debito emergente
Debito emergente, le scelte per sfruttare un’inversione di tendenza
I fondamentali del debito emergente (con alcune isolate eccezioni) rimangono solidi: i rendimenti reali hanno registrato una robusta crescita e le valutazioni sono interessanti
12 Ottobre 2018 10:10
Uno dei fenomeni di maggior rilievo quest’anno a livello macroeconomico è la desincronizzazione della crescita. Se, a livello globale, il saldo è ampiamente positivo, è tuttavia significativa la divergenza di trend tra l’economia statunitense e il resto del mondo: una divaricazione che è del tutto evidente osservando una serie di indicatori quali l’indice PMI manifatturiero e le sorprese di crescita economica. A questo fenomeno si è aggiunta la guerra dei dazi voluta fortemente da Trump che da aprile ha ingenerato incertezza per le possibili ricadute negative sulla crescita globale.
In questo contesto, caratterizzato peraltro da tassi USA in graduale (ma costante) aumento e da un dollaro in rafforzamento su tutta la linea, è fisiologico che possano essere i mercati emergenti a farne le spese. Tuttavia, come ha avuto modo di spiegare in altre circostanze Enzo Puntillo, responsabile obbligazionario per i mercati emergenti di GAM Investments, l’universo emergente dovrebbe essere molto meno vulnerabile grazie ai sostanziali progressi degli ultimi anni, tesi a riequilibrare la bilancia commerciale in modo da risultare meno vulnerabile, rispetto al passato, ai deflussi di capitale verso l’estero.
“Il contesto fondamentale del debito emergente rimane quindi pressoché invariato, ma il segmento high yield dei governativi è stato interessato da un sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità, ndr), raggiungendo un differenziale tra l’high yield e le emissioni con rating investment grade emergente che non si registrava da anni” puntualizza Enzo Puntillo. Il quale, per completare la rilevanza di tale spread, fa presente che si tratta di un movimento paragonabile per entità a quello registrato dal crollo dei prezzi degli equivalenti delle emissione della Turchia e dell’Argentina, nonostante questi due paesi siano afflitti da problematiche specifiche interne e non certo sistemiche.
Per completare il quadro, vanno segnalati i rendimenti alla scadenza dei titoli in valuta forte (7%, tra i valori più alti della media storica) e il differenziale dei rendimenti reali tra emergenti e USA (ai massimi degli ultimi decenni). “Nell’ambito del debito in valuta locale anche i rendimenti reali sono cresciuti e i differenziali hanno ora superato il 3%. Fatta esclusione per il taper tantrum del 2013, questi sono valori che non si vedevano dal 2007” sottolinea Enzo Puntillo. Che, al netto delle variabili macro globali (desincronizzazione della crescita e guerra commerciale) da tenere sotto osservazione, spiega che i fondamentali dei paesi in via di sviluppo (con alcune isolate eccezioni) rimangono robusti mentre le valutazioni sono interessanti.
“È in un contesto di questo tipo che cerchiamo di sfruttare al meglio una possibile inversione e quindi una risalita dei prezzi dei titoli” tiene a specificare l’esperto. Il cui riferimento è a quanto messo in atto nelle proprie scelte di portafoglio negli scorsi anni (posizionamento positivo per esempio sul Brasile e sulla Russia) e negli scorsi mesi (per esempio con posizioni ribassiste sulla Turchia e, in alcuni momenti, completa assenza sugli asset del paese). Con la speranza che questo possa valere anche per l’Argentina, il cui potenziale di recupero induce Puntillo a rimanere ottimista.
UN CONTESTO DIFFICILE
In questo contesto, caratterizzato peraltro da tassi USA in graduale (ma costante) aumento e da un dollaro in rafforzamento su tutta la linea, è fisiologico che possano essere i mercati emergenti a farne le spese. Tuttavia, come ha avuto modo di spiegare in altre circostanze Enzo Puntillo, responsabile obbligazionario per i mercati emergenti di GAM Investments, l’universo emergente dovrebbe essere molto meno vulnerabile grazie ai sostanziali progressi degli ultimi anni, tesi a riequilibrare la bilancia commerciale in modo da risultare meno vulnerabile, rispetto al passato, ai deflussi di capitale verso l’estero.
SELL OFF SUGLI HIGH YIELD GOVERNATIVI
“Il contesto fondamentale del debito emergente rimane quindi pressoché invariato, ma il segmento high yield dei governativi è stato interessato da un sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità, ndr), raggiungendo un differenziale tra l’high yield e le emissioni con rating investment grade emergente che non si registrava da anni” puntualizza Enzo Puntillo. Il quale, per completare la rilevanza di tale spread, fa presente che si tratta di un movimento paragonabile per entità a quello registrato dal crollo dei prezzi degli equivalenti delle emissione della Turchia e dell’Argentina, nonostante questi due paesi siano afflitti da problematiche specifiche interne e non certo sistemiche.
Valutazioni e crescita: GAM vede possibilità concrete negli emergenti
Valutazioni e crescita: GAM vede possibilità concrete negli emergenti
RENDIMENTI FINO AL 7%
Per completare il quadro, vanno segnalati i rendimenti alla scadenza dei titoli in valuta forte (7%, tra i valori più alti della media storica) e il differenziale dei rendimenti reali tra emergenti e USA (ai massimi degli ultimi decenni). “Nell’ambito del debito in valuta locale anche i rendimenti reali sono cresciuti e i differenziali hanno ora superato il 3%. Fatta esclusione per il taper tantrum del 2013, questi sono valori che non si vedevano dal 2007” sottolinea Enzo Puntillo. Che, al netto delle variabili macro globali (desincronizzazione della crescita e guerra commerciale) da tenere sotto osservazione, spiega che i fondamentali dei paesi in via di sviluppo (con alcune isolate eccezioni) rimangono robusti mentre le valutazioni sono interessanti.
SFRUTTARE E POSSIBILI INVERSIONI DI MERCATO
“È in un contesto di questo tipo che cerchiamo di sfruttare al meglio una possibile inversione e quindi una risalita dei prezzi dei titoli” tiene a specificare l’esperto. Il cui riferimento è a quanto messo in atto nelle proprie scelte di portafoglio negli scorsi anni (posizionamento positivo per esempio sul Brasile e sulla Russia) e negli scorsi mesi (per esempio con posizioni ribassiste sulla Turchia e, in alcuni momenti, completa assenza sugli asset del paese). Con la speranza che questo possa valere anche per l’Argentina, il cui potenziale di recupero induce Puntillo a rimanere ottimista.