Joachim Fels
Yuan, Treasury e correzione del settore tech: le tre trappole dell’estate
I mercati sembrano essere pronti per un’estate calda, ma ci sono almeno tre fattori da tenere in considerazione per evitare sorprese. A partire dallo yuan cinese.
2 Agosto 2018 10:08
Dopo un inizio d’anno spumeggiante i mercati finanziari hanno dapprima bruscamente messo la retromarcia e, successivamente, inserito il pilota automatico con un andamento laterale. Fuor di metafora, se si analizza quello che è successo finora, si è vista una propensione al rischio ‘sfrenata’ all’inizio dell’anno. Una propensione basata su dati di crescita robusta e diffusa in tutto il mondo, con aspettative di inflazione limitate e prospettive di incremento degli utili aziendali a doppia cifra.
A questo quadro idilliaco è seguita la doccia fredda dell’aumento oltre le attese delle retribuzioni americane di gennaio (+2,9% su base annua, il tasso più alto da molti anni) che ha fatto temere un aumento più sensibile dei prezzi al consumo e, quindi, tassi di interesse più alti. I mercati hanno registrato forti correzioni per poi stabilizzarsi nel giro di qualche mese, fino a giugno.
A luglio, un po’ a sorpresa, visto che proprio alla fine del semestre si erano impennate le tensioni sui dazi commerciali, le asset class più a rischio (in particolare azioni e mercati emergenti) hanno innestato la marcia superiore con guadagni, in media, abbondantemente superiori ai due punti percentuali. Insomma, i mercati sembrerebbero essere pronti per una estate calda, non solo dal punto di vista meteorologico.
A questo proposito, Joachim Fels, Managing Director e consulente economico globale di PIMCO ritiene opportuno segnalare agli investitori tre possibili trappole.
“In primo luogo, c’è il rischio che l’accelerazione del PIL nominale degli Stati Uniti e le decisioni del FOMC (Federal Open Market Committee, l’organismo interno alla Federal Reserve che sovrintende alle politiche dei tassi USA, ndr) possano spingere i rendimenti dei Treasury statunitensi ancora più in alto. E, se questo dovesse alimentare anche un rally del dollaro USA, le attività dei mercati emergenti potrebbero subire nuovamente delle pressioni” spiega l’esperto.
La seconda trappola segnalata da Joachim Fels, riguarda invece un ulteriore deprezzamento dello yuan cinese come conseguenza dell'allentamento della politica monetaria di Pechino. Sebbene finora i mercati abbiano mostrato una certa tolleranza a questo fenomeno, nel momento in cui dovesse acuirsi, l’atteggiamento degli investitori potrebbe cambiare.
In terzo luogo, è opportuno non trascurare la sensibile correzione delle quotazioni azionarie delle principali compagnie tecnologiche statunitensi la scorsa settimana. “È una tendenza preoccupante dal momento che gran parte dei guadagni complessivi da inizio anno sul mercato azionario americano stati guidati proprio da questo settore” conclude Joachim Fels.
LA DOCCIA FREDDA DEL BALZO DEI SALARI USA
A questo quadro idilliaco è seguita la doccia fredda dell’aumento oltre le attese delle retribuzioni americane di gennaio (+2,9% su base annua, il tasso più alto da molti anni) che ha fatto temere un aumento più sensibile dei prezzi al consumo e, quindi, tassi di interesse più alti. I mercati hanno registrato forti correzioni per poi stabilizzarsi nel giro di qualche mese, fino a giugno.
Curva dei tassi: se la Fed non rallenta i rialzi, possibile recessione nel 2020
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A LUGLIO È TORNATA LA VOGLIA DI RISCHIO
A luglio, un po’ a sorpresa, visto che proprio alla fine del semestre si erano impennate le tensioni sui dazi commerciali, le asset class più a rischio (in particolare azioni e mercati emergenti) hanno innestato la marcia superiore con guadagni, in media, abbondantemente superiori ai due punti percentuali. Insomma, i mercati sembrerebbero essere pronti per una estate calda, non solo dal punto di vista meteorologico.
LE TRE TRAPPOLE
A questo proposito, Joachim Fels, Managing Director e consulente economico globale di PIMCO ritiene opportuno segnalare agli investitori tre possibili trappole.
“In primo luogo, c’è il rischio che l’accelerazione del PIL nominale degli Stati Uniti e le decisioni del FOMC (Federal Open Market Committee, l’organismo interno alla Federal Reserve che sovrintende alle politiche dei tassi USA, ndr) possano spingere i rendimenti dei Treasury statunitensi ancora più in alto. E, se questo dovesse alimentare anche un rally del dollaro USA, le attività dei mercati emergenti potrebbero subire nuovamente delle pressioni” spiega l’esperto.
UN ULTERIORE DEPREZZAMENTO DELLO YUAN
La seconda trappola segnalata da Joachim Fels, riguarda invece un ulteriore deprezzamento dello yuan cinese come conseguenza dell'allentamento della politica monetaria di Pechino. Sebbene finora i mercati abbiano mostrato una certa tolleranza a questo fenomeno, nel momento in cui dovesse acuirsi, l’atteggiamento degli investitori potrebbe cambiare.
LA CORREZIONE DEL SETTORE TECNOLOGICO
In terzo luogo, è opportuno non trascurare la sensibile correzione delle quotazioni azionarie delle principali compagnie tecnologiche statunitensi la scorsa settimana. “È una tendenza preoccupante dal momento che gran parte dei guadagni complessivi da inizio anno sul mercato azionario americano stati guidati proprio da questo settore” conclude Joachim Fels.
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