debito emergente
Idee di investimento – Obbligazioni – 20 agosto 2018
In attesa della legge di bilancio italiana in autunno, emergono opportunità nell’obbligazionario europeo mentre l’approccio ESG aiuta nelle scelte del debito emergente.
20 Agosto 2018 10:58
Il rischio Italia tornerà con la legge di bilancio in autunno. Tutto si giocherà sul fatto se la manovra del governo Lega – Cinque Stelle sarà finalizzata o meno a finanziare riforme strutturali e investimenti produttivi. È quello che emerge nell’articolo “Investimenti: portafogli flessibili con azioni bancarie europee, dollari e CTZ e BOT” dove Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0397464685"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], argomenta le ragioni che lo hanno portato il mese scorso a vendere i BTP Italia per comprare CTZ 30/10/19 e BOT 14/6/2019. “I Btp secondo noi torneranno sotto pressione con la legge di bilancio di ottobre. Dunque accorciare la duration (scadenza media dei titoli in portafoglio in modo da ridurre l’esposizione alla variazione dei tassi di interesse, ndr) ed evitare possibili ‘rischi di credito’ sui BTP oltre 3 anni è prudenziale. Infine i CTZ e i BOT non sono soggetti a eventuali azioni sul debito in quanto strumenti di mercato monetario (per es. la Grecia ha continuato a emettere e pagare i suoi titoli a breve durante tutta la crisi).” A proposito di Italia, l’esperto ha poi aggiunto, relativamente alla legge di bilancio in autunno: “Ai mercati interessa la sostenibilità del debito, ovvero il suo rifinanziamento (non il suo rimborso) a tassi ragionevoli. Se la manovra fosse anche in debito ma finalizzata a finanziare riforme strutturali e investimenti produttivi probabilmente i mercati sarebbero benevoli, viceversa se venisse accumulato nuovo debito per comprare consenso elettorale probabilmente il costo di rifinanziamento sarebbe destinato a salire irritando i mercati.”
Certo se in Italia ha influito negativamente l’esito delle elezioni politiche con il varo di un governo caratterizzato da un profilo euro scettico, il debito emergente ha pagato il rafforzamento del dollaro e dei tassi americani. Tuttavia, per Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz, gestori delle strategie Credit Opportunities di GAM Investments, le prospettive per la parte finale dell’anno sembrano essere un po’ più incoraggianti. “I rendimenti di molte emissioni sono aumentati e, dal nostro punto di vista, continuiamo a credere che i rendimenti dei bond in euro vicini o superiori al 4% siano molto interessanti, in particolar modo se facciamo riferimento alle obbligazioni con rating investment grade” puntualizzano nell’articolo “Mercato obbligazionario, tutte le occasioni nella seconda parte dell’anno” i due esperti. Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz prevedono infatti un proseguimento del percorso virtuoso disegnato negli ultimi tempi dalla maggioranza degli istituti finanziari europei e cioè un rafforzamento del capitale, un contenimento di costi e un rifinanziamento del modello di attività. Un percorso che dovrebbe sostenere positivamente le valutazioni delle obbligazioni delle banche. In particolare, fanno presente i due esperti, nel caso degli istituti che hanno dimostrato di sapersi difendere durante il periodo peggiore (ormai alle spalle) preservando buoni margini, è probabile che gli interventi virtuosi consentano di offrire rendimenti molto interessanti sul loro debito subordinato, compresi i Coco bond. Per quanto riguarda invece l’area del dollaro americano, Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz ritengono probabile che il tasso di interesse del Treasury USA a 10 anni non si spinga molto oltre la soglia del 3%. Ne consegue, puntualizzano i due esperti, che molte obbligazioni a tasso fisso con un rendimento ben superiore al 5% siano relativamente ben protette. Il loro riferimento è al fatto che questa tipologia di titoli dovrebbe garantire con le loro cedole un cuscinetto protettivo sufficiente a proteggere l’investimento dal rialzo dei tassi di mercato. “Inoltre” aggiungono Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz, ”abbiamo in portafoglio molte obbligazioni da tasso fisso a variabile in cui il tasso di interesse sarà rifissato nel giro di pochi anni oppure potranno essere revocate”.
Per quanto riguarda invece il debito emergente, la selezione è sempre più importante come dimostrano i casi dell’Argentina e della Turchia. Per evitare di incamerare rischi eccessivi in portafoglio, PIMCO adotta un mix dell’analisi rigorosa dei fondamentali e dei rischi e con le integrazioni dei principi ESG: un approccio che ha permesso di ottimizzare dal 2015 al 2017 l’esposizione nel debito del Sudafrica. Oltre all’analisi rigorosa dei fondamentali e degli altri fattori di rischio, il focus ESG (ambientali, sociali e di governance) a livello nazionale è fondamentale per ottenere un quadro più nitido degli sviluppi che potrebbero esserci nel breve e medio termine, per individuare i rischi specifici per singolo paese, per condividere un dialogo attivo con funzionari pubblici e dirigenti aziendali e per valutare quale sia l’effettivo raggiungimento degli obiettivi ESG da parte dell’esecutivo. Nell’articolo “Investimenti e integrazioni ESG, la ‘case history’ del Sudafrica” Lupin Rahman, executive vice president e global head of sovereign credit di PIMCO, illustra la ‘case history’ del Sudafrica. Infatti, rivela l’esperta, gli sviluppi politici in Sudafrica nel 2015-2017 evidenziano come l’integrazione dei fattori ESG nell’analisi tradizionale del credito sovrano e l’impegno tempestivo possano potenzialmente migliorare le valutazioni del rischio e proteggere i portafogli da grossi rischi al ribasso. “Con l’elezione del presidente Cyril Ramaphosa come leader dell’ANC nel dicembre 2017 e l’uscita del presidente Zuma dalla politica nel febbraio 2018, stiamo monitorando i progressi del nuovo governo sudafricano nella correzione delle lacune di gestione nel settore delle imprese statali e nell’avanzamento delle riforme per migliorare governance e trasparenza. Le procedure messe in atto per ridurre la corruzione sono segnali promettenti e sembrerebbero indicare che il Sudafrica è finalmente sulla lunga strada verso la ripresa” conclude Lupin Rahman.
