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Pensione, italiani poco lungimiranti: non risparmiano abbastanza

Dai risultati della ricerca annuale di Schroders “Global Investor Study 2018” emerge un ritardo nell’iniziare per tempo ad accumulare una percentuale di reddito adeguata in vista dell’età pensionistica.

16 Luglio 2018 14:53

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Italiani, popolo di risparmiatori. E storicamente, di risparmiatori prudenti. Tuttavia, i primi risultati della ricerca annuale di Schroders “Global Investor Study 2018”, condotta in 30 Paesi su un campione di oltre 22.000 persone, registrano un ritardo nell’accumulare per tempo una percentuale di reddito adeguata in vista dell’età pensionistica.

I DATI


Gli italiani non ancora in età da pensione infatti, pur ritenendo in media di dover destinare il 12,5% delle loro entrate ad una vita futura confortevole, stanno accantonando a questo scopo solo il 9,8%; differenziandosi così dai risparmiatori degli altri Paesi europei che, a fronte dello stesso fabbisogno stimato (12,6%), riescono a mettere da parte mediamente il 10,5%. Allargando, poi, lo spettro di osservazione a livello globale, sale addirittura al 12,2% la percentuale di accantonamento e con essa, anche il livello di risparmio ritenuto adeguato per una vita serena (14,4%).

ASPETTATIVE DIFFERENTI FRA ITALIA E RESTO DEL MONDO


La ricerca ha inoltre confrontato le aspettative degli intervistati nei diversi Paesi. Gli italiani prossimi alla pensione ritengono che per vivere in modo tranquillo avranno bisogno di quasi l’80% dello stipendio percepito durante gli anni di lavoro, mentre quelli già pensionati dichiarano di riceverne il 73,7%. Un divario che aumenta ulteriormente a livello europeo dove, a fronte di un’aspettativa media di fabbisogno del 72,4%, il percepito si arresta al 63%; e ancor più a livello globale, dove in media si rileva un’aspettativa del 73,9% contro il 60,8% di reddito. Dallo studio emerge, ancora, che, mentre gli italiani non ancora in pensione stimano che le spese per vivere in età pensionistica incideranno sul reddito complessivo per il 37% (35% per gli europei e 34% a livello globale), chi è già in pensione dichiara di dover destinare a tali spese mediamente il 53% (50% gli europei e 49% a livello globale).

Global Investor Study 2018, le tendenze degli investitori in tema di pensioni


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FOCUS SUI PENSIONATI


Focalizzando l’attenzione sugli italiani già pensionati, la ricerca ha rilevato che solo il 35% di loro si dichiara pienamente soddisfatto del reddito percepito (43% la media europea e 42% quella a livello globale): una ragione in più che dovrebbe indurre le persone ancora professionalmente attive a programmare per tempo il proprio futuro. LE SCELTE I pensionati intervistati, da parte loro, continuano ad investire una percentuale significativa del reddito di cui dispongono: il 22% italiani, il 18% gli europei e il 19% il restante a livello globale. Percentuali piuttosto elevate, tenendo in considerazione quanto dichiarato da chi è ancora attivo nel mondo del lavoro che, proiettandosi in età da pensione, stima di poter limitare gli investimenti ad una minima parte del proprio capitale: 9% gli italiani, 8% gli europei e 9% a livello globale.

LA DICHIARAZIONE DELL’ESPERTA


A livello globale corriamo il serio pericolo che le persone sottovalutino la quota di reddito in età pensionistica necessaria per far fronte alle spese basilari, e più in generale il fabbisogno complessivo per vivere con un tenore adeguato, soprattutto nel contesto attuale, caratterizzato da scarsi rendimenti e inflazione in aumento”, ha commentato. “Non esiste la bacchetta magica. Per evitare di dover affrontare situazioni finanziare difficoltose, durante la pensione, le persone devono prendere atto del bisogno di iniziare a risparmiare il prima possibile. Rimandare questo momento ai 50 o 60 anni significa arrivare con tutta probabilità troppo tardi per riuscire a colmare il gap”, ha concluso l’esperta.

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