Antonio Ruggeri
Credito europeo, schiarita in vista per il secondo semestre 2018
Politica monetaria più chiara e accomodante, crescita stabile e fondamentali solidi indicano una seconda parte di 2018 positivo per il credito europeo: il commento di Ruggeri di SYZ AM.
27 Luglio 2018 15:22
Dopo un primo semestre complicato, nella seconda parte dell’anno è possibile tornare a guardare con un certo ottimismo alle obbligazioni corporate e finanziarie europee. I fattori all’origine delle pressioni – aspettative di politica monetaria, rischi politici, valutazioni elevate e crescita in rallentamento – hanno perso vigore o sono quasi scomparsi.
Complice anche la fase di rallentamento dell’economia continentale, i mercati hanno cambiato le attese sulla politica monetaria della Banca Centrale Europea. Attese confermate anche dagli interventi di Mario Draghi, che pur annunciando la fine del Quantitative Easing (con la garanzia di reinvestire i titoli a scadenza) ha mantenuto la politica monetaria sul percorso accomodante e prudente. Non a caso, secondo Antonio Ruggeri, Senior Portfolio Manager Credito Europeo di SYZ Asset Management, “il rischio di una reazione scomposta del mercato è drasticamente diminuito” con il miglioramento delle valutazioni.
A supporto del miglioramento delle prospettive per il credito europeo ci sono anche i fondamentali che, da maggio in poi, segnalano una stabilizzazione in territorio positivo della crescita. “Questo – spiega Ruggeri – corrobora la nostra ipotesi secondo cui l’Eurozona crescerà nel secondo semestre a un ritmo superiore a quello strutturale sul lungo termine”. Uno scenario confermato anche dai risultati del primo trimestre pubblicati dalle società europee, che tra l’altro hanno approfittato dei tassi bassi per estendere le scadenze delle passività.
Ovviamente i timori sulla guerra commerciale e sulle finanze italiane non sono scomparsi, come dimostra l’impennata degli spread dei debiti sovrani che ha colpito in particolare l’Italia. Guardando invece ai titoli high yield e subordinati, Ruggeri fa notare che rispetto al 2011 gli aumenti dello spread sono stati molto più contenuti. Secondo l’esperto di SYZ i titoli di Stato italiani continueranno ad essere segnati dalla volatilità fino alla presentazione del progetto di bilancio alla UE. Ma, fa notare lo stesso Ruggeri, le condizioni macro e microeconomiche sono differenti da quelle della prcedente crisi del debito e “suggeriscono un rischio contagio molto più contenuto, se non addirittura assente”. Senza dimenticare, poi, che oggi l’Europa può contare su strumenti allora assenti, come per esempio il meccanismo di stabilità.
“Da una prospettiva top-down – spiega Ruggeri – consideriamo il credito investment grade come una componente strutturale dei portafogli obbligazionari, poiché sul medio termine questo segmento mostra una minore volatilità e migliori rendimenti rispetto alle obbligazioni sovrane”. Sempre rimandendo in tema di scelte, Ruggeri ritiene “forse il segmento più intrigante” quello delle obbligazioni subordinate, visto che “i titoli assicurativi dei paesi core sono stati colpiti tanto quanto i bancari dei paesi periferici”. Infine, l’esperto di SYZ indica come “potrebbe rivelarsi opportuno investire nei titoli con rating B nel mercato high yield in euro” alla luce del disaccoppiamento rispetto agli strumenti corrispondenti denominati in dollari.
POLITICA MONETARIA
Complice anche la fase di rallentamento dell’economia continentale, i mercati hanno cambiato le attese sulla politica monetaria della Banca Centrale Europea. Attese confermate anche dagli interventi di Mario Draghi, che pur annunciando la fine del Quantitative Easing (con la garanzia di reinvestire i titoli a scadenza) ha mantenuto la politica monetaria sul percorso accomodante e prudente. Non a caso, secondo Antonio Ruggeri, Senior Portfolio Manager Credito Europeo di SYZ Asset Management, “il rischio di una reazione scomposta del mercato è drasticamente diminuito” con il miglioramento delle valutazioni.
Draghi 6 anni dopo: missione compiuta, euro più solido
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FONDAMENTALI E CRESCITA
A supporto del miglioramento delle prospettive per il credito europeo ci sono anche i fondamentali che, da maggio in poi, segnalano una stabilizzazione in territorio positivo della crescita. “Questo – spiega Ruggeri – corrobora la nostra ipotesi secondo cui l’Eurozona crescerà nel secondo semestre a un ritmo superiore a quello strutturale sul lungo termine”. Uno scenario confermato anche dai risultati del primo trimestre pubblicati dalle società europee, che tra l’altro hanno approfittato dei tassi bassi per estendere le scadenze delle passività.
CONDIZIONI MIGLIORI RISPETTO AL 2011
Ovviamente i timori sulla guerra commerciale e sulle finanze italiane non sono scomparsi, come dimostra l’impennata degli spread dei debiti sovrani che ha colpito in particolare l’Italia. Guardando invece ai titoli high yield e subordinati, Ruggeri fa notare che rispetto al 2011 gli aumenti dello spread sono stati molto più contenuti. Secondo l’esperto di SYZ i titoli di Stato italiani continueranno ad essere segnati dalla volatilità fino alla presentazione del progetto di bilancio alla UE. Ma, fa notare lo stesso Ruggeri, le condizioni macro e microeconomiche sono differenti da quelle della prcedente crisi del debito e “suggeriscono un rischio contagio molto più contenuto, se non addirittura assente”. Senza dimenticare, poi, che oggi l’Europa può contare su strumenti allora assenti, come per esempio il meccanismo di stabilità.
La crescita USA rischia di essere un boccone avvelenato per le altre economie
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FOCUS SU INVESTMENT GRADE E SUBORDINATE
“Da una prospettiva top-down – spiega Ruggeri – consideriamo il credito investment grade come una componente strutturale dei portafogli obbligazionari, poiché sul medio termine questo segmento mostra una minore volatilità e migliori rendimenti rispetto alle obbligazioni sovrane”. Sempre rimandendo in tema di scelte, Ruggeri ritiene “forse il segmento più intrigante” quello delle obbligazioni subordinate, visto che “i titoli assicurativi dei paesi core sono stati colpiti tanto quanto i bancari dei paesi periferici”. Infine, l’esperto di SYZ indica come “potrebbe rivelarsi opportuno investire nei titoli con rating B nel mercato high yield in euro” alla luce del disaccoppiamento rispetto agli strumenti corrispondenti denominati in dollari.
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