buy and hold
Mercati azionari, anche senza recessione è sempre possibile un trend ribassista
Per il mercato azionario, più della capacità di previsione della crescita del PIL contano i margini di profitto e i multipli di Borsa a cominciare dal rapporto prezzo / utili (p/e).
21 Agosto 2018 09:31
Molti investitori sono convinti che finché non si materializzerà una nuova recessione non ci potrà essere un mercato orso, cioè una forte correzione di Borsa. Sembra proprio che le cose stiano molto diversamente. Vediamo insieme perché.
Vincent Deluard, capo della strategia macro globale presso INTL FCStone, una società di servizi finanziari, ha scoperto che se anche fosse possibile avere una visione perfetta della crescita futura del PIL negli Stati Uniti sarebbe del tutto ininfluente sulle performance del proprio portafoglio azionario. E questo è ancora più sorprendente se si pensa che la fotografia esatta dell’economia di un paese come gli Stati Uniti si conosce con uno o due trimestri di ritardo mentre le scelte di portafoglio vanno fatte oggi.
Ad ogni modo per dimostrare la sua convinzione, Vincent Deluard ha costruito un portafoglio ipotetico che è stato investito al 100% nell'indice S&P 500 ogni volta che la crescita del PIL del trimestre successivo è stata superiore a quella del trimestre corrente e al 100% in contanti nei casi contrari. Un portafoglio così concepito (che di fatto avrebbe seguito una strategia di buy-and-hold) avrebbe generato un rendimento di un punto percentuale annualizzato dal 1948.
Non Solo. Se la stessa metodologia fosse stata applicata ipotizzando previsioni esatte del PIL con quattro trimestri di anticipo (ovvero nel campo della pura preveggenza) le performance sarebbero migliorate ma soltanto di un altro punto percentuale. Questo perché, sempre secondo Vincent Deluard, a determinare i cicli del mercato azionario non è la crescita economica quanto i margini di profitto e i multipli, a cominciare dal rapporto prezzo / utili (p/e).
Semplificando al massimo, il livello del mercato azionario può essere calcolato moltiplicando le vendite per il margine di profitto e per il p/e. La crescita economica, vale a dire le vendite, contano solo per una frazione in questa equazione dal momento che, come sottolinea Vincent Deluard circa la metà dei ricavi delle società dell'indice S & P 500 proviene dall'estero.
Insomma, gli analisti dovrebbero dedicare meno tempo a preoccuparsi della prossima recessione e concentrarsi sui due secondi termini dell'equazione: margini e multipli. E proprio questo deve far riflettere gli investitori azionari, dal momento che sia i margini che i multipli sono vicini ai massimi storici: se uno di essi tornerà ai suoi valori storici, il mercato azionario dovrà correggere anche senza una recessione.
Vincent Deluard, capo della strategia macro globale presso INTL FCStone, una società di servizi finanziari, ha scoperto che se anche fosse possibile avere una visione perfetta della crescita futura del PIL negli Stati Uniti sarebbe del tutto ininfluente sulle performance del proprio portafoglio azionario. E questo è ancora più sorprendente se si pensa che la fotografia esatta dell’economia di un paese come gli Stati Uniti si conosce con uno o due trimestri di ritardo mentre le scelte di portafoglio vanno fatte oggi.
STRATEGIA BUY AND HOLD
Ad ogni modo per dimostrare la sua convinzione, Vincent Deluard ha costruito un portafoglio ipotetico che è stato investito al 100% nell'indice S&P 500 ogni volta che la crescita del PIL del trimestre successivo è stata superiore a quella del trimestre corrente e al 100% in contanti nei casi contrari. Un portafoglio così concepito (che di fatto avrebbe seguito una strategia di buy-and-hold) avrebbe generato un rendimento di un punto percentuale annualizzato dal 1948.
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LA PREVEGGENZA NON AIUTA
Non Solo. Se la stessa metodologia fosse stata applicata ipotizzando previsioni esatte del PIL con quattro trimestri di anticipo (ovvero nel campo della pura preveggenza) le performance sarebbero migliorate ma soltanto di un altro punto percentuale. Questo perché, sempre secondo Vincent Deluard, a determinare i cicli del mercato azionario non è la crescita economica quanto i margini di profitto e i multipli, a cominciare dal rapporto prezzo / utili (p/e).
COME CALCOLARE IL LIVELLO DEL MERCATO AZIONARIO
Semplificando al massimo, il livello del mercato azionario può essere calcolato moltiplicando le vendite per il margine di profitto e per il p/e. La crescita economica, vale a dire le vendite, contano solo per una frazione in questa equazione dal momento che, come sottolinea Vincent Deluard circa la metà dei ricavi delle società dell'indice S & P 500 proviene dall'estero.
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MARGINI E MULTIPLI AI MASSIMI STORICI
Insomma, gli analisti dovrebbero dedicare meno tempo a preoccuparsi della prossima recessione e concentrarsi sui due secondi termini dell'equazione: margini e multipli. E proprio questo deve far riflettere gli investitori azionari, dal momento che sia i margini che i multipli sono vicini ai massimi storici: se uno di essi tornerà ai suoi valori storici, il mercato azionario dovrà correggere anche senza una recessione.
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