BOND EUROPEI INTERESSANTI
Certo se in Italia ha influito negativamente l’esito delle elezioni politiche con il varo di un governo caratterizzato da un profilo euro scettico, il debito emergente ha pagato il rafforzamento del dollaro e dei tassi americani. Tuttavia, per Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz, gestori delle strategie Credit Opportunities di GAM Investments, le prospettive per la parte finale dell’anno sembrano essere un po’ più incoraggianti. “I rendimenti di molte emissioni sono aumentati e, dal nostro punto di vista, continuiamo a credere che i rendimenti dei bond in euro vicini o superiori al 4% siano molto interessanti, in particolar modo se facciamo riferimento alle obbligazioni con rating investment grade” puntualizzano nell’articolo “Mercato obbligazionario, tutte le occasioni nella seconda parte dell’anno” i due esperti. Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz prevedono infatti un proseguimento del percorso virtuoso disegnato negli ultimi tempi dalla maggioranza degli istituti finanziari europei e cioè un rafforzamento del capitale, un contenimento di costi e un rifinanziamento del modello di attività. Un percorso che dovrebbe sostenere positivamente le valutazioni delle obbligazioni delle banche. In particolare, fanno presente i due esperti, nel caso degli istituti che hanno dimostrato di sapersi difendere durante il periodo peggiore (ormai alle spalle) preservando buoni margini, è probabile che gli interventi virtuosi consentano di offrire rendimenti molto interessanti sul loro debito subordinato, compresi i Coco bond. Per quanto riguarda invece l’area del dollaro americano, Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz ritengono probabile che il tasso di interesse del Treasury USA a 10 anni non si spinga molto oltre la soglia del 3%. Ne consegue, puntualizzano i due esperti, che molte obbligazioni a tasso fisso con un rendimento ben superiore al 5% siano relativamente ben protette. Il loro riferimento è al fatto che questa tipologia di titoli dovrebbe garantire con le loro cedole un cuscinetto protettivo sufficiente a proteggere l’investimento dal rialzo dei tassi di mercato. “Inoltre” aggiungono Anthony Smouha e Grégoire Mivelaz, ”abbiamo in portafoglio molte obbligazioni da tasso fisso a variabile in cui il tasso di interesse sarà rifissato nel giro di pochi anni oppure potranno essere revocate”.
DEBITO EMERGENTE, LO SCUDO DELL’APPROCCIO ESG
Per quanto riguarda invece il debito emergente, la selezione è sempre più importante come dimostrano i casi dell’Argentina e della Turchia. Per evitare di incamerare rischi eccessivi in portafoglio, PIMCO adotta un mix dell’analisi rigorosa dei fondamentali e dei rischi e con le integrazioni dei principi ESG: un approccio che ha permesso di ottimizzare dal 2015 al 2017 l’esposizione nel debito del Sudafrica. Oltre all’analisi rigorosa dei fondamentali e degli altri fattori di rischio, il focus ESG (ambientali, sociali e di governance) a livello nazionale è fondamentale per ottenere un quadro più nitido degli sviluppi che potrebbero esserci nel breve e medio termine, per individuare i rischi specifici per singolo paese, per condividere un dialogo attivo con funzionari pubblici e dirigenti aziendali e per valutare quale sia l’effettivo raggiungimento degli obiettivi ESG da parte dell’esecutivo. Nell’articolo “Investimenti e integrazioni ESG, la ‘case history’ del Sudafrica” Lupin Rahman, executive vice president e global head of sovereign credit di PIMCO, illustra la ‘case history’ del Sudafrica. Infatti, rivela l’esperta, gli sviluppi politici in Sudafrica nel 2015-2017 evidenziano come l’integrazione dei fattori ESG nell’analisi tradizionale del credito sovrano e l’impegno tempestivo possano potenzialmente migliorare le valutazioni del rischio e proteggere i portafogli da grossi rischi al ribasso. “Con l’elezione del presidente Cyril Ramaphosa come leader dell’ANC nel dicembre 2017 e l’uscita del presidente Zuma dalla politica nel febbraio 2018, stiamo monitorando i progressi del nuovo governo sudafricano nella correzione delle lacune di gestione nel settore delle imprese statali e nell’avanzamento delle riforme per migliorare governance e trasparenza. Le procedure messe in atto per ridurre la corruzione sono segnali promettenti e sembrerebbero indicare che il Sudafrica è finalmente sulla lunga strada verso la ripresa” conclude Lupin Rahman.
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