curva dei tassi
Nessuna recessione USA in vista, ma un raffreddamento può frenare la BCE
ETHENEA stima che il picco dell’espansione globale sia stato toccato ma non vede rischi di recessione USA a 12 mesi, la crescita è robusta nonostante la curva appiattita dei tassi.
26 Settembre 2018 13:15
L’economia americana sta continuando su un percorso di crescita robusta che sembra aver accelerato ancora nel terzo trimestre mentre su scala globale il picco dell’espansione è alle nostre spalle, in un 2018 che porta a escludere nei prossimi 12 mesi una recessione negli USA. È questa in sintesi l’analisi di Guido Barthels, portfolio manager di ETHENEA, che interviene anche nel dibattito sull’appiattimento della curva dei tassi americana, vale a dire il fenomeno per cui i rendimenti a lunga si collocano appena sopra quelli a breve, che potrebbe sfociare in una vera e propria inversione, che a sua volta di solito precede una recessione di 18-24 mesi. Barthels nota che secondo molti c’è un nesso causale tra l’appiattimento e il quantitative easing ormai archiviato dalla Fed, perché gli acquisti di titoli hanno fatto salire i prezzi e scendere i rendimenti, soprattutto sulle scadenze più lunghe.
Il manager di ETHENEA nota anche una sorta di sganciamento delle curve dei tassi sulle due sponde dell’Atlantico. Mentre negli ultimi 30 anni i rendimenti hanno esibito andamenti analoghi, negli ultimi tempi la curva tedesca è rimasta ripida rispetto a quella americana, con una distanza di 100 punti base tra la parte lunga e quella a breve. Un fenomeno dovuto al fatto che il rendimento dei titoli a 2 anni è in territorio negativo. Secondo Barthels i tassi dei titoli di Stato tedeschi potrebbero restare estremamente bassi anche dopo la conclusione prevista a fine anno del quantitative easing della BCE. Anche per le persistenti incertezze sulla stabilità dell'euro, i rendimenti dei Bund a lungo termine potrebbero rimanere più bassi di quanto sarebbe giustificato in base all’andamento dell’inflazione.
Oggi le previsioni sono per un primo modesto rialzo dei tassi della BCE solo dopo l'estate del 2019, come indicato anche più volte dallo stesso Mario Draghi. Ma, argomenta Barthels, se le indicazioni fornite dalla curva dei tassi statunitensi circa la probabilità di una recessione trovassero conferma, nell'estate del 2019 potremmo assistere a un primo, significativo addensarsi di nubi sull'orizzonte economico, proprio nel momento in cui la BCE potrebbe effettuare il suo primo rialzo da oltre dieci anni. Se si verificasse questo scenario, spiega Barthels, la BCE non aumenterebbe i tassi.
SGANCIAMENTO TRA LE CURVE USA E EUROPA
Il manager di ETHENEA nota anche una sorta di sganciamento delle curve dei tassi sulle due sponde dell’Atlantico. Mentre negli ultimi 30 anni i rendimenti hanno esibito andamenti analoghi, negli ultimi tempi la curva tedesca è rimasta ripida rispetto a quella americana, con una distanza di 100 punti base tra la parte lunga e quella a breve. Un fenomeno dovuto al fatto che il rendimento dei titoli a 2 anni è in territorio negativo. Secondo Barthels i tassi dei titoli di Stato tedeschi potrebbero restare estremamente bassi anche dopo la conclusione prevista a fine anno del quantitative easing della BCE. Anche per le persistenti incertezze sulla stabilità dell'euro, i rendimenti dei Bund a lungo termine potrebbero rimanere più bassi di quanto sarebbe giustificato in base all’andamento dell’inflazione.
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SE SI ADDENSANO LE NUBI LA BCE NON ALZERÀ
Oggi le previsioni sono per un primo modesto rialzo dei tassi della BCE solo dopo l'estate del 2019, come indicato anche più volte dallo stesso Mario Draghi. Ma, argomenta Barthels, se le indicazioni fornite dalla curva dei tassi statunitensi circa la probabilità di una recessione trovassero conferma, nell'estate del 2019 potremmo assistere a un primo, significativo addensarsi di nubi sull'orizzonte economico, proprio nel momento in cui la BCE potrebbe effettuare il suo primo rialzo da oltre dieci anni. Se si verificasse questo scenario, spiega Barthels, la BCE non aumenterebbe i tassi.