Arabia Saudita

Nessun contagio dai mercati emergenti, i fondamentali ci sono

Anche il FT certifica che una puntata in territorio Orso non giustifica i timori di una crisi paragonabile a quelle del passato. La crescita degli emergenti è sostenibile e i prezzi rimbalzeranno.

7 Settembre 2018 11:40

financialounge -  Arabia Saudita Argentina Financial Times mercati emergenti turchia
FinanciaLounge lo aveva già scritto nel Caffè scorretto del 13 agosto: “Molti parlano di contagio che dalla Turchia potrebbe estendersi ad altri mercati emergenti, con gli occhi ovviamente puntati sulla Cina. Ci si dimentica che, vent’anni dopo la crisi asiatica, le economie emergenti sono diventate molto, ma molto più grandi, e la dimensione le mette al riparo da shock esterni”.

PROBLEMI CREATI IN CASA DA QUALCHE PAESE


Quasi un mese dopo la correttezza di quell’analisi viene certificata dall’autorevole Financial Times, che pure era stato il primo a lanciare l’allarme sui mercati emergenti entrati in territorio Orso. Venerdì 7 settembre infatti il foglio color salmone della City scrive nella Lex Column che gli emergenti non sono contagiosi, una puntata in territorio Orso non vuol dire crisi sistemica. E argomenta che, anche se il dollaro forte ha tracciato un confine tra gli USA e il resto del mondo, i paesi che hanno visto le rispettive valute, debito e Borse andare in sofferenza sono quelle i cui problemi erano già ben noti e in gran parte creati in casa, come nei casi di Turchia e Argentina.

https://twitter.com/FTLex/status/1037748747739037696

RIBASSI CON POCA LOGICA


La Turchia in particolare, come FinanciaLounge ha segnalato più volte, ha aggravato i suoi problemi di deficit e inflazione rifiutandosi ostinatamente di alzare i tassi. Il che ha giustamente spinto il costo di assicurarsi contro un default, tramite i credit default swap, a schizzare verso l’alto, vicino ai massimi di un decennio per i contratti con orizzonte temporale di 5 anni. C’è meno logica invece nel ribasso di valute e bond di paesi con livelli bassi di debito in valuta e bilance dei pagamenti solide. Infatti, va notato, in questi casi il movimento è stato molto contenuto. Per la Thailandia, ad esempio, la sofferenza è stata limitata in un rialzo di 20 punti base del rendimento del bond governativo a 10 anni, che ha raggiunto il livello non certo allarmante del 2,8%.

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CRESCITA ROBUSTA AL 5%


I sostenitori della tesi del contagio citano anche l’Arabia Saudita, che nonostante il prezzo del petrolio in rialzo ha visto il rendimento dei titoli di Stato salire di qualche punto base. Ma giustamente il FT fa notare che le argomentazione dei ‘contagisti’ ignorano il fatto che le previsioni per le economie emergenti puntano a una crescita del 5% per quest’anno, mentre molti paesi dell’area si stanno proteggendo con l’allungamento delle scadenze del debito. Avere una durata lunga del debito pubblico è sempre una garanzia. Il Messico ha una maturità media di otto anni, il Sud Africa addirittura di 16, osserva il FT. Una durata che è più lunga di quella di molte economie sviluppate.

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Bottom line del FT che ovviamente sottoscriviamo: le vendite che colpiscono gli emergenti possono anche andare avanti man mano che la Fed Americana prosegue nel suo percorso di rialzo dei tassi, ma non è nulla di neanche lontanamente paragonabile alle cinque peggiori crisi che abbiamo visto negli ultimi decenni. La crescita è sostenibile e i prezzi rimbalzeranno.

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