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Fiducia degli investitori europei, il rialzo di luglio non basta a riportarla in risk on
In aumento anche la fiducia degli investitori in Asia mentre in Nord America registra una lieve battuta d’arresto. In Europa pesano i timori di guerre commerciali e le questioni politiche.
2 Agosto 2018 10:19
Un piccolo rialzo in Europa e in Asia e un altrettanto modesto movimento, però al ribasso, nel Nord America. Sono queste, in estrema sintesi, le tendenze della fiducia degli investitori istituzionali a livello globale in base allo State Street Investor Confidence Index (ICI) per il mese di luglio.
Più in particolare l’ICI index globale ha registrato un incremento di un punto (salendo dai 100,8 punti di giugno ai 101,8 punti di luglio), trainato al rialzo, come detto, dall’ICI Europa (in rialzo di 0,7 punti da 90,8 a 91,5 punti) e dall’ICI Asia (in aumento di 0,5 punti da 102,8 a 103,3 punti). In leggero arretramento, invece, l’ICI Nord America che a luglio si è attestato a 103,4 punti (in discesa di 0,8 punti rispetto ai 104,2 di giugno).
La lettura di questi dati fornisce un’indicazione di massima di quale atteggiamento stia prevalendo attualmente tra gli investitori istituzionali di tutto il mondo. Infatti un indice al di sopra di 100 punti segnala una propensione al rischio mentre al di sotto di tale soglia prevale la prudenza nelle scelte d’investimento.
Alla luce di questo, si può constatare come la fiducia degli investitori europei sia, nonostante il rialzo di luglio, ancora abbondantemente in territorio ‘prudente’: l’incremento dell’indice a luglio non è infatti bastato a riportarla in modalità risk-on. Secondo gli esperti è probabile che a ostacolare la propensione al rischio da parte degli istituzionali europei ci siano una serie di preoccupazioni: dalle prospettive di una possibile escalation del protezionismo commerciale all’incertezza politica, dal rallentamento della crescita del primo trimestre a un ritmo dell’incremento degli utili aziendali ancora in ritardo rispetto a Wall Street.
Ad ogni modo, è importante sottolineare come, nonostante il recente rimbalzo dei mercati azionari, negli ultimi due mesi non si sia vista una significativa crescita della propensione al rischio a livello globale: anche gli ICI index di Asia e Nord America, infatti, stazionano ancora su livelli non molto distanti dal livello neutrale di 100.
VARIAZIONI MENSILI MOLTO CONTENUTE
Più in particolare l’ICI index globale ha registrato un incremento di un punto (salendo dai 100,8 punti di giugno ai 101,8 punti di luglio), trainato al rialzo, come detto, dall’ICI Europa (in rialzo di 0,7 punti da 90,8 a 91,5 punti) e dall’ICI Asia (in aumento di 0,5 punti da 102,8 a 103,3 punti). In leggero arretramento, invece, l’ICI Nord America che a luglio si è attestato a 103,4 punti (in discesa di 0,8 punti rispetto ai 104,2 di giugno).
LA DIFFERENZA TRA SOPRA O SOTTO CENTO PUNTI
La lettura di questi dati fornisce un’indicazione di massima di quale atteggiamento stia prevalendo attualmente tra gli investitori istituzionali di tutto il mondo. Infatti un indice al di sopra di 100 punti segnala una propensione al rischio mentre al di sotto di tale soglia prevale la prudenza nelle scelte d’investimento.
Mercati azionari, a luglio forse è partita la rotazione settoriale
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INVESTITORI EUROPEI PRUDENTI
Alla luce di questo, si può constatare come la fiducia degli investitori europei sia, nonostante il rialzo di luglio, ancora abbondantemente in territorio ‘prudente’: l’incremento dell’indice a luglio non è infatti bastato a riportarla in modalità risk-on. Secondo gli esperti è probabile che a ostacolare la propensione al rischio da parte degli istituzionali europei ci siano una serie di preoccupazioni: dalle prospettive di una possibile escalation del protezionismo commerciale all’incertezza politica, dal rallentamento della crescita del primo trimestre a un ritmo dell’incremento degli utili aziendali ancora in ritardo rispetto a Wall Street.
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NON È BASTATO IL RIALZO DELLE BORSE
Ad ogni modo, è importante sottolineare come, nonostante il recente rimbalzo dei mercati azionari, negli ultimi due mesi non si sia vista una significativa crescita della propensione al rischio a livello globale: anche gli ICI index di Asia e Nord America, infatti, stazionano ancora su livelli non molto distanti dal livello neutrale di 100.
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