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IPO miliardarie per il business dei farmaci per animali

I colossi del settore stanno separando le divisioni dei farmaci per animali per quotarle in IPO miliardarie. Prima è stata Pfizer, ora seguita da Eli Lilly e la prossima offerta a Wall Street potrebbe arrivare da Merck.

26 Settembre 2018 12:25

financialounge -  animali IPO Pfizer settore farmaceutico
I titoli farmaceutici a larga capitalizzazione sono stati tra i protagonisti dell’ultimo rally che ha portato Wall Street a ritoccare i massimi di sempre. Da inizio anno colossi come Pfizer, Merck, Eli Lilly e Allergan hanno messo a segno robusti rialzi a due cifre, più che doppiando il ritorno dello S&P 500. E alcuni analisti sostengono che la corsa non è ancora finita perché sostenuta dalla combinazione perfetta di una serie di fattori di lungo periodo che li fanno ritenere ancora sottovalutati e appetibili per gli investitori. Ma la novità è che all’interno di un settore sicuramente favorito dai trend di lungo periodo, come la demografia, c’è un comparto che promette ancora meglio, quello dei prodotti farmaceutici destinati ad animali domestici, tipicamente cani e gatti, sempre più al centro di coccole e attenzioni da parte degli umani che li hanno scelti come compagni di vita.

UNA MARCIA IN PIU’ DEI FARMACI PER UMANI


I farmaci per animali si vendono sempre di più ma soprattutto i produttori incassano subito, e non devono attendere i labirintici passaggi per i rimborsi delle assicurazioni che almeno negli Stati Uniti sono la norma. Inoltre l’industria è cresciuta, e ormai il mercato dei farmaci generici per animali è grande quasi quanto quello degli umani, mentre le spese per ricerca e sviluppo di nuove terapie con relativi lunghi e iper-regolamentati test clinici sono infinitamente più contenute. Il che vuol dire, dal punto di vista del produttore-venditore, margini più elevati. Ma chi sono i grandi produttori di farmaci per animali? Gli stessi dei farmaci per umani: Pfizer, Merck, Eli Lilly, etc. E si stanno accorgendo che le loro divisioni ‘animali’ sono particolarmente appetibili per gli investitori. Per questo fanno lo spin-off e le quotano separatamente.

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BALZO DEL 50% DOPO L’IPO


È il caso di Elanco Animal Health, già divisione specializzata in animali di Eli Lilly, prezzata a 24 dollari/azione in IPO il 19 settembre e schizzata in Borsa del 50% il giorno. Un entusiasmo motivato dal fatto che i farmaci per gli amici a quattro zampe sono un business stabile e in crescita. Non solo per quanto riguarda gli animali domestici, ma anche per quelli di allevamento, sempre più al centro di attenzioni sanitarie, in questo caso a protezione degli umani che si alimentano di carne. L’IPO di Elanco ha un precedente nel 2013, quando Pfizer decise di lanciare sul mercato sempre con Ipo la sua divisione animali Zoetis. Da allora il titolo ha quasi triplicato il valore e prezza oggi ben 27 volte gli utili stimati, con previsioni di crescita del fatturato tra il 7% e l’8% annuo. Il prossimo turno potrebbe essere quello di Henry Scheinis, un fornitore di prodotti medici che vuol fare lo spin off della divisione animali e fonderla con un’altra società, la Vets First Choice, per fine anno, per poi collocarla sul mercato.

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OCCHI PUNTATI SU MERCK


Ma gli occhi dei brokers sono soprattutto per Merck, che a luglio aveva definito la sua divisione farmaci per animali “un pilastro fondamentale” della sua strategia di crescita. È un business che se venisse offerto come titolo a se stante agli investitori attrarrebbe certamente grande interesse: nel solo secondo trimesre ha portato a casa un fatturato da 1,1 mld di dollari con una crescita più veloce rispetto alla media del settore. Anche Merck sarà tentata di incassare il valore con una IPO miliardaria?

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