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Crolla ad agosto la fiducia degli investitori del Nord America negli asset a rischio
Mentre registra un forte aumento in Europa e in Asia è sostanzialmente stabile. Lo segnala l’Indice di State Street che misura l’appetito per il rischio degli investitori istituzionali globali.
6 Settembre 2018 09:52
I dati del mese di agosto dell’indice ICI di State Street sulla propensione al rischio degli investitori istituzionali hanno colto di sorpresa diversi osservatori . Non tanto perché l’indice generale risulta in calo di 7,4 punti, con il livello della fiducia a livello globale che è sceso da 101,7 a 94,3 punti rispetto al mese precedente, con divergenze delle tendenze nelle tre macro aree mondiali quanto piuttosto chi sale e chi scende.
L’indice, definito dalla stessa State Street come “una misurazione obiettiva quantitativa della tolleranza al rischio da parte degli investitori sofisticati”, vale a dire gli istituzionali, nel Nord America ha registrato un crollo di oltre 10 punti, passando di 103,1 punti di luglio ai 92,5 punti di agosto. Al contrario, l’ICI di fiducia degli investitori dell’Europa è risultato in controtendenza, registrando una crescita della fiducia di 8,1 punti che ha portato l’indice a 99,5 punti (dai 91,4 punti di luglio).
L’ICI dell’Asia, invece, è rimasto sostanzialmente stabile, accusando un lieve calo mensile (-0,9 punti), con il valore dell’indice che è passato dai 103,5 punti di luglio ai 102,6 punti di agosto. La fiducia degli investitori in Asia risulta pertanto l’unica in territorio orientato alla propensione al rischio: infatti l’ICI index oltre i 100 punti certifica che prevale la tendenza degli investitori ad assumere posizioni di portafoglio più esposte alle asset class rischiose e viceversa al di sotto dei 100 punti.
Secondo gli addetti ai lavori, i dati di agosto confermano l’alta variabilità della fiducia degli investitori istituzionali registrata sin dall’inizio di quest’anno. In particolare, dopo alcuni mesi contraddistinti da una propensione al rischio moderata, è prevalsa una certa avversione al rischio tra gli investitori istituzionali a livello globale, alimentata dalle tensioni commerciali crescenti e dalle nuove instabilità politiche e geopolitiche.
Nel Nord America sembrano aver influito soprattutto le incertezze sugli effetti a livello globale delle politiche commerciali del Presidente Trump, indicate da molti esperti come una delle concause delle tensioni che hanno investito i mercati emergenti. In Europa, invece, un po’ a sorpresa sembra che le recenti preoccupazioni sulla stabilità finanziaria dell’Italia siano state accantonate.
Tuttavia, per verificare se tali preoccupazioni siano state archiviate definitivamente o solo momentaneamente, sarà sufficiente aspettare il dato della fiducia di settembre che dovrebbe arrivare in concomitanza con la presentazione della legge di bilancio italiana 2019 che scoprirà le carte del governo Lega – Cinquestelle in tema di deficit di bilancio e di debito pubblico.
VOGLIA DI RISCHIO : GIÙ NEL NORD AMERICA, SU IN EUROPA
L’indice, definito dalla stessa State Street come “una misurazione obiettiva quantitativa della tolleranza al rischio da parte degli investitori sofisticati”, vale a dire gli istituzionali, nel Nord America ha registrato un crollo di oltre 10 punti, passando di 103,1 punti di luglio ai 92,5 punti di agosto. Al contrario, l’ICI di fiducia degli investitori dell’Europa è risultato in controtendenza, registrando una crescita della fiducia di 8,1 punti che ha portato l’indice a 99,5 punti (dai 91,4 punti di luglio).
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ASIA STABILE SOPRA I 100 PUNTI
L’ICI dell’Asia, invece, è rimasto sostanzialmente stabile, accusando un lieve calo mensile (-0,9 punti), con il valore dell’indice che è passato dai 103,5 punti di luglio ai 102,6 punti di agosto. La fiducia degli investitori in Asia risulta pertanto l’unica in territorio orientato alla propensione al rischio: infatti l’ICI index oltre i 100 punti certifica che prevale la tendenza degli investitori ad assumere posizioni di portafoglio più esposte alle asset class rischiose e viceversa al di sotto dei 100 punti.
AVVERSIONE ALIMENTATA DALLE TENSIONI COMMERCIALI
Secondo gli addetti ai lavori, i dati di agosto confermano l’alta variabilità della fiducia degli investitori istituzionali registrata sin dall’inizio di quest’anno. In particolare, dopo alcuni mesi contraddistinti da una propensione al rischio moderata, è prevalsa una certa avversione al rischio tra gli investitori istituzionali a livello globale, alimentata dalle tensioni commerciali crescenti e dalle nuove instabilità politiche e geopolitiche.
LE POLITICHE COMMERCIALI DI TRUMP
Nel Nord America sembrano aver influito soprattutto le incertezze sugli effetti a livello globale delle politiche commerciali del Presidente Trump, indicate da molti esperti come una delle concause delle tensioni che hanno investito i mercati emergenti. In Europa, invece, un po’ a sorpresa sembra che le recenti preoccupazioni sulla stabilità finanziaria dell’Italia siano state accantonate.
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ATTESA PER LA LEGGE DI BILANCIO ITALIANA
Tuttavia, per verificare se tali preoccupazioni siano state archiviate definitivamente o solo momentaneamente, sarà sufficiente aspettare il dato della fiducia di settembre che dovrebbe arrivare in concomitanza con la presentazione della legge di bilancio italiana 2019 che scoprirà le carte del governo Lega – Cinquestelle in tema di deficit di bilancio e di debito pubblico.
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