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Titoli di credito vs titoli di Stato: perché continuare a preferire i primi e quali scegliere

Da inizio anno i fondi obbligazionari hanno, in generale, deluso. Ma ora potrebbero arrivare opportunità nei corporate bond finanziari e nel debito emergente in valuta forte.

30 Agosto 2018 09:34

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Cento euro investiti a inizio anno in un fondo obbligazionario sarebbero diventati 97,71 al 22 agosto. In pratica, in base all’indice Fideuram generale dei fondi obbligazionari di diritto italiano, si tratta di una performance negativa del 2,29%. Per cercare di raddrizzarla e portarla in territorio positivo, gli investitori hanno dovuto ancora una volta cercare valore nel credito, ovvero nelle emissioni obbligazionarie societarie e bancarie.

FORTI DIFFERENZE TRA EMISSIONI IN EURO E IN USD


Ma anche in questo caso avrebbero dovuto fare attenzione alla valuta di denominazione dei titoli. Infatti, mentre i fondi obbligazionari corporate in dollari USA hanno mostrato un apprezzamento medio da inizio anno del +1,55%, quelli in euro hanno accusato un calo medio del -0,76%. Stesso discorso per i fondi obbligazionari high yield USD che hanno guadagnato in media il 4,51% mentre i loro omologhi in euro non sono andati oltre un deludente -0,27%.

RIALZO DEI TASSI USA E DOLLARO FORTE


Stavolta i risparmiatori nella disperata ricerca di reddito non sono stati aiutati dai fondi specializzati sui mercati emergenti, che hanno sofferto il sensibile rialzo dei tassi americani e del dollaro. Infatti i fondi obbligazionari paesi emergenti con possibilità di copertura del cambio valutario hanno evidenziato una perdita media da inizio anno del -2,34%, quelli investiti in titoli in valuta locale il -6,81% e quelli specializzati sulle emissioni obbligazionarie societarie un -4,87%.

PER CHI AMA IL RISCHIO, DEBITO EMERGENTE E CONVERTIBILI


Ma Sylvie Golay Markovich, Head of Financial Markets Strategy di Credit Suisse, segnala proprio i mercati emergenti e le obbligazioni convertibili per gli investitori tolleranti al rischio. “Contrariamente ai titoli high yield statunitensi, le valutazioni delle emissioni in divise forti dei mercati emergenti sembrano molto più interessanti, e finora i fondamentali dei titoli sovrani hanno evidenziato capacità di recupero” dichiara l’esperta. Certo, ammette Sylvie Golay Markovich, il crescente rischio di sanzioni statunitensi su alcuni paesi (Turchia) e il potenziale di una disciplina meno fiscale in altri (Messico), potrebbero contribuire a mantenere elevata la volatilità dell’asset class.

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DURATION CORTA PER I TREASURY


Allargando la visuale a tutte le altre asset class obbligazionarie, l’esperta preferisce una strategia di duration corta (scadenza media dei titoli che determina la sensibilità alle variazioni dei tassi) per i Treasury, i titoli di stato USA. “Optiamo invece per una maggiore duration nelle obbligazioni corporate investment grade (IG), dove gli spread sono i più ampi nel segmento superiore ai 10 anni” specifica Sylvie Golay Markovich che ammette ora di puntare sulle obbligazioni finanziarie (approfittando della recente correzione) e di estendere il focus sui titoli di credito con rating BBB agli emittenti con giudizio di merito BB.

BOND FINANZIARI NELL’AREA EURO


Nell’ambito invece delle obbligazioni societarie in euro, l’esperta continua a prediligere i titoli finanziari che dovrebbero trarre vantaggio da un rimbalzo nella dinamica economica dell’Eurozona. Infine, mentre preferisce evitare di incrementare l’esposizione verso i titoli sovrani periferici, Sylvie Golay Markovich continua a favorire i titoli ibridi corporate per un miglioramento dei rendimenti complessivi del portafoglio.

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