Azad Zangana
Regno Unito: il PIL sale, ma il rischio di recessione si fa sempre più concreto
La crescita trimestrale è salita dallo 0,2% allo 0,4% ma le esportazioni hanno registrato una contrazione del 3,6% nonostante la sterlina sia su livelli minimi rispetto a dollaro ed euro.
15 Agosto 2018 07:50
“Nel complesso, le ultime stime sul PIL britannico indicano un quadro di ragionevole ripresa dell'economia. Tuttavia, sotto la superficie, i dati raccontano una storia diversa: una storia di una domanda interna debole e di una scarsa performance esterna” fa sapere Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders, che poi aggiunge: “Queste condizioni non sono sostenibili e, a meno che non vi sia un miglioramento della domanda, il rischio di recessione si fa sempre più concreto”.
Le conclusioni a cui giunge l’esperto si riferiscono alla lettura che non si limita al dato del PIL britannico (che nel secondo trimestre è salito dello 0,4% contro lo 0,2% del primo trimestre) ma anche alle altre componenti sottostanti.
In particolare, da un lato, sia la spesa delle famiglie che gli investimenti (compresi quelli delle aziende), sono risultati in miglioramento mentre, dall’altro, gli scambi commerciali netti (cioè il differenziale tra la contrazione del 3,6% delle esportazioni e la riduzione dello 0,8% delle importazioni) hanno evidenziato una dinamica in franata. In mezzo, la spesa pubblica che è rimasta inalterata.
“A peggiorare ulteriormente il quadro, c’è la circostanza che vede il secondo trimestre consecutivo in cui le vendite finali sono diminuite, il che significa che sono cadute in una recessione tecnica per la prima volta da metà 2008” specifica Azad Zangana. A preoccupare l’esperto sono le esportazioni in contrazione nel secondo trimestre nonostante la sterlina sia ai livelli minimi rispetto al dollaro e all’euro negli ultimi 12 mesi.
È anche vero, come sottolinea Azad Zangana, che le tensioni commerciali hanno inasprito le forze protezionistiche indebolendo le esportazioni non solo nel Regno Unito, ma in tutto il mondo. “L'impatto degli scontri commerciali tra Washington e Pechino, potrebbe avere implicazioni molto estese anche in altri Paesi per effetto dell’alto livello di integrazione delle supply chain (ovvero delle catene di produzione a livello globale, ndr)” puntualizza l’esperto.
In quest’ottica, il Regno Unito non è il solo a mostrare i primi segni di un rallentamento nella crescita delle esportazioni. Tuttavia, il recente aumento del rischio di una Brexit senza accordo potrebbe aver contribuito ad acuire la situazione scoraggiando commercio e investimenti.
CRESCITA DEL PIL NEL SECONDO TRIMESTRE ALLO 0,4%
Le conclusioni a cui giunge l’esperto si riferiscono alla lettura che non si limita al dato del PIL britannico (che nel secondo trimestre è salito dello 0,4% contro lo 0,2% del primo trimestre) ma anche alle altre componenti sottostanti.
IL VOLUME DELL E ESPORTAZIONI SI È CONTRATTO DEL 3,6%
In particolare, da un lato, sia la spesa delle famiglie che gli investimenti (compresi quelli delle aziende), sono risultati in miglioramento mentre, dall’altro, gli scambi commerciali netti (cioè il differenziale tra la contrazione del 3,6% delle esportazioni e la riduzione dello 0,8% delle importazioni) hanno evidenziato una dinamica in franata. In mezzo, la spesa pubblica che è rimasta inalterata.
STERLINA AI MINIMI RISPETTO A DOLLARO E EURO
“A peggiorare ulteriormente il quadro, c’è la circostanza che vede il secondo trimestre consecutivo in cui le vendite finali sono diminuite, il che significa che sono cadute in una recessione tecnica per la prima volta da metà 2008” specifica Azad Zangana. A preoccupare l’esperto sono le esportazioni in contrazione nel secondo trimestre nonostante la sterlina sia ai livelli minimi rispetto al dollaro e all’euro negli ultimi 12 mesi.
GLI IMPATTI DELLE TENSIONI COMMERCIALI
È anche vero, come sottolinea Azad Zangana, che le tensioni commerciali hanno inasprito le forze protezionistiche indebolendo le esportazioni non solo nel Regno Unito, ma in tutto il mondo. “L'impatto degli scontri commerciali tra Washington e Pechino, potrebbe avere implicazioni molto estese anche in altri Paesi per effetto dell’alto livello di integrazione delle supply chain (ovvero delle catene di produzione a livello globale, ndr)” puntualizza l’esperto.
Economia globale, il rischio è rappresentato dalle tensioni commerciali
Economia globale, il rischio è rappresentato dalle tensioni commerciali
IL PESO DI UNA BREXIT SENZA ACCORDO
In quest’ottica, il Regno Unito non è il solo a mostrare i primi segni di un rallentamento nella crescita delle esportazioni. Tuttavia, il recente aumento del rischio di una Brexit senza accordo potrebbe aver contribuito ad acuire la situazione scoraggiando commercio e investimenti.