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Investimenti, perché la miglior strategia resta quella opportunistica
Le poche opportunità sul mercato azionario, valutario e obbligazionario sono da cogliere al momento giusto: secondo l'analisi di Zest AM, se si sbaglia il timing meglio tagliare le perdite in fretta e cambiare obiettivo.
11 Settembre 2018 16:37
La situazione che si è venuta a determinare sui mercati finanziari nel 2018 è diversa da quella dello scorso anno. Lo sa bene Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0397464685"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], che infatti in questa intervista conferma la propria preferenza per un atteggiamento opportunista in tutti i segmenti di mercato.
"Molto semplicemente: abbiamo sbagliato il timing di entrata e abbiamo preferito, come nostra disciplina, tagliare le perdite in fretta. Con il senno di poi abbiamo fatto bene in quanto gli indici che avevamo acquistato sono crollati significativamente dopo la nostra uscita. Attendiamo nuove opportunità."
"In questo caso non abbiamo avuto necessità di uscire in quanto l’indice Nikkei giapponese ha tenuto le quotazioni mentre l’indice S&P500 ha continuato a registrare nuovi massimi storici."
"Anche nell’ambito valutario preferiamo avere un atteggiamento opportunista. Riteniamo che il fixing eur/ usd sia in un range compreso tra 1,18 e 1,12 e, di conseguenza, cerchiamo di prendere profitto tatticamente per poi riaprire le posizioni lunghe in area 1,16 -1,17. Strategicamente pensiamo che il dollaro resterà forte nei confronti dell’euro e che 1,12 sia l’obiettivo di medio termine."
"Le politiche cosiddette ‘populiste’ di Trump sicuramente nel breve termine generano benefici, ma nel medio termine l’aumento del deficit federale, per via del taglio alle tasse, e le politiche di spesa genereranno tensioni inflattive. Da qui la nostra scelta di non avere duration (scadenza media dei titoli che determina la sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse, ndr) in portafoglio."
"La politica italiana in questo momento non ha una ‘ideologia’, o un modello di società, chiara che guida le scelte fatte e da fare per cui volatilità è assicurata. Ciò detto il timore che per conseguire consenso politico si faccia deficit spending è alto, soprattutto nel caso il consenso verso il governo attuale scemasse (per adesso non è così secondo i sondaggi pubblicati). Dunque anche in questo caso, in modo opportunistico, tagliamo o aumentiamo la copertura ai CTZ e ai BOT".
Perché avete chiuso l’esposizione azionaria in Cina e in Europa (in particolare avete azzerato il 2,5% nelle banche europee e l’1.5% nelle TLC europee)?
"Molto semplicemente: abbiamo sbagliato il timing di entrata e abbiamo preferito, come nostra disciplina, tagliare le perdite in fretta. Con il senno di poi abbiamo fatto bene in quanto gli indici che avevamo acquistato sono crollati significativamente dopo la nostra uscita. Attendiamo nuove opportunità."
E perché, invece, avete mantenuto quella lunga (3%, rialzista) sulla Borsa di Tokyo ed aperta un’altra lunga (3,5%) sull’S&P500 di Wall Street?
"In questo caso non abbiamo avuto necessità di uscire in quanto l’indice Nikkei giapponese ha tenuto le quotazioni mentre l’indice S&P500 ha continuato a registrare nuovi massimi storici."
In ambito valutario mantenete sempre una posizione long (rialzista) sul dollaro USA ma l’avete ridotta dal 14% al 7%: quali le motivazioni di questa riduzione? Ritenere che il dollaro possa restare stabile sull’euro o, invece, apprezzarsi nei prossimi 6 mesi?
"Anche nell’ambito valutario preferiamo avere un atteggiamento opportunista. Riteniamo che il fixing eur/ usd sia in un range compreso tra 1,18 e 1,12 e, di conseguenza, cerchiamo di prendere profitto tatticamente per poi riaprire le posizioni lunghe in area 1,16 -1,17. Strategicamente pensiamo che il dollaro resterà forte nei confronti dell’euro e che 1,12 sia l’obiettivo di medio termine."
Nel comparto obbligazionario restate ancora conservativi su credito e duration: per quali ragioni?
"Le politiche cosiddette ‘populiste’ di Trump sicuramente nel breve termine generano benefici, ma nel medio termine l’aumento del deficit federale, per via del taglio alle tasse, e le politiche di spesa genereranno tensioni inflattive. Da qui la nostra scelta di non avere duration (scadenza media dei titoli che determina la sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse, ndr) in portafoglio."
Infine, sul debito italiano, avete mantenuto i CTZ 30/10/19 e i BOT 14/6/19 mentre avete venduto a copertura il future sul BTP 3 anni: pensate che nei prossimi mesi lo spread resti intorno ai 250- 300 punti base oppure temete che possa allargarsi ulteriormente?
"La politica italiana in questo momento non ha una ‘ideologia’, o un modello di società, chiara che guida le scelte fatte e da fare per cui volatilità è assicurata. Ciò detto il timore che per conseguire consenso politico si faccia deficit spending è alto, soprattutto nel caso il consenso verso il governo attuale scemasse (per adesso non è così secondo i sondaggi pubblicati). Dunque anche in questo caso, in modo opportunistico, tagliamo o aumentiamo la copertura ai CTZ e ai BOT".
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