Andres Sanchez Balcazar

Obbligazioni, gli effetti del QE dureranno a lungo: come comportarsi

Il QE farà sentire i suoi effetti sul mercato obbligazionario condizionandone i prezzi. Ecco i suggerimenti forniti da Andres Sanchez Balcazar.

19 Luglio 2018 11:13

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Per comprendere di quale portata sia stata la rivoluzione del mondo del reddito fisso generata dal Quantitative Easing (QE) è sufficiente constatare come i prestiti bancari degli strumenti di debito nelle società non finanziarie si siano contratti da una quota del 61% (nel 2007) ad una del 45% (oggi). È la risultante di un’espansione dei bilanci delle banche centrali che le ha portate a detenere oltre il 20% delle obbligazioni globali in circolazione. Il problema è che ormai il QE non rappresenta soltanto lo strumento che permette alle banche centrali di sostenere le economie in caso di scarsa efficacia dei tagli dei tassi, ma costituisce un'importante misura di sicurezza per l’assorbimento delle nuove emissioni di obbligazioni.

IL QE DURERÀ A LUNGO


E, dal momento che il Quantitative Easing durerà a lungo, meglio attrezzarsi per bene come investitori obbligazionari. “L'insegnamento successivo è che la legge dei rendimenti decrescenti rimane valida anche sotto il QE. Le prime misure di stimolo sono più efficaci di quelle successive, il che potrebbe rivelarsi preoccupante se la prossima crisi si dovesse ripresentare prima che le banche centrali abbiano avuto il tempo di rifornirsi di sufficienti scorte monetarie” specifica Andres Sanchez Balcazar, Head of Global Bonds di Pictet Asset Management.

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ANALIZZARE I BILANCI E LE INDICAZIONI DELLE BANCHE CENTRALI


Secondo l’esperto, poi, è opportuno osservare i bilanci e le indicazioni delle banche centrali dal momento che il QE ha disconnesso il ciclo creditizio da quello economico, quando cioè le aspettative di crescita (PIL) permettevano agli investitori di fare le scelte di portafoglio. Altrettanto importanti sono poi una grande flessibilità e il non disdegnare né un approccio ‘contrarian’ e nemmeno acquisti orientati verso asset trascurati dal mercato. “Dopo il QE, comprare i ‘perdenti’, ovvero gli asset meno amati ma non per questo privi di valore, si è rivelata la strategia migliore” ricorda infatti l’esperto.

LA SCELTA DELLA DURATION


In ogni caso, secondo Andres Sanchez Balcazar, in qualità di investitori obbligazionari, la decisione più importante riguarderà la duration (la scadenza media dei titoli in portafoglio) ovvero se aumentare o diminuire la sensibilità del portafoglio alle variazioni dei tassi di interesse. A questo proposito, l’esperto fa presente che, da quando è iniziata la crisi, si sono moltiplicate le strategie sulle curve dei tassi come naturale conseguenza dell’acquisto delle obbligazioni da parte della banca centrale.

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UN FENOMENO NUOVO


A complicare ulteriormente le cose, bisogna fare i conti con un fenomeno nuovo o, perlomeno, differente dal passato: gli investitori obbligazionari non possono affidarsi alle correlazioni tra mercati sperimentate prima di questa crisi. “In precedenza, gli investitori potevano essere certi che la combinazione di titoli di Stato e di obbligazioni societarie sicure nei loro portafogli sarebbe stata sufficiente ad ottenere un livello di diversificazione accettabile e che la correlazione dei rendimenti fra i due asset fosse relativamente stabile. Tuttavia, dopo la crisi, questa correlazione ha subito delle oscillazioni. Si tratta di un nuovo rischio che non dovrebbe scomparire” puntualizza Andres Sanchez Balcazar.

QUALCHE ACQUISTO MIRATO DI AZIENDE ZOMBIE


L’esperto chiude il lungo elenco di suggerimenti per gli investitori obbligazionari segnalando che, con ogni probabilità, “si è reso necessario iniziare a selezionare qualche azienda zombie (le aziende che faticano a pagare gli interessi sui propri debiti) per ottenere una sovra performance”. Questo per il semplice fatto che nell’attuale contesto, caratterizzato da tassi di interesse molto bassi e investitori disposti a rifinanziare tali società, si è registrata una graduale diffusione di queste società meno solide a livello globale. Resta il fatto che, come conclude Andres Sanchez Balcazar “gli investitori non devono dimenticare che la trasformazione dei mercati del reddito fisso in atto dalla crisi finanziaria è destinata a perdurare”.

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