italia

Il gioco pericoloso della tempesta perfetta

La Turchia resta un problema di Erdogan. Evocare rischi simili per l’Italia è un gioco pericoloso. Anche perché se si guarda oltre lo spread, ai tassi sul BTP, la situazione non sembra proprio da allarme rosso.

14 Agosto 2018 07:50

financialounge -  italia mercati Morning News perfect storm Recep Tayyip Erdogan spread turchia
Se si butta su Google news ‘perfect storm’, vale a dire tempesta (finanziaria) perfetta, nelle ultime due-tre settimane viene fuori di tutto: dalla Turchia ovviamente, alle Filippine, all’Argentina, ai tassi USA e alla curva che si appiattisce, fino a Facebook, al Bahrein, e chi più ne ha più ne metta. Ora si aggiunge all’affollato club anche l’Italia con il suo spread che si riavvicina ai massimi toccati a metà maggio.

Un altro termine molto gettonato è contagio: la crisi turca potrebbe contagiare l’Italia, ma anche i mercati emergenti, perfino la sterminata economia cinese, e magari anche Wall Street. Che al precipitare della lira turca venerdì scorso ha reagito con il calo di una manciatina di punti dello S&P 500 che continua a viaggiare a un soffio dai massimi di tutti i tempi toccati il 26 gennaio scorso. Certo, il rischio di contagio e di beccarsi una brutta infezione c’è sempre, soprattutto se uno se lo va a cercare. E fare il controcanto a Erdogan parlando di attacchi dei mercati sembra una buona strada per trovare dei guai di cui non si sente il bisogno.

IL RISCHIO PAESE NON PARLA SOLO COI TASSI


Una cosa che si sente ripetere dalle news finanziarie in TV è che i mercati prezzano il rischio di un paese in termini di tasso di interesse che si fanno pagare sui titoli del debito di quel paese. È sicuramente vero, ma è anche vero che i tassi sono solo una delle componenti che determinano l’interesse che si paga sul debito. Ce ne sono molte altre, dalle aspettative di inflazione alle politiche della banca centrale, dalla forza di un’economia all’andamento del mercato immobiliare, e via dicendo. Gli USA pagano sul debito a 10 anni un interesse vicino al 3%, la Germania tra lo 0.3% e lo 0,8% negli ultimi 12 mesi, il Giappone paga lo 0,1%. Vuol dire che il mercato prezza il rischio America 30 volte quello giapponese e 10 volte quello tedesco? A guardare l’andamento dei rispettivi mercati azionari non si direbbe. La speculazione è una componente fondamentale per il buon funzionamento dei mercati. Il suo compito è di testare la solidità degli strumenti finanziari cercando di trarre profitto da eventuali debolezze.

Turchia, Iran, Venezuela: la sfida al dollaro non paga


Turchia, Iran, Venezuela: la sfida al dollaro non paga





IL CONFRONTO CON IL T-BOND AMERICANO


Agosto è il mese ideale per farlo, la gente è in vacanza e per spostare i prezzi in una direzione o nell’altra ci vogliono meno soldi. Ma gli speculatori, come tutti gli investitori, non hanno obiettivi politici, cercano solo di far soldi profittando delle debolezze o delle ingenuità degli attori dell’economia e della politica. Guardiamo l’Italia più da vicino. Se dimentichiamo per un attimo lo spread e guardiamo al rendimento del BTP a 10 anni troviamo un rendimento poco sopra il 3%, qualche punto base sopra l’equivalente titolo del Tesoro americano. Nei grafici qui sotto, sulla distanza dei 10 anni, l’andamento dei due rendimenti non si discosta molto negli ultimi 4 anni, mentre c’è una differenza molto visibile nel periodo 2011-12. In quel biennio c’è stato sicuramente un caso Italia, ma anche un caso Europa. È il momento in cui Mario Draghi dovette lanciare il suo wathever it takes per salvare l’euro, molti davano la Grecia in uscita e l’Unione Monetaria in sgretolamento.

[caption id="attachment_129426" align="alignnone" width="762"] Rendimento del BTP a 10 anni. Fonte: Trading Economics[/caption]

[caption id="attachment_129425" align="alignnone" width="665"] Rendimento del T-Bond americano a 10 anni. Fonte: Investing.com[/caption]

BOTTOM LINE


Oggi c’è un problema Turchia, con qualche effetto collaterale in Europa, in prospettiva più politico (leggi NATO e migranti) che economico e finanziario. Come abbiamo scritto nel nostro Caffè Scorretto la guerra dichiarata da Erdogan ai mercati è persa in partenza, o se ne fa una ragione o rischia di far precipitare la Turchia nel caos economico e politico. Giocare a turchizzare l’Italia non è molto sensato, e può essere pericoloso.

La guerra ai mercati già persa da Erdogan, contagio improbabile


La guerra ai mercati già persa da Erdogan, contagio improbabile





Trending