Colorado
Il Colorado vince la maglia dell’economia migliore degli USA
La classifica realizzata da 24/7 Wall Street vede la California solo ottava e altri grandi stati come Texas e New York molto più indietro. West Virginia e stati petroliferi in coda. In Florida la crescita più veloce.
31 Agosto 2018 09:44
Le economie dell’Eurozona viaggiano a velocità diverse quanto a reddito prodotto, occupazione e benessere delle popolazioni, ma anche gli Stati Uniti d’America non sono un blocco compatto. Dietro i numeri stellari di una crescita che corre oltre il 4% e una disoccupazione che viaggia sotto la stessa cifra ci sono realtà molto diverse, con parecchie sorprese. La classifica delle migliori economie dei 50 stati dell’Unione elaborata dalla casa di consulenza 24/7 Wall Street e pubblicata da USAToday vede in testa il Colorado e in coda la West Virginia. La migliore economia, forse anche grazie al boom del business della marijuana, negli ultimi 5 anni è cresciuta in media del 2,7% l’anno, con una disoccupazione al 2,7% e una creazione di nuova occupazione in crescita del 2,4% nella media degli ultimi 5 anni. Nella cinquantesima il PIL è cresciuto in media dello 0,5% l’anno negli ultimi 5 anni, la disoccupazione viaggia al 5,3% con una crescita annuale degli occupati negativa, -0,4%, nella media degli ultimi 5 anni.
Scorrendo la classifica, non mancano le sorprese. California e Texas, considerate da molti le economie più ricche e dinamiche, sono rispettivamente all’ottavo e al 21esimo posto, mentre al secondo posto troviamo l’Utah, seguito da Massachusetts, New Hampshire, Washington (quello di Seattle), Hawaii e Minnesota, tutti davanti al golden state. Per trovare lo stato di New York bisogna scendere ben oltre metà classifica al 31esimo posto, subito prima dell’Illinois. South e North Dakota, famosi soprattutto per il boom dello shale oil, sono ancora più indietro nelle due caselle successive. Un caso particolare è l’Arizona, dove la popolazione negli ultimi 5 anni è cresciuta al ritmo doppio del resto d’America, +7,2%, ma dove gli indicatori dicono che gli abitanti non se la passano particolarmente bene, infatti è al posto numero 36 della classifica con un indice di povertà molto alto, al 16,4%.
In fondo alla classifica il fanalino di coda West Virginia è preceduto da Alaska, Louisiana, Mississippi, New Mexico e Kentucky. È una mappa di lettura difficile, non ci sono aree omogenee e neppure chiavi interpretative legate a questo o quel settore dell’economia. 24/7 Wall Street osserva che la vitalità economica non riguarda solo la crescita ma anche, se non soprattutto, la capacità dei vari stati di sostenere le popolazioni con posti di lavoro, buona istruzione e opportunità economiche. Avere residenti istruiti, occupati e ben pagati contribuisce alla crescita. Nella classifica non viene utilizzato il reddito procapite come criterio, ma risulta sopra la media in 9 delle 10 economie giudicate migliori. I settori che tirano di più quanto a occupazione e salari sono la sanità, il tempo libero, i servizi professionali e alle imprese.
Il ciclo del petrolio gioca la sua parte. Molti degli stati con economie in difficoltà hanno una forte presenza di industria mineraria e petrolifera, come Louisiana, West Virginia, Alaska e New Mexico, tutti negli ultimi 5. Ma gli ultimi 5 anni, che sono quelli presi a riferimento da 24/7 Wall Street, sono stati anche quelli del collasso del prezzo del petrolio iniziato nel 2014 e recentemente in recupero. Un caso interessante è la Florida, che viaggia ai piani alti al 13esimo posto, anche se il reddito medio è decisamente basso, poco sopra i 50.000 dollari a famiglia, quasi 7.000 dollari sotto la media nazionale. Ma la velocità della crescita economica è molto elevata: negli ultimi 5 anni l’occupazione è aumentata del 2,5% in media l’anno, mentre il reddito è aumentato del 2,3% in media annua, contro un dato dell’1,7% a livello nazionale.
MOLTI PICCOLI NELLA PATTUGLIA DI TESTA
Scorrendo la classifica, non mancano le sorprese. California e Texas, considerate da molti le economie più ricche e dinamiche, sono rispettivamente all’ottavo e al 21esimo posto, mentre al secondo posto troviamo l’Utah, seguito da Massachusetts, New Hampshire, Washington (quello di Seattle), Hawaii e Minnesota, tutti davanti al golden state. Per trovare lo stato di New York bisogna scendere ben oltre metà classifica al 31esimo posto, subito prima dell’Illinois. South e North Dakota, famosi soprattutto per il boom dello shale oil, sono ancora più indietro nelle due caselle successive. Un caso particolare è l’Arizona, dove la popolazione negli ultimi 5 anni è cresciuta al ritmo doppio del resto d’America, +7,2%, ma dove gli indicatori dicono che gli abitanti non se la passano particolarmente bene, infatti è al posto numero 36 della classifica con un indice di povertà molto alto, al 16,4%.
ISTRUZIONE FATTORE VINCENTE
In fondo alla classifica il fanalino di coda West Virginia è preceduto da Alaska, Louisiana, Mississippi, New Mexico e Kentucky. È una mappa di lettura difficile, non ci sono aree omogenee e neppure chiavi interpretative legate a questo o quel settore dell’economia. 24/7 Wall Street osserva che la vitalità economica non riguarda solo la crescita ma anche, se non soprattutto, la capacità dei vari stati di sostenere le popolazioni con posti di lavoro, buona istruzione e opportunità economiche. Avere residenti istruiti, occupati e ben pagati contribuisce alla crescita. Nella classifica non viene utilizzato il reddito procapite come criterio, ma risulta sopra la media in 9 delle 10 economie giudicate migliori. I settori che tirano di più quanto a occupazione e salari sono la sanità, il tempo libero, i servizi professionali e alle imprese.
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IL PASSO VELOCE DELLA FLORIDA
Il ciclo del petrolio gioca la sua parte. Molti degli stati con economie in difficoltà hanno una forte presenza di industria mineraria e petrolifera, come Louisiana, West Virginia, Alaska e New Mexico, tutti negli ultimi 5. Ma gli ultimi 5 anni, che sono quelli presi a riferimento da 24/7 Wall Street, sono stati anche quelli del collasso del prezzo del petrolio iniziato nel 2014 e recentemente in recupero. Un caso interessante è la Florida, che viaggia ai piani alti al 13esimo posto, anche se il reddito medio è decisamente basso, poco sopra i 50.000 dollari a famiglia, quasi 7.000 dollari sotto la media nazionale. Ma la velocità della crescita economica è molto elevata: negli ultimi 5 anni l’occupazione è aumentata del 2,5% in media l’anno, mentre il reddito è aumentato del 2,3% in media annua, contro un dato dell’1,7% a livello nazionale.
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