Amundi
Quando il mercato si fa duro, le idee contrarian cominciano a giocare
Un approccio contrarian, ovvero in controtendenza con il sentiment prevalente degli investitori, potrebbe sfruttare questa nuova fase, in cui sembrano emergere gli investimenti non direzionali.
11 Ottobre 2018 09:30
Se si confrontano i rendimenti da inizio anno effettivamente realizzati sui mercati finanziari nelle diverse asset class con le previsioni, saltano subito all’occhio le ampie divergenze tra le ipotesi e la realtà dei fatti. Trattandosi di previsioni si può affermare che è sempre così: gli esperti si affannano a studiare i mercati, le tendenze macroeconomiche, le manovre politiche e monetarie, le situazioni geopolitiche per cercare di delineare uno scenario di base dal quale trarre le giuste indicazioni per le tendenze prospettiche delle singole asset class.
Ma le variabili in campo sono tante e spesso scompaginano il quadro rendendo inesatte anche le previsioni più accurate. È successo anche quest’anno, che pure era partito con il vento in poppa a gennaio con le Borse sugli scudi fino all’ultima settimana di gennaio quando il dato sull’incremento delle retribuzioni americane (+2,9% su base annua) fece temere un’inflazione fuori controllo e una Fed molto più aggressiva nella sua politica di rialzo dei tassi. In seguito è stata la guerra commerciale promossa dall’amministrazione Trump a scuotere le sicurezze degli investitori e, complice un dollaro in ascesa su tutte le piazze finanziarie, a fiaccare le prospettive dei mercati emergenti.
Alcuni paesi emergenti ci hanno messo del loro (con la Turchia e l’Argentina in particolare) nell'alimentare il clima di diffidenza. Se a tutto questo aggiungiamo che il nuovo governo italiano Lega – Cinque Stelle ha riacceso le preoccupazioni sulla tenuta della zona euro, ecco che il quadro è completo e spiega, in larga misura, perché Wall Street (in particolare il settore tecnologico) naviga sui massimi di sempre, il dollaro è solido, e i titoli di stato USA molto richiesti, mentre praticamente tutte le altre principali asset class (con la sola eccezione del petrolio) stazionano su livelli vicini a quelli di inizio anno o accusano perdite.
In un contesto di questo genere trovare idee di investimento è sempre più difficile. Anche perché, come fanno notare Pascal Blanquè, Group Chief investment officer di AMUNDI, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief investment officer di AMUNDI, nella fase matura del ciclo, anche un problema di dimensioni circoscritte (la somma del PIL di Turchia, Argentina e Sudafrica, che nel frattempo è finito in recessione, rappresenta solo il 3% circa dell'economia mondiale) può far scattare una modalità risk-off nell'intera area dei mercati emergenti, con un'avversione al rischio da parte degli investitori internazionali.
Un approccio che potrebbe rivelarsi efficace è quello ‘contrarian’, ovvero in controtendenza con il sentiment prevalente degli investitori. Questo perché, in questa nuova fase, gli investimenti direzionali (cioè quelli che guadagnano sulla direzionalità, al rialzo e al ribasso, dell’andamento dei mercati) sembrano lasciare spazio di manovra a quelli meno direzionali. Emerge, per esempio, la possibilità di scovare il valore nascosto sfruttando le ampie divergenze tra stili e fattori di investimento e nella maggiore rotazione dei temi di investimento.
“Siamo persuasi che le recenti distorsioni sui mercati offriranno interessanti punti di ingresso. Potrebbero presentarsi delle opportunità in alcuni segmenti ‘quality’ e ‘value’ dei mercati azionari, nelle posizioni al rialzo o al ribasso con approccio ‘relative value’ nelle curve dei rendimenti e anche nelle valute, in modo da sfruttare le divergenze tra le differenti politiche monetarie messe in atto dalle banche centrali” spiegano Pascal Blanquè e Vincent Mortier. I quali, a patto che le preoccupazioni sollevate dalla situazione italiana in seno alla zona euro tendano a scemare nei prossimi mesi, ritengono possibile un ritorno di appeal da parte dell’Europa in virtù delle valutazioni convenienti.
Anche nei mercati emergenti, sempre secondo i due esperti, dovrebbe presentarsi una possibile finestra di ingresso dopo le elezioni brasiliane e quelle americane di mid-term. “A quel punto si dovrà adottare un approccio selettivo ai paesi e ai titoli, puntando su quelli con dei fondamentali accettabili e magari non risparmiati dal sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di quantità né di prezzo, ndr)” specificano infine Pascal Blanquè e Vincent Mortier.
TANTE VARIABILI IN CAMPO
Ma le variabili in campo sono tante e spesso scompaginano il quadro rendendo inesatte anche le previsioni più accurate. È successo anche quest’anno, che pure era partito con il vento in poppa a gennaio con le Borse sugli scudi fino all’ultima settimana di gennaio quando il dato sull’incremento delle retribuzioni americane (+2,9% su base annua) fece temere un’inflazione fuori controllo e una Fed molto più aggressiva nella sua politica di rialzo dei tassi. In seguito è stata la guerra commerciale promossa dall’amministrazione Trump a scuotere le sicurezze degli investitori e, complice un dollaro in ascesa su tutte le piazze finanziarie, a fiaccare le prospettive dei mercati emergenti.
TURCHIA, ARGENTINA E ITALIA
Alcuni paesi emergenti ci hanno messo del loro (con la Turchia e l’Argentina in particolare) nell'alimentare il clima di diffidenza. Se a tutto questo aggiungiamo che il nuovo governo italiano Lega – Cinque Stelle ha riacceso le preoccupazioni sulla tenuta della zona euro, ecco che il quadro è completo e spiega, in larga misura, perché Wall Street (in particolare il settore tecnologico) naviga sui massimi di sempre, il dollaro è solido, e i titoli di stato USA molto richiesti, mentre praticamente tutte le altre principali asset class (con la sola eccezione del petrolio) stazionano su livelli vicini a quelli di inizio anno o accusano perdite.
DIFFICILE TROVARE IDEE DI INVESTIMENTO
In un contesto di questo genere trovare idee di investimento è sempre più difficile. Anche perché, come fanno notare Pascal Blanquè, Group Chief investment officer di AMUNDI, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief investment officer di AMUNDI, nella fase matura del ciclo, anche un problema di dimensioni circoscritte (la somma del PIL di Turchia, Argentina e Sudafrica, che nel frattempo è finito in recessione, rappresenta solo il 3% circa dell'economia mondiale) può far scattare una modalità risk-off nell'intera area dei mercati emergenti, con un'avversione al rischio da parte degli investitori internazionali.
Mercati, l’altra faccia della medaglia di crescita USA e liquidità
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UN APPROCCIO CONTRARIAN
Un approccio che potrebbe rivelarsi efficace è quello ‘contrarian’, ovvero in controtendenza con il sentiment prevalente degli investitori. Questo perché, in questa nuova fase, gli investimenti direzionali (cioè quelli che guadagnano sulla direzionalità, al rialzo e al ribasso, dell’andamento dei mercati) sembrano lasciare spazio di manovra a quelli meno direzionali. Emerge, per esempio, la possibilità di scovare il valore nascosto sfruttando le ampie divergenze tra stili e fattori di investimento e nella maggiore rotazione dei temi di investimento.
INTERESSANTI PUNTI DI INGRESSO
“Siamo persuasi che le recenti distorsioni sui mercati offriranno interessanti punti di ingresso. Potrebbero presentarsi delle opportunità in alcuni segmenti ‘quality’ e ‘value’ dei mercati azionari, nelle posizioni al rialzo o al ribasso con approccio ‘relative value’ nelle curve dei rendimenti e anche nelle valute, in modo da sfruttare le divergenze tra le differenti politiche monetarie messe in atto dalle banche centrali” spiegano Pascal Blanquè e Vincent Mortier. I quali, a patto che le preoccupazioni sollevate dalla situazione italiana in seno alla zona euro tendano a scemare nei prossimi mesi, ritengono possibile un ritorno di appeal da parte dell’Europa in virtù delle valutazioni convenienti.
Azioni, spiragli in Europa. Non solo grazie alle valutazioni
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APPROCCIO SELETTIVO NEI MERCATI EMERGENTI
Anche nei mercati emergenti, sempre secondo i due esperti, dovrebbe presentarsi una possibile finestra di ingresso dopo le elezioni brasiliane e quelle americane di mid-term. “A quel punto si dovrà adottare un approccio selettivo ai paesi e ai titoli, puntando su quelli con dei fondamentali accettabili e magari non risparmiati dal sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di quantità né di prezzo, ndr)” specificano infine Pascal Blanquè e Vincent Mortier.
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