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Le 5 opzioni a disposizione di Trump per indebolire il dollaro

Da un intervento del Tesoro sul mercato alla modifica del mandato della Fed, da Twitter ad un fondo sovrano degli Stati Uniti: sono alcuni dei modi in cui Trump potrebbe influenzare il dollaro.

13 Settembre 2018 09:28

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments dollaro donald Trump Federal Reserve
Il dollaro statunitense è in rialzo di circa tre punti percentuali rispetto all’euro da inizio anno. Ma con un andamento piuttosto altalenante. Infatti, dopo aver imboccato la strada della correzione perdendo dal primo al 25 gennaio fino a quasi quattro punti percentuali rispetto alla moneta unica europea, ha poi proseguito per circa tre mesi attestandosi su livelli che equivalevano ad una perdita del 2,5%, con un fixing eur/usd intorno a 1,23: dal 20 aprile la lunga cavalcata al rialzo sulla scia dell’inizio dell’accelerazione della guerra commerciale promossa da Trump.

RENDERE IL DOLLARO MENO FORTE


Ma ora il presidente americano desidererebbe una valuta nazionale meno forte per rendere gli Stati Uniti più competitivi sulla scena mondiale. Può il presidente Trump sollecitare il Tesoro degli Stati Uniti per intervenire sui mercati valutari al fine di indebolire il dollaro? Alcuni strategist valutari ammettono che, dodici mesi fa, non avrebbero nemmeno preso in considerazione questa domanda.

5 MODI PER INDEBOLIRE IL BIGLIETTO VERDE


Ma adesso, quegli stessi analisti hanno illustrato i cinque modi in cui sarebbe possibile indebolire il dollaro. In primis un intervento valutario da parte del Tesoro degli Stati Uniti, vendendo dollari USD sul mercato per acquistare divise estere attraverso il Fondo di Stabilizzazione delle Scambi (FSE). Tuttavia, gli strategist considerano l'impiego di questa tattica come un'opzione improbabile sia perché anche in passato era stata presa in considerazione ma mai utilizzata e sia perché le risorse disponibili sono limitate: si tratta infatti di 22,27 miliardi di attività denominate in dollari USA detenute dal FSE a fronte di un mercato valutario che ogni giorno movimenta qualcosa come 4.000 miliardi di dollari.

PRESSIONI SULLA FED


Una seconda opzione potrebbe essere la modifica del percorso annunciato dalla Fed e recentemente confermato a Jackson Hole dal presidente Powell. Un modo efficace per indebolire il dollaro nell'attuale contesto sarebbe quello di adottare un percorso più morbido di rialzo dei tassi da parte della Fed. Una proposta, tuttavia, di difficile praticabilità perché lascerebbe la Fed esposta ad una inflazione più elevata, in contrasto con il duplice mandato della banca centrale di mantenere prezzi stabili e piena occupazione.

USO DI TWITTER


Una terza soluzione a disposizione di Trump sarebbe poi quella di usare Twitter per annunciare la fine di politica ufficiale del ‘dollaro forte’: una opzione che gli analisti reputano di dubbia efficacia perché fornirebbe immediatamente una svalutazione del biglietto verde che potrebbe però rientrare nel giro di poco tempo qualora, nel frattempo, non svanissero altri fattori di supporto alla valuta di Washington.

ACCUSE DI MANIPOLAZIONE VALUTARIA ESTERA


In quarto luogo Trump potrebbe far leva sull’accusa di manipolazione intrapresa dalle autorità monetarie degli altri paesi partner commerciali (in prima fila, ma non solo, quelle di Pechino) per indebolire le divise nazionali. In questo senso è interessante notare come gli Stati Uniti, nell’ambito del recente accordo commerciale con la Corea del Sud, abbiano aggiunto una clausola secondo cui Seoul deve fornire maggiore trasparenza sui propri interventi valutari e un accordo specifico sul fatto che il paese non svaluterebbe per ottenere un vantaggio competitivo. Infine, e siamo alla quinta opzione, gli strategist valutari ipotizzano che Trump possa spingere nella direzione di costituire un fondo sovrano per gli Stati Uniti, con l’obiettivo di acquistare Treasury e accumulare riserve valutarie.

DOLLARO AL DI SOPRA DEL SUO FAIR VALUE


Nell’attesa di verificare sul campo se una o più di tali opzioni verrà adottata per indebolire il biglietto verde, Toby Nangle, Responsabile asset allocation globale e Responsabile multi-asset, EMEA, e Maya Bhandari, Gestore di portafoglio, Multi-asset di Columbia Threadneedle Investments, tengono a ricordare come il rafforzamento del dollaro USA (che si è spinto fino ad un premio dell'8%-10% rispetto alle stime di valore equo - fair value - formulate dagli analisti valutari di Columbia TI) sia motivato dall’aumento delle incertezze internazionali.

C’è ancora valore nel reddito fisso, ma bisogna saperlo scovare


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BIGLIETTO VERDE PREVISTO IN CALO


“Inoltre la crescita solida statunitense che si è contrapposta alla debolezza in Europa ha sorpreso in positivo, superando sia le nostre aspettative che le stime di consenso. Una combinazione favorevole che ha fornito un robusto sostegno al biglietto verde” spiegano i due esperti. Che poi, tuttavia, osservando la configurazione della curva dei tassi e il tasso di variazione dei differenziali dei tassi a breve termine ipotizzano un indebolimento del dollaro. “Alla luce di questa situazione, adottiamo sul biglietto verde un orientamento ribassista. La valuta americana dovrebbe registrare una performance inferiore e durevole a fronte dell'appiattimento delle curve durante cicli di inasprimento (rialzo dei tassi di interesse, Columbia Threadneedle Investments ndr)” specificano Toby Nangle e Maya Bhandari.

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