finanziaria tra le large cap in generale, ma è altrettanto vero che il passaggio in termini di affidabilità creditizia da A a BBB è minimo. Innanzitutto, risulta in qualche modo controbilanciato dal livello di compensazione offerto ai creditori per finanziare i loro prestiti. Inoltre, nonostante l’aumento delle leva finanziaria, le società americane ed europee sono riuscite in questi anni a rifinanziare il debito a tassi decrescenti migliorando l’indice di copertura degli interessi.
“In conclusione, il nostro orientamento neutrale nei confronti del credito resta adeguato in questa fase, anche se nei nostri portafogli gestiti e multi-asset abbiamo posto una crescente enfasi sui prodotti con spread a bassa duration (in modo da risultare poco influenzati dalle variazioni dei tassi di interesse, ndr)” concludono Toby Nangle e Maya Bhandari.
PROSPETTIVE FAVOREVOLI PER L’AZIONARIO EUROPA
L’azionario Europa ha sofferto nel primo semestre (e, più in particolare, nei primi quattro mesi del 2018) il rallentamento dell’economia europea e la forza dell’euro. Tuttavia, per i prossimi mesi, Toby Nangle e Maya Bhandari sono fiduciosi in quanto “la debolezza economica si rivelerà probabilmente transitoria mentre l'euro dovrebbe deprezzarsi”. Secondo i due esperti, se le attuali previsioni economiche in Europa (+2,3% di crescita nel 2018) saranno confermate, l’incremento dei profitti aziendali dovrebbe attestarsi al 10% per quest’anno e all'8% nel 2019.
Ascolta il podcast: Conti alla Rovescia - Come scegliere i migliori titoli azionari
Conti alla Rovescia - Puntata 25 - Come scegliere i migliori titoli azionari - Video - FinanciaLounge
LA DEBOLEZZA DEI SETTORI FINANZIARIO E INDUSTRIALE
“La debolezza è spesso limitata a pochi settori, come quelli finanziario e industriale nel caso dell'indice IFO sulla fiducia delle imprese in Germania (i nostri portafogli obbligazionari europei sono generalmente sottopesati su entrambi i settori, anche se stiamo moderatamente rafforzando la ponderazione del secondo)” puntualizzano Toby Nangle e Maya Bhandari.
IL SUPPORTO DELLA REVISIONE DEGLI UTILI
Resta il fatto che l'Europa risulta fortemente influenzata dai trend ciclici globali e questi restano, almeno per il momento, favorevoli. La revisione delle stime sugli utili sono incoraggianti e le valutazioni sono più convenienti. Per quanto riguarda poi il rischio politico sembra si sia ridimensionato nel breve termine sia in Italia che in Spagna. “Alla luce di tutto ciò, non abbiamo apportato modifiche ai nostri portafogli multi-asset, che continuano a prediligere le azioni europee, una posizione che abbiamo detenuto per buona parte del periodo dal gennaio 2015” fanno sapere i due esperti.
Azioni Europa, le valutazioni scontate superano i dubbi sul populismo
Azioni Europa, le valutazioni scontate superano i dubbi sul populismo
I CINQUE CREDIT TRIGGER
Nell’ambito delle obbligazioni societarie, invece, dei cinque ‘credit trigger’ (o "catalizzatori del credito") che Toby Nangle e Maya Bhandari tengono sotto stretta osservazione, uno espone una bandiera rossa (deterioramento della solidità delle aziende), tre mostrano una bandiera gialla (inasprimento della politica monetaria, valutazioni elevate e una volatilità eccezionalmente bassa seppur in aumento), mentre la sola bandiera verde riguarda la salute macroeconomica.
UNA SOLA BANDIERA ROSSA
Quindi, l'unica bandiera rossa è la solidità aziendale. In teoria, il rating creditizio ottimale per una parte considerevole dell'universo societario delle società a capitalizzazione elevata è BBB (in un'ottica di ottimizzazione del costo del capitale) mentre in passato, il merito di credito medio di questo stesso segmento era approssimativamente pari ad A” specificano i due esperti. Che, tuttavia, non appaiono per questo preoccupati. È vero, ammettono, che può essere interpretata come un indice di una maggiore fragilità finanziaria tra le large cap in generale, ma è altrettanto vero che il passaggio in termini di affidabilità creditizia da A a BBB è minimo. Innanzitutto, risulta in qualche modo controbilanciato dal livello di compensazione offerto ai creditori per finanziare i loro prestiti. Inoltre, nonostante l’aumento delle leva finanziaria, le società americane ed europee sono riuscite in questi anni a rifinanziare il debito a tassi decrescenti migliorando l’indice di copertura degli interessi.
CONFERMA DELLA NEUTRALITÀ SUL CREDITO
“In conclusione, il nostro orientamento neutrale nei confronti del credito resta adeguato in questa fase, anche se nei nostri portafogli gestiti e multi-asset abbiamo posto una crescente enfasi sui prodotti con spread a bassa duration (in modo da risultare poco influenzati dalle variazioni dei tassi di interesse, ndr)” concludono Toby Nangle e Maya Bhandari.