BCE
Bund, strappo al rialzo da verificare: tutto dipende dall’inflazione
(J.P. Morgan AM) - Mentre la BCE comincia a dimezzare gli acquisti, il rendimento dei bund tedeschi è tornato sopra lo 0,50%. A fare la differenza sarà l’andamento dell’inflazione nell’Eurozona.
5 Ottobre 2018 07:50
Lo scorso 25 settembre il rendimento dei bund decennali tedeschi si è attestato a quota 0,54%: l’importante soglia tecnica dello 0,50% non veniva infranta dal 23 maggio. Proprio questo movimento ha richiamato l’attenzione degli investitori obbligazionari e degli esperti del settore. Tra questi, il Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, che non esclude che il graduale incremento dei rendimenti dei Bund possa continuare ma, al contempo, reputa indispensabile disporre di prove concrete che certifichino un’inflazione in progressivo rialzo.
“Alla luce di queste considerazioni, privilegiamo un atteggiamento prudente sui governativi core, anche se siamo altrettanto consapevoli che, al primo segnale di aumento del rischio politico, questa categoria di titoli potrebbe tornare a rivestire il ruolo di bene rifugio. Inoltre, alla luce del comportamento storico, sappiamo che le obbligazioni societarie hanno mostrato di essere in grado di assorbire i rialzi dei tassi, se questi ultimi non dipendono da shock di politica monetaria” specifica il Team.
D’altra parte esistono sia motivi legati ai fondamentali che a ragioni tecniche di mercato che propendono per un graduale rialzo dei tassi obbligazionari della zona euro nei prossimi mesi. Intanto, le spinte al rialzo dei rendimenti non giungono tanto dall’espansione dell’economia europea (che sebbene resti al di sopra del trend, ha registrato un rallentamento nelle ultime rilevazioni) quanto piuttosto dall’andamento dell’inflazione e, in particolare, dalla dichiarazione del presidente della BCE Draghi che ha parlato di un’accelerazione ‘relativamente vigorosa’ dell’inflazione sottostante.
Al punto che le stime prospettiche del carovita formulate dalla BCE potrebbero mostrarsi corrette, a differenza del passato quando invece si sono rivelate spesso in eccesso. Infatti mentre la capacità inutilizzata nell’economia europea è diminuita e il tasso di disoccupazione è ai minimi dal 2008, la media degli indici salariali dell’Eurozona ora è ai massimi degli ultimi nove anni.
“È vero che al momento resta ancora alquanto improbabile un aumento dei tassi da parte della BCE prima di settembre 2019, ma è altrettanto vero che prezzi al consumo più dinamici di quelli attesi (soprattutto se l’accelerazione delle retribuzioni si trasmettesse al carovita) potrebbero fare pressione sull’Eurotower prima dei prossimi 12 mesi” specifica il Team di J.P. Morgan Asset Management.
Inoltre, fattore tecnico assolutamente non secondario, dal 3 ottobre la BCE ridurrà da 30 a 15 miliardi di euro al mese gli acquisti di bond sul mercato sottraendo un importante fattore di sostegno strutturale del mercato. “Sebbene questo processo di normalizzazione della politica monetaria sia stato chiaramente comunicato dalla BCE e incorporato nelle quotazioni di mercato, il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato della zona euro incontrerà meno ostacoli” conclude il Team.
ATTEGGIAMENTO PRUDENTE SUI GOVERNATIVI CORE
“Alla luce di queste considerazioni, privilegiamo un atteggiamento prudente sui governativi core, anche se siamo altrettanto consapevoli che, al primo segnale di aumento del rischio politico, questa categoria di titoli potrebbe tornare a rivestire il ruolo di bene rifugio. Inoltre, alla luce del comportamento storico, sappiamo che le obbligazioni societarie hanno mostrato di essere in grado di assorbire i rialzi dei tassi, se questi ultimi non dipendono da shock di politica monetaria” specifica il Team.
Obbligazioni Investment Grade, buone opportunità sul mercato primario
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MOTIVI FONDAMENTALI E TECNICI
D’altra parte esistono sia motivi legati ai fondamentali che a ragioni tecniche di mercato che propendono per un graduale rialzo dei tassi obbligazionari della zona euro nei prossimi mesi. Intanto, le spinte al rialzo dei rendimenti non giungono tanto dall’espansione dell’economia europea (che sebbene resti al di sopra del trend, ha registrato un rallentamento nelle ultime rilevazioni) quanto piuttosto dall’andamento dell’inflazione e, in particolare, dalla dichiarazione del presidente della BCE Draghi che ha parlato di un’accelerazione ‘relativamente vigorosa’ dell’inflazione sottostante.
STIME BCE SULL’INFLAZIONE CORRETTE
Al punto che le stime prospettiche del carovita formulate dalla BCE potrebbero mostrarsi corrette, a differenza del passato quando invece si sono rivelate spesso in eccesso. Infatti mentre la capacità inutilizzata nell’economia europea è diminuita e il tasso di disoccupazione è ai minimi dal 2008, la media degli indici salariali dell’Eurozona ora è ai massimi degli ultimi nove anni.
Investimenti obbligazionari, il secondo semestre potrebbe offrire opportunità
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ACCELERAZIONE DELLE RETRIBUZIONI
“È vero che al momento resta ancora alquanto improbabile un aumento dei tassi da parte della BCE prima di settembre 2019, ma è altrettanto vero che prezzi al consumo più dinamici di quelli attesi (soprattutto se l’accelerazione delle retribuzioni si trasmettesse al carovita) potrebbero fare pressione sull’Eurotower prima dei prossimi 12 mesi” specifica il Team di J.P. Morgan Asset Management.
Ward (J.P. Morgan AM): “Orientamento bilanciato al rischio per i prossimi sei mesi”
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FLUSSI DI ACQUISTO DELLA BCE DIMEZZATI
Inoltre, fattore tecnico assolutamente non secondario, dal 3 ottobre la BCE ridurrà da 30 a 15 miliardi di euro al mese gli acquisti di bond sul mercato sottraendo un importante fattore di sostegno strutturale del mercato. “Sebbene questo processo di normalizzazione della politica monetaria sia stato chiaramente comunicato dalla BCE e incorporato nelle quotazioni di mercato, il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato della zona euro incontrerà meno ostacoli” conclude il Team.