BCE

Dollaro, perché il fixing con l’euro può spingersi verso 1,10

Il consensus prevalente degli analisti valutari propende per un indebolimento del dollaro. UBS, in controtendenza, reputa invece possibile che il fixing eur/USD possa spingersi a 1,10 entro 3 mesi.

26 Settembre 2018 09:08

financialounge -  BCE dollaro euro mercati valutari
Dopo la lunga cavalcata che lo ha portato a rafforzarsi per oltre sei punti percentuali sull’euro dal 19 aprile ad oggi, il dollaro dovrebbe assumere un andamento più stabile. È questa la tesi prevalente nel consensus degli analisti valutari. Ma non manca anche chi, come gli esperti di UBS, prevede, al contrario, che il fixing eur/USD sia destinato a scendere a quota 1,10 nei prossimi tre mesi.

POTENZIALE APPREZZAMENTO DEL 5,5%


Se ciò accadesse, significherebbe che c’è spazio per un ulteriore apprezzamento del 5,5% circa del biglietto verde rispetto alla moneta unica. Tenendo conto che i titoli di stato americani con scadenza 2 anni offrono attualmente un rendimento del 2,7%, si potrebbe aspirare ad un rendimento lordo del 6,2% trimestrale da far invidia a molti potenziali guadagni nel mercato azionario ma con un profilo di rischio molto inferiore. Ovviamente, se si materializzasse invece la tesi prevalente, che ipotizza un dollaro in calo rispetto all’euro, l’investitore contabilizzerebbe una perdita che potrebbe attestarsi intorno ai cinque punti percentuali.

LA TESI DI UBS


Ma torniamo alla tesi di UBS. Secondo i professionisti dell’istituto svizzero, la forza temporanea della valuta americana dovrebbe persistere a causa dell’avversione al rischio innescata dall'aggressiva politica commerciale degli Stati Uniti, che produce forti implicazioni sulle valute dei mercati emergenti e, in particolare, sulle divise dei paesi pesantemente esposti al debito in dollari.

BCE FRENATA DA ECONOMIA E DAZI COMMERICIALI


Alla luce poi degli ordinativi industriali tedeschi resi noti l’altra settimana, che confermano un rallentamento della domanda esterna, il potenziale per alimentare nuovi attriti commerciali tra Washington e Bruxelles si sta riaccendendo: è pertanto probabile che la BCE si orienti verso una posizione più morbida nella propria politica monetaria, finendo con il frenare ogni tentativo di risalita dell’euro.

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IN AGOSTO EUR/USD A 1,135


Non va poi dimenticato che in agosto il cambio eur/USD è sceso fino a 1,135. Quindi, secondo gli esperti di UBS, ci si può aspettare che vada ancora più giù nelle prossime settimane se la BCE facesse solo trapelare che il QE venga in qualche modo prolungato oppure se gli Stati Uniti decidessero di aumentare in modo significativo le tariffe sulle esportazioni europee. A tutto questo va ad aggiungersi la situazione politica in Italia e la prossima legge di bilancio che costituiscono un altro potenziale ostacolo per la BCE e per la moneta unica.

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EURO IN RAFFORZAMENTO NEL LUNGO TERMINE


Al contrario, gli esperti valutari di UBS mantengono positive le prospettive a lungo termine per l'euro, soprattutto nel momento in cui sarà chiara la conclusione della politica monetaria ultra-espansiva della BCE. In parallelo, ci si può aspettare, sottolineano i professionisti di UBS, che la crescita economica degli Stati Uniti si normalizzi trainando al ribasso il dollaro che appare obiettivamente sopravvalutato, alla luce dei due deficit (commerciale e di bilancio). Inoltre le politiche fiscali promosse da Trump richiedono abbondanti finanziamenti esterni che potranno essere soddisfatti solo con un dollaro più debole.

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