BlackRock
La Fed "avvista" la normalità monetaria
Rick Rieder di Blackrock sottolinea che la rimozione della parola ‘accomodante’ indica che i tassi USA si stanno avvicinando alla neutralità, e ora la domanda diventa: a che livello si fermerà?
27 Settembre 2018 14:49
Di solito le azioni contano più delle parole, ma nel caso del comunicato con cui la sera del 26 settembre la Federal Reserve ha annunciato il terzo rialzo dell’anno è vero il contrario. L’azione infatti, vale a dire l’innalzamento dei Fed Funds di ¼ di punto al 2-2,25% era scontata dal mercato al 100%, mentre le parole, una frase contenuta nell’ultimo comunicato e ora omessa – ‘la politica rimane accomodante’ - molto meno, e hanno un peso molto superiore. L’osservazione è di Rick Rieder, Chief Investment Officer Global Fixed Income di BlackRock, che in una nota emessa a caldo dopo il FOMC argomenta che la modifica verbale indica la volontà della Fed di Jay Powell di reagire alle mutate condizioni pensando di essersi ormai avvicinata al livello di neutralità dei tassi. E allora la domanda delle domande diventa: quando e a che livello smetterà di alzare?
Rieder, che è anche Co-Manager dei fondi Fixed Income Global Opportunities e BGF Global Bond Income del colosso americano, osserva che la Fed ha anche modificato le previsioni di crescita dell’economia USA sia per il 2018 che per il 2019, al 3,1% dal 2,8% per l’anno in corso e al 2,5% dal 2,4% precedente per il prossimo, lasciando invece invariate a poco sotto il 2% le stime di inflazione nell’immediato futuro. Per Rieder tutto abbastanza scontato, mentre sono ‘intriganti’ le previsioni sulla dinamica futura dei tassi, note come dot plot del FOMC. Il manager di BlackRock dà per scontato che alla mossa di settembre segua una analoga a dicembre, come indica nel breve termine proprio il dot plot, e anche le dichiarazioni di Powell in conferenza stampa. Ma nell’orizzonte più lungo di due-tre mesi?
Rieder pensa che il percorso della Fed sarà influenzato dalle attese di livellamento della crescita l’anno prossimo, dalle condizioni economiche globali incluso l’andamento del dollaro, dall’impatto della cosiddetta guerra dei dazi, e infine da quanto l’inflazione accelererà nel 2019. Tenendo conto anche della spinga disinflazionistica che viene dall’avanzata tecnologica, Rieder arriva alla conclusione che la Fed dovrebbe probabilmente effettuare più o meno un paio di altri rialzi l’anno prossimo, mentre a questo punto sembrano eccessive le aspettative su cui punta oggi il consenso di tre rialzi. Una conferma di questa vision viene proprio dalla lettura delle parole di Powell, che hanno indicato sia la volontà che la capacità di adattarsi a condizioni mutate. Nelle prossime settimane e mesi, ulteriori parole ci diranno quanto la Fed intende spingersi per prevenire un potenziale surriscaldamento dell’economia.
L’esperto di BlackRock conclude osservando quanto sia ampio lo spettro della realtà economica impattata dalle decisioni della Fed, dall’immobiliare alle vendite di beni durevoli, fino alle condizioni del credito per le piccolo e medie imprese. Le parole della Fed e del suo presidente indicano la volontà di andarci piano e di mantenere lo spazio per reagire a tutte le situazioni in un mondo che si lascia alle spalle il QE, tra qualche settimana anche le elezioni USA di mid-term e tra qualche mese anche lo stimolo indotto dalla riforma fiscale.
SCONTATO UN ALTRO RIALZO A DICEMBRE
Rieder, che è anche Co-Manager dei fondi Fixed Income Global Opportunities e BGF Global Bond Income del colosso americano, osserva che la Fed ha anche modificato le previsioni di crescita dell’economia USA sia per il 2018 che per il 2019, al 3,1% dal 2,8% per l’anno in corso e al 2,5% dal 2,4% precedente per il prossimo, lasciando invece invariate a poco sotto il 2% le stime di inflazione nell’immediato futuro. Per Rieder tutto abbastanza scontato, mentre sono ‘intriganti’ le previsioni sulla dinamica futura dei tassi, note come dot plot del FOMC. Il manager di BlackRock dà per scontato che alla mossa di settembre segua una analoga a dicembre, come indica nel breve termine proprio il dot plot, e anche le dichiarazioni di Powell in conferenza stampa. Ma nell’orizzonte più lungo di due-tre mesi?
Perché lo spread Treasury USA – Bund è destinato ad allargarsi ancora
Perché lo spread Treasury USA – Bund è destinato ad allargarsi ancora
NEL 2019 SOLO DUE MOSSE DELLA FED, NON TRE
Rieder pensa che il percorso della Fed sarà influenzato dalle attese di livellamento della crescita l’anno prossimo, dalle condizioni economiche globali incluso l’andamento del dollaro, dall’impatto della cosiddetta guerra dei dazi, e infine da quanto l’inflazione accelererà nel 2019. Tenendo conto anche della spinga disinflazionistica che viene dall’avanzata tecnologica, Rieder arriva alla conclusione che la Fed dovrebbe probabilmente effettuare più o meno un paio di altri rialzi l’anno prossimo, mentre a questo punto sembrano eccessive le aspettative su cui punta oggi il consenso di tre rialzi. Una conferma di questa vision viene proprio dalla lettura delle parole di Powell, che hanno indicato sia la volontà che la capacità di adattarsi a condizioni mutate. Nelle prossime settimane e mesi, ulteriori parole ci diranno quanto la Fed intende spingersi per prevenire un potenziale surriscaldamento dell’economia.
MARGINI DI MANOVRA IN UN MONDO CHE CAMBIA
L’esperto di BlackRock conclude osservando quanto sia ampio lo spettro della realtà economica impattata dalle decisioni della Fed, dall’immobiliare alle vendite di beni durevoli, fino alle condizioni del credito per le piccolo e medie imprese. Le parole della Fed e del suo presidente indicano la volontà di andarci piano e di mantenere lo spazio per reagire a tutte le situazioni in un mondo che si lascia alle spalle il QE, tra qualche settimana anche le elezioni USA di mid-term e tra qualche mese anche lo stimolo indotto dalla riforma fiscale